Tappeti antichi, dipinti e disegni antichi, sculture e oggetti d’arte
Cambi, Genova, 29 ottobre 2013
Martedì 29 ottobre 2013, Cambi Casa d’Aste propone, nella sua sede di Castello Mackenzie (Mura di San Bartolomeo, 16) a Genova, tre vendite all’incanto di Tappeti antichi, Dipinti e disegni antichi, Sculture e oggetti d’arte.
Si inizia alle ore 11.00, con l’asta 180 di Tappeti antichi curata da Giovanna Maragliano, in cui sarà battuta una selezione di tappeti e passatoie provenienti da affidamenti privati principalmente da Genova, Milano e Roma, con lavori di manifattura medio orientale e asiatica, dal XVIII al XX secolo.
Tra questa si segnala il Grande Aubusson, Francia XIX secolo (450×400 cm; stima € 18.000-20.000), un vero e proprio ‘arazzo da pavimento’, la cui composizione riprende la decorazione dei soffitti dei palazzi dell’epoca. I colori sono caldi e il campo è dominato da un ampio medaglione centrale con volute e fiori, particolare la bordura a cartigli.
Inoltre, l’importante tappeto anatolico Transilvano del XVIII secolo (176×126 cm; stima € 18.000-20.000) con impianto a doppia nicchia con medaglione centrale romboidale. Sul suo contorno sono disposti fiori chiari a 8 petali, a dove partono stilizzazioni di garofani. Gli angolari sono campiti da un grande fiore centrale, da foglie lanceolate e da altri motivi floreali. La bordura principale è decorata da cartigli alternati gialli e bianchi con all’interno piccoli medaglioni romboidali circondati da ornamenti floreali geometrizzati.
Tra i top lot si segnala anche il tappeto Nord Ovest Persia del XIX secolo (372×274 cm; stima € 16.000-18.000) su fondo mattone con ampio medaglione centrale blu a decoro geometrico, bordura mattone a granchio, o il tappeto persiano Heritz, a fondo blu azzurro con decoro floreale stilizzato bordura rossa a foglie e fiori della seconda metà del XIX secolo (425×305 cm; stima € 8.000-9.000), o ancora il tappeto persiano Keshan Manchester d’inizio ‘900 (411×302 cm; € 12.000-14.000) su fondo rosa con decoro floreale.
Molto preziosa è la sezione dei disegni antichi (asta 175 – I; ore 15.00; a cura di Giovanni Minozzi); tra questi, nutrita è la schiera di maestri genovesi, quali Domenico Piola (1627-1703) con Gruppo di figure con angelo a matita, inchiostro e acquarello bruno (150×255 mm; stima € 4.000-5.000) e Ultima cena a inchiostro e acquarello bruno su carta vergata (490×305 mm; stima € 4.000-5.000); o Alessandro Magnasco (1667-1749) con Due figure al lavoro a matita, sanguigna e rialzi di biacca su carta, controfondato (205×270 mm; stima € 4.000-5.000) e Santo penitente, un acquarello bruno e grigio e biacca su carta (300×188 mm; stima € 5.000-7.000); o ancora Giovanni Benedetto Castiglione detto Il Grechetto (1609-1664) con Studio per figure a inchiostro bruno e acquerello grigio su tracce di sanguigna su carta filigranata (185×235 mm; stima € 4.000-5.000), Luca Cambiaso (1527-1585) con Battaglia con cavalieri, inchiostro e acquarello bruno su carta vergata, firmato in basso a sinistra con L. Cangiase Fecit (223×254 mm; stima € 5.000-7.000).
Alle ore 16.00, l’asta 175 – II di dipinti antichi, curata da Giovanni Minozzi, presenterà una scelta accurata di opere, raccolte dai più importanti affidamenti della stagione. Tra queste, un olio su tela (50×100 cm; stima € 40.000-50.000) di Jan Franz Van Bloemen (Anversa, 1662 – Roma, 1749), raffigurante un Paesaggio, o l’Estasi di Santa Teresa (111×90 cm; stima € 40.000-50.000), un olio su tela di Bernardo Strozzi (Genova, 1581 – Venezia, 1644), o ancora il Viaggio di Giacobbe e Rachele (162×213 cm; stima € 50.000-60.000) di Bartolomeo Guidobono (Savona 1654 – Torino 1709).
Inoltre, l’olio su tela Pan e Siringa (97×137 cm; stima € 15.000-20.000) di Johann Carl Loth (Monaco di Baviera, 1632 – Venezia, 1698); la composizione, pur presentando solo due figure, un satiro e una ninfa che si corteggiano, risulta ritmata come altre più complesse realizzate dall’artista tedesco.
Chiuderà la giornata, alle ore 21.00, l’asta 171 curata da Carlo Peruzzo, con i lotti di Sculture e oggetti d’arte, con un’interessante catalogo di opere scultoree eseguite dal Medioevo al XIX secolo, oltre a raffinati oggetti d’arte di varie manifatture. Tra questi sono degni di menzione: il Telamone romanico in pietra del XII-XIII secolo (24x30x52 cm; stima € 12.000-15.000). La figura, rappresentata seduta con le braccia sollevate nell’atto di sostenere il plinto, è un elemento classico dell’arte statuario-architettonica dell’era romanica. Il volto è ornato da folti baffi arricciati e barba composti simmetricamente e il corpo è vestito da una lunga tunica a pieghe fermata in vita da una cinta. Tale raffigurazione, comune a tutta la cultura romanica europea, trova in Italia una delle sue massime espressioni nell’opera di Wilijelmo, soprattutto nell’area padana.
Il Santo Vescovo in legno di tiglio scolpito, di area umbro-abruzzese del XII-XIV secolo (82x26x19 cm; € 10.000-12.000). La figura del Vescovo è assisa su uno stretto e agile trono, unica parte della scultura ad avere mantenuto la sua policromia originale. Questo tipo di trono, di derivazione orientale, può essere confrontato, nell’ambito della produzione artistica centro italiana. Il grande fermaglio del piviale e qualche confronto con sculture transalpine tradisce un influsso goticheggiante proveniente forse, dalla Napoli angioina, mentre altri confronti stilistici e temporali con qualche scultura ancora abruzzese, pongono il nostro vescovo con ogni probabilità nella produzione di quest’area geografica, in una data compresa tra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo.
Tra i top lot sono da segnalare il S.Antonio Abate, un bassorilievo in marmo, opera di un anonimo scultore dell’Italia del nord del XIV-XV secolo (94×50 cm; stima € 10.000-12.000). L’immagine del Santo, ottenuta scolpendo a bassorilievo una lastra dall’inusuale forma trapezioidale, è rappresentata con il mantello provvisto di cappuccio e il bastone con appesa la campanella, sua iconografia identificativa. La fissità dell’espressione unita alla rigidità del braccio benedicente fanno collocare quest’opera nel pieno della cultura gotica di probabile area lombarda o veneta; la Madonna con Bambino, in marmo di scultore genovese in ambito di Tommaso Orsolino, d’inizio del XVII secolo (77x25x17 cm; stima € 10.000-12.000). La scultura, che raffigura la Madonna con il piccolo Gesù in braccio con lo sguardo e l’atteggiamento rivolto ai fedeli, si presenta nei modelli stilistici e compositivi del primo barocco genovese ancora permeato da reminiscenze rinascimentali tardo manieriste che verranno definitivamente abbandonate con l’arrivo e l’opera di Pierre Pouget a Genova che determinerà i modelli e i canoni della scultura barocca dalla seconda metà del XVII secolo non solo in ambito ligure.
Inoltre, sono da ricordare, tra le altre opere, il Cristo morto, un avorio di artista fiammingo o tedesco del XVII secolo (69x49x14 cm; stima € 25.000-30.000), monumentale raffigurazione di Cristo crocifisso realizzata nei canoni del gusto barocco, e la Coppia di molossi in marmo bianco appartenenti al periodo neoclassico italiano, XVIII-XIX secolo (stima € 30.000-40.000). Le due sculture ben raffigurano nei volumi e nell’espressione l’imponenza muscolare e la forza dei due animali seduti, in posa di guardia, che vengono rappresentati nei modelli del classicismo romano, epoca in cui venivano utilizzati per i combattimenti nell’arena e per usi militari.
CAMBI CASA D’ASTE
Genova, Castello Mackenzie (Mura di San Bartolomeo, 16)
Martedì 29 ottobre 2013
Ore 11.00 – Asta 180: Tappeti antichi
Ore 15.00 – Asta 175-I: Disegni antichi
Ore 16.00 – Asta 175-II: Dipinti antichi
Ore 21.00 – Asta 171: Sculture e oggetti d’arte
Per informazioni: tel. 010.8395029; info@cambiaste.it
Sito Internet: www.cambiaste.com