L’architetto spagnolo nel “tempo che gli è stato dato”
5 dicembre 2013 – 20 febbraio 2014, Città del Vaticano, Braccio di Carlo Magno
“Una cosa semplice come camminare è faticosa da raggiungere. L’ho imparato osservando i miei figli crescere”. E’ Santiago Calatrava a dirlo per introdurre le due categorie, spazio e tempo, a fondamento delle riflessioni che accompagnano la realizzazione delle sue strutture architettoniche. Le opere dell’architetto e ingegnere spagnolo saranno visibili, con entrata libera, fino al 20 febbraio 2014.
“La quotidianità è quasi un’ossessione – spiega Calatrava inaugurando l’esposizione ai Musei Vaticani -. Penso agli spazi che creo. Spazi che vengono attraversati in un dato tempo da persone. Le persone in quel determinato frangente, devono starci bene. Le strutture architettoniche che realizzo sono create per gli esseri umani ed immerse nel contesto in cui si costruiscono”. Da questa esigenza nasce la cura dei materiali di cui sono fatte e l’uso di elementi essenziali quali la luce, il vuoto, la gravità e l’armonia.
La curatrice della Collezione di Arte Contemporanea dei Musei Vaticani, Micol Forti, ha allestito il Braccio di Carlo Magno per rappresentare il percorso intellettuale di Santiago Calatrava. Le 143 opere presenti, appartengono a codici artistici differenti per indirizzare l’osservatore verso la lettura di volumi architettonici, visione di spazio e forme, che mostrano la multiforme produzione dell’architetto e ingegnere. Opere che non seguono un ordine cronologico, ma alternando sculture e acquerelli ai modelli di costruzioni e ponti, mostrano l’impegno intellettivo ed artistico complesso di Calatrava “nel tempo che gli è stato dato”, come l’architetto stesso dichiara.
Secondo la curatrice “l’architetto partecipa così alla cultura contemporanea”. Infatti i plastici di ponti e edifici sacri sono accompagnati durante il percorso espositivo ai disegni preparatori o agli studi sulle tensioni generate dal movimento che a loro volta si trasformano, rielaborate, in strutture. Ne è un esempio il modello architettonico della chiesa greco-ortodossa di St. Nicolas a New York per Gorund Zero. Quasi distrutta dalla caduta delle torri, viene ora ripensata da Calatrava con un progetto che parte dalla rielaborazione dello studio dei mosaici di Santa Sofia a Instanbul, dello schiudersi di una camelia, dell’arco disegnato dal peso di una foglia di palma dal volto di Cristo. Una rielaborazione che si sintetizza nel modello della chiesa sulla cui cupola si concentra il lavoro più forte che evidenzia il contrasto tra il piccolo edificio sacro e i grandi grattacielo che lo circondano.
Ma di esempi simili nell’esposizione voluta da Micol Forti, Antonio Paolucci, Direttore dei Musei Vaticani e il Cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, ce ne sono numerosi.
Lo studio sul movimento che crea tensioni riproducibili nelle strutture architettoniche è la base degli studi di Calatrava. Gianfranco Ravasi lo omaggia per la costruzione di ponti come il Puente de la Mujer a Buenos Aires o il Light Rail Train Bridge di Gerusalemme, per i quali sono così evidenti, e testimoniati dagli acquerelli in esposizione, la trasposizione degli equilibri dei movimenti del corpo umano sulle strutture architettoniche. E richiama, in proposito, il romanzo di Ivo Andric Il Ponte sulla Drina dove “i ponti sono le ali di angeli cui Dio ha chiesto di unire montagne e percorsi d’acqua per permettere agli uomini di comunicare”.
Ma Ravasi non si ferma qui. Elogia anche il sogno di Calatrava di costruire una grande cattedrale, in mostra il modello non realizzato della Cathedral St. John the Divine a New York, dove rendere evidente la relazione tra lo spazio sacro e il tempo eterno. “Categorie quella di spazio e tempo – conclude il Cardinale -, care ai cattolici per rappresentare la propria cultura. Ossia costruire uno spazio in un tempo. Il centro della cultura cattolica è lo spazio sacro che diventa il posto della fluidità incontrollabile che è il tempo”.
Ne è un altro esempio in esposizione anche il progetto, non realizzato, per la Cathedral Square Los Angeles Chapel, dedicato a Padre Jupiter. Il frate francescano, inviato come missionario nel 1767 nella Baia di California, erige una prima chiesa per la piccola comunità cattolica. La cappellina a forma di tenda era fatta di rami e foglie di palma. La chiesa, che Calatrava gli dedica, è un modello per una cappella immersa nello spazio, nell’acqua e nell’aria. Le sue pareti, chiuse ricalcano la forma di una tenda, aperte, librandosi come ali fatte di foglie d’alberi, trasformano il luogo sacro in luogo aperto perché, sottolinea Micol Forti, “il luogo sacro è spazio per tutti”. Il modello è accompagnato dai disegni di Calatrava, nati per raccontare, nella modalità di fiaba, la storia del frate francescano ai figli piccoli.
Dunque alla base delle strutture architettoniche di Calatrava ci sono i disegni del corpo umano e della natura nelle reciproche linee forza. “Corpi diversi – sottolinea Antonio Paolucci, Direttore dei Musei Vaticani – e vicendevoli, con pesi e forze differenti, che possono tra loro trovare equilibrio. Una filosofia globale che raccoglie le opere dell’ingegnere spagnolo, la sua visione architettonica e del mondo, trasfigurando le linee portanti delle sue opere”.
Strutture, quelle di Calatrava, che nascono dall’uomo, attraverso lo studio dei movimenti e delle tensioni che essi producono nei corpi, e ritornano all’uomo come spazi fisici da vivere immersi nel contesto in cui sono realizzati. E l’uso dei materiali, ricercati, rispecchia questa volontà. E’ l’essere umano il centro irradiante dell’architettura di Calatrava, l’essere umano integrato nel suo habitat naturale.
“Lo studio della figura umana è un fattore essenziale nel mio lavoro. – citazione di Calatrava inserita nella mostra ai Musei Vaticani -. Ritengo che sia una fonte illimitata di ispirazione. Non soltanto mi permette di ricreare forme che possono derivare da una stilizzazione del corpo umano, ma mi permette anche di esprimere sentimenti artistici con quel senso di teatralità e quell’esistenzialismo che a volte si trovano nella pittura”
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INFORMAZIONI UTILI:
SANTIAGO CALATRAVA
Le metamorfosi dello spazio
5 dicembre 2014 – 20 febbraio 2014
Città del Vaticano, Braccio di Carlo Magno (Piazza San Pietro), Roma
Tel. +39.06.68193064
Ingresso libero
Orari: tutti i giorni dalle ore 10.00 alle 18.00, mercoledì dalle 14.00 alle 18.00
Catalogo Edizioni Musei Vaticani
Sito ufficiale Musei Vaticani: http://mv.vatican.va