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Affordable Art Fair 2014: una fiera very affordable

Affordable Art Fair 2014

Wall Under 500

Milano, via Tortona: Superstudio Più è appena stato disallestito dopo aver accolto un lungo weekend dedicato all’arte cheap. Nei suoi spazi la quarta edizione milanese dell’Affordable Art Fair, una delle fiere più fresche e dinamiche del panorama internazionale, ha visto quest’anno riunite ad esporre 85 gallerie, di cui 35 straniere. 

La fiera dell’arte low cost nasce nel 1996 da un’idea di Will Ramsey, quando aprì Art Warehouse concentrandosi su artisti relativamente poco conosciuti ai quali non era necessario pagare un tributo per la loro reputazione. Nell’ottobre del 1999 lanciò la prima Affordable Art Fair a Battersea Park a Londra e ricevette subito un’ampia risposta: 10.000 visitatori approfittarono della facilità di acquisto, dell’ampiezza di scelta, dei prezzi accessibili e dell’approccio amichevole della fiera.  Oggi la fiera conta 15 location nel mondo, con oltre 210.000 visitatori l’anno.

Affordable Art Fair 2014

Forse la forza di questo bazar sta in un’arte che reagisce alla crisi?

Il successo è sicuramente dovuto al grande appetito che incute un mercato ancora poco affermato e affascinante, di maggior qualità rispetto al Junk e più abbordabile rispetto ai mercati contemporanei nazionali ed internazionali: un mercato affordable.

Le opere in vendita infatti, non superano il tetto dei cinquemila euro e, in gran parte, si aggirano dalle poche centinaia ai mille euro. Sono etichettate per fascia di prezzo, come ad esempio Under 1000 o Under 500, a cui è dedicato un intero wall. Gli artisti non sono mai del tutto sconosciuti: sono spesso vincitori di premi, concorsi o rinomati a livello nazionale.

Ma ciò che è davvero apprezzabile è la grande varietà di supporti e strumenti di espressione artistica che un mercato alla portata di tutti propone: dalle classiche tele ad olio, china, vernici, alle sculture in ferro, maiolica, tessuto, dalle molte fotografie alle stampe a tiratura limitata delle opere (sotto il centinaio di euro), dai gioielli d’autore alle cartoline create da frammenti di tela, vendute per otto euro.

Grandi e piccole opere che stuzzicano anche i neofiti ad incominciare a collezionare, ad investire su pezzi che forse un domani rivedremo da Sotheby’s. Oppure nei soggiorni o negli uffici di un amico. E’ il momento giusto per cedere alla tentazione di fare propria quell’arte che ci rapisce, ci incanta trattenendo i nostri occhi sui suoi colori, sui suoi dettagli emozionanti ma che di solito dobbiamo abbandonare lì dove si trova, portando con noi solo un ricordo scattato con lo smartphone.

Sergio Vanni per L’Affiche Gallery

E’ una bella scommessa per un acquirente che volesse fare un investimento non guidato dalle quotazioni, per quanto in questa fiera emergano abbastanza evidentemente i gap che distanziano gli artisti e le gallerie che lavorano seriamente e sopravvivono d’arte e quelli che giocano con disputabile gusto. Una bella scommessa anche per i galleristi che corrono il nobile rischio di promuovere artisti emergenti sul mercato low cost, lasciandosi magari sfuggire dalla collezione potenziali occasioni per future grandi aste.

Milano si dimostra una piazza importante e vende bene. Troviamo gallerie particolari, dal gusto alternativo ed energico come Deodato Arte, Statuto13, Arte Da Mangiare, Artematta, Pop Art Studio, Art for Interior, gallerie eleganti e ricercate come Open Art Milano, Galleria Rossini, L’Affiche, Dada East, Mio Lab, Immaginaria, alcune delle quali partecipano sotto l’etichetta di Special Selection under 1000 euro.

Dal nord Italia provengono Vijion Art da Ortisei, Wunderkammer, Marelia e Paintig Atelier da Bergamo, Il Vicolo da Genova, SemiD’Arte e Arkivio Gallery da Torino, Yvonneartecontemporanea da Vicenza, Interno11 da Bologna, Giorgio Gost da Parma, Arte Giò Art da Lucca…

Solo Galleria Vittoria, 6 Senso e Arscritica portano le loro opere dalla capitale, mentre dal sud Italia incontriamo Art Intensive! da Napoli, Kromatika Arte Contemporanea e Formaquattro da Bari, Art and Ars da Galatina, Prince art da Salerno.

Ma i galleristi arrivano da ben più lontano, alcune gallerie hanno sorvolato l’oceano per partecipare all’Affordable Art Fair di Milano, come l’australiana Retrospect Galleries, Simyo da Seoul e la newyorkese Sensei, senza dimenticare Singapore, Cina, Argentina e Giappone.

Dalla Spagna incontriamo la Galerìa Quòrum, la Galerìa de Guadalajara, Juca Claret, Villa de Arte, Alicia Rey e Articblue da Ibiza; partecipano anche la Francia, l’Austria, la Germania, l’Inghilterra e l’Olanda.

Insomma, nonostante l’affitto di 200 euro al mq per stand e le ingenti spese di trasporto, tutto il mondo si fida dell’AAF. I galleristi rischiano con piacere portando sulla ridente piazza di Milano le loro opere a basso costo, contando di vendere su larga scala e rientrare nei costi – conto corretto data l’alta affluenza e numeri positivi che bissano lo scorso anno. 

Affordable Art Fair
Workshop

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2 Commenti

  • Bisogna seriamente riflettere su questo: come mai non abbiamo fiere di fascia superiore con tante presenze internazionali come questa? I nostri artisti hanno bisogno di trampolini verso il mondo. Per questo ho partecipato ad AAF, e di certo ho fatto bene. Firmato un artista post-italiano (but I love Italy).

  • bello ! per chi non è del giro, molte cose vengono rese comprensibili, nonostante- a mio gusto- un eccesso di parole inglesi e neologismi (“bissare”?)

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