Giambattista Bodoni (Saluzzo, 1740-Parma, 1813) fu il tipografo che seppe rivoluzionare il mondo della stampa. Ha aperto il 5 ottobre a Parma, grazie al contributo della Fondazione Cariparma, la mostra “Bodoni Principe dei tipografi nell’Europa dei Lumi e di Napoleone” fino al 12 gennaio 2014 alla Biblioteca Palatina (appena restaurata dopo il grave incendio dello scorso anno), nel Teatro Farnese e nella Galleria Nazionale, tutti luoghi raccolti nel Palazzo della Pilotta, dove peraltro Bodoni visse e lavorò. Saranno visibili raffinati esempi dei volumi bodoniani e non solo: se nella Biblioteca si trovano i libri stampati da Bodoni, infatti, all’interno degli spazi del Teatro Farnese e la Galleria Nazionale sono esposti quadri che ritraggono le persone del mondo culturale, economico e istituzionale del tempo che ebbero rapporti con il tipografo (come Murat, Napoleone, fino a intellettuali come Parini, Monti, Alfieri e Foscolo).
Abbiamo parlato con Andrea De Pasquale, curatore della mostra e direttore, tra il 2008 e i primi del 2012, della Biblioteca Palatina e del Museo Bodoniano.
Perché una mostra su Bodoni a Parma?
Vogliamo valorizzare un grande patrimonio in occasione del bicentenario dalla morte di una figura importante per la Città e per la storia della stampa. Ci rivolgiamo agli abitanti di Parma perché prendano loro per primi davvero coscienza della rilevanza di questo personaggio che spesso non è abbastanza considerato nella stessa Parma. Bodoni, inoltre, ha creato il carattere dell’italianità (durante il Fascismo le sue lettere furono utilizzate per stampare tutte le edizioni nazionali Mondadori), senza considerare che la sua cura estetica per ogni copia di stampa è diventata sinonimo di lusso e raffinatezza, anche queste caratteristiche intrinseche dell’eleganza italiana.
Come si è svolto il vostro lavoro di ricerca su Giambattista Bodoni e a cosa siete arrivati?
C’è stato un lungo studio preparatorio sui testi stampati da Bodoni, e abbiamo scoperto il vero e proprio mestiere dello stampatore. Inoltre ora possiamo dire che era diventato quasi una moda: siamo in anni di grandi cambiamenti, che Bodoni riesce a incarnare perfettamente e contribuisce a creare un vero e proprio gusto per la stampa.
L’esame di documenti e testimonianze è stato arduo o faticoso?
No, diciamo che tutto l’archivio di Bodoni è sopravvissuto ben conservato e della sua vita si conoscono molti particolari. Lui avrebbe voluto vendere tutte le sue edizioni prima di morire, ma nel frattempo era cambiata la tecnica stessa di stampa, quindi i suoi libri in quel momento non interessavano più. La collezione di Bodoni è quindi restata intatta e interamente a Parma.
Cosa avete scoperto sulla stampa nel periodo bodoniano in particolare?
Che i libri di Bodoni erano esposti nelle librerie dei salotti italiani e venivano guardati con interesse già solo per il fatto di essere suoi. C’era una vera e propria competizione tra le case e i palazzi per le edizioni di Bodoni che vi erano conservate e mostrate.
E in generale sul tema della stampa tra la fine del 1700 e la prima metà del 1800?
Attraverso la stampa circolavano le idee: tra le varie città italiane iniziavano davvero spostamenti e scambi culturali. Bodoni era attorniato da intellettuali e politici del tempo che entravano in contatto con lui, come Parini, Alfieri, o Murat, i Borbone fino a Napoleone in persona. Di questo aspetto anche sociale e di creazione di relazioni generate attraverso la stampa si trova testimonianza nella mostra grazie ai ritratti di tutti coloro che entrarono in contatto con Bodoni.
Quali caratteristiche sono intrinseche del modo di operare di Bodoni?
Anzitutto la precisione tecnica, la sua chiarezza e attenzione ai dettagli (il carattere era l’aspetto più importante, ma anche lo spazio tra le lettere e i margini in pagina erano altrettanto fondamentali). Bodoni stampò anche manuali a tema di stampa, perché voleva già contribuire alla diffusione della cultura e del sapere. Al punto che arrivò a pubblicare libri anche in arabo o in greco. Inoltre, creò dei libri già rilegati: solitamente infatti il cliente acquistava allo stampatore solo i fogli e poi provvedeva a farli rilegare, spesso in modo vistoso. Bodoni pensò anche a delle prime edizioni “economiche” già rilegate, in modo utile e semplice.
Qual è l’eredità odierna di Bodoni?
A parte che durante il Fascismo il suo carattere diventò sinonimo di italianità, ora lo si trova su tutte le tastiere del pc ed è usato come logo per molte case di moda (Prada, Fendi e altre). Quindi è ancora sinonimo di eleganza e raffinatezza.
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INFORMAZIONI UTILI:
“Bodoni. Principe dei tipografi nell’Europa dei Lumi e di Napoleone”
Parma, Biblioteca Palatina, Teatro Farnese e Galleria Nazionale. Palazzo della Pilotta
5 ottobre 2013-12 gennaio 2014
A cura di Andrea De Pasquale
Martedì-domenica,ore 9-18. Domenica ultimo ingresso dalla Biblioteca Palatina ore 16.30. chiuso il lunedì
Tel. 0521 220449 • 0521 220411
www.mostrabodoni.it, www.museobodoni.beniculturali.it