23 ottobre 2013 – 23 febbraio 2014
Roma, Museo dell’Ara Pacis
Nell’ambito del programma di scambio internazionale, “The Dream of Rome”, il Galata capitolino sarà ospitato prossimamente nella National Gallery of Art di Washington, come altre opere già esposte oltreoceano: la Medusa di Bernini, Bruto e Venere. L’alleanza culturale Italia-Usa, ovvero tra il primo polo museale della Capitale e l’unico Museo federale statunitense (istituzioni non-private deputate alla tutela e valorizzazione del bene culturale, patrimonio comune), ha reso possibile la presenza, oggi, a Roma, e per la prima volta in Italia, di una preziosa collezione impressionista e post-impressionista: 68 opere provenienti dalla National Gallery of Art di Washington.
Il nucleo principale è costituito dalla collezione Mellon, il cui attributo “intimate” (nel titolo delle prossime esposizioni previste negli Stati Uniti e in Giappone) sta a indicare la fruizione privata di queste opere, raccolte da Alisa Mellon Bruce e Paul Mellon (soprannominati per la loro ricchezza: Mellon Millions). Entrambi figli del fondatore della National Gallery of Art (aperta nel 1941): Andrew William Mellon, facoltoso banchiere, Segretario del Tesoro e ambasciatore americano a Londra. A questa collezione, nel tempo, si sono aggiunte le opere, di altri benefattori, come i dipinti di Auguste Renoir donati dal pianista e compositore Vladimir Horowitz, e importati acquisizioni come i 21 capolavori dell’Ermitage, venduti in segreto da Stalin, tra cui l’Adorazione dei Magi di Botticelli e l’Annunciazione di Van Eyck. In seguito, grazie ai proventi raccolti da Alisa, fu acquistata anche la Ginevra de’ Benci di Leonardo. Alisa (deceduta nel 1969) ebbe una vita piuttosto infelice (una mamma assente, un padre anaffettivo, la salute fragile, il divorzio, la perdita dell’unica figlia nel 1967), a cui probabilmente tentò di dare sollievo con i viaggi, la sua passione di collezionista d’arte e la beneficenza esercitata sempre in modo discreto.
La mostra è suddivisa in 5 sezioni: la pittura “en plein air” (ovvero la riproduzione della sensazione provocata dal paesaggio, non la sua rappresentazione, gli effetti di luce, le variazioni atmosferiche, grazie anche all’invenzione dei colori sintetici di difficile ossidazione che facilitavano la pittura all’aperto); ritratti e autoritratti; donne amiche e modelle; natura morta; Vuillard e Bonnard e l’eredità dell’impressionismo. Nei due corridoi laterali è collocata la sezione didattica relativa ai pittori e al loro ambiente culturale.
Nella prima area tematica Eugène Boudin (Lavandaie nei pressi di Trouville 1872-76, La spiaggia di Trouville 1864-69) ritrae la vita mondana della nuova borghesia in vacanza sulla costa della Normandia, usando tonalità liquide e sabbiose. Analoghe tonalità presenta il Villaggio sul mare in Bretagna (1880) del raffinatissimo Odilon Redon.
Tra le nature morte spicca quella di atmosfera caravaggesca di Henri Fantin-Latour (Natura morta con uva e garofano 1880), quella con ostriche di Edouard Manet (1862) e le celebri pere verdi (1878-79) di Cézanne, il quale asseriva che “Nella pittura intervengono due cose, l’occhio e il cervello, e tutte e due devono lavorare all’unisono. Occorre lavorare per farli crescere entrambi…”.
Due artisti appassionati di arte giapponese, Pierre Bonnard (Tavola apparecchiata in giardino 1908, immersa nella calura estiva; Parigi, Rue de Parme nel giorno della festa per l’anniversario della presa della Bastiglia 1890, bidimensionale) e Édouard Vuillard (Bambina con la sciarpa rossa 1891, inquadratura con taglio fotografico), affittano uno studio e fondano (insieme a Paul Sérusier, Maurice Denis e Felix Vallotton), una sorta di mistica società segreta in cui veniva usato un linguaggio esoterico: i Nabis (Profeti), il cui obiettivo è riprodurre la realtà in modo primitivo, così come appare.
Molti i ritratti femminili esposti tra cui quello piccolissimo ed espressivo di Carmen Gaudin di Henri de Toulose-Lautrec, Madame Monet e suo figlio (1874) di Auguste Renoir, La sorella dell’artista alla finestra della pittrice Berthe Morisot. Tra gli autoritratti spiccano: per la vivacità espressiva e coloristica, quello con le occhiaie verdi di Paul Gauguin (1888-89); per il gusto orientale quello con colletto bianco di Edgar Degas (1857) e per l’inquietudine che emana quello di Henri Fantin-Latour (1861). Un apprezzamento particolare va ai curatori della mostra per l’illuminazione dei quadri e per il tentativo di rendere l’intimità degli ambienti privati in cui questi, originariamente, erano collocati
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INFORMAZIONI UTILI:
Gemme dell’Impressionismo.
Dipinti della National Gallery of Art di Washington.
Da Monet a Renoir da van Gogh a Bonnard
23 ottobre 2013 – 23 febbraio 2014
Roma, Museo dell’Ara Pacis, Lungotevere in Augusta
Orario: chiuso il lunedì, da martedì a domenica ore 9.00 – 19.00; l’ingresso è consentito fino alle 18.00.
Biglietti: Biglietto “solo Mostra”: intero €10, ridotto € 8 (fino a 26 anni); speciale Famiglie (2 adulti più figli al di sotto dei 18 anni) €22.
Enti Promotori: Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, National Gallery of Art di Washington. Mostra a cura di Mary Morton, organizzata da Zètema Progetto Cultura.
Info Mostra:
tel 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 21.00)
www.arapacis.it,
www.museiincomuneroma.it
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