19 Marzo 2014, Dubai
Si terranno il prossimo 19 Marzo da Christie’s a Dubai le aste dedicate a due importanti collezioni mediorientali. Si tratta della Collezione Pharos che comprende 55 opere firmate dai più importanti nomi dell’arte egizia moderna, e della Collezione Maat Alousi incentrata sull’arte irachena, acquisita dall’importante architetto del mondo arabo moderno Maat Alousi. La serata sarà invece dedicata alla vendita di 120 orologi dei più importanti marchi al mondo.
“Vendere opere provenienti da collezioni private – ha dichiarato Hala Khayat, direttore della vendita – ci permette di gettare uno sguardo verso coloro che hanno allestito queste collezioni. Entrambe forniscono una panoramica completa delle principali opere dei grandi artisti dei movimenti moderni che rappresentano l’Iran e l’Egitto. E’ per noi un grande onore organizzare queste aste”.
A guidare la vendita sarà la Collezione Pharos, messa insieme da un gruppo di collezionisti egiziani. Dalla fine del 2006 il gruppo ha arricchito la raccolta con i più grandi nomi dell’arte moderna e contemporanea egiziana, come Mahmoud Said , Mahmoud Mokhtar, Abdul Hadi El-Gazzar, Youssef Kamel, Effat Nagui, Mohammed Nagui, Adham e Seif wanly, Inji Efflatoun e Adam Henein. Dopo aver esposto l’intera collezione al Cairo nel 2009, i proprietari hanno deciso che era giunto il momento di venderla. La stima complessiva delle 55 opere offerte all’asta è di $1milione, e tra gli highlights spicca uno studio di Abdul Hadi El-Gazzar (1925-1965) della celebre opera di grande formato che mostra la costruzione del Canale di Suez. Il dipinto fu commissionato all’artista dal Museo Marittimo di Alessandria per onorare i lavoratori che nel 1860 costruirono il canale, e ora l’opera è appesa nel Museo Egizio di Arte Moderna del Cairo. Datato 1965, il lavoro preparatorio ad acquerello (cm35x70) è stimato $100.000-150.000 e raffigura gli operai curvi sotto i carichi di pietra nella vasta trincea scavata.
L’asta proseguirà con la collezione d’arte moderna allestita dall’architetto iracheno Maat Alousi a partire dal 1960. Nato a Baghdad alla fine degli anni ’30, egli è cresciuto coltivando l’amore per l’achitettura della sua città. Terminati gli studi di architettura, fondò una società col cui nome firmò moltissimi progetti, tra cui la Banca Centrale a Salalah (Oman), The Arab Bank, l’Ambasciata degli Emirati Arabi Uniti, l’Ambasciata del Qatar, il Centro Culturale di Salalah e del Kuwait in Bahrain.
Dietro ogni opera della sua collezione si nasconde un’amicizia con l’artista, nonché un vero e proprio rapporto di tutela e sostegno.
Nel 1988 Alousi costruì “The Cube House”, un famoso edificio residenziale con vista sul Tigri, che divenne un salone per intellettuali e artisti, fino all’aggravarsi della situazione in Iraq, quando si decise di destinarlo alla sicurezza per Limassol (Cipro).
Tra gli highlights della collezione ricordiamo Ta’imlat Mowdou’l (Meditazioni), un’opera di Shaker Hassan Al Said (1925-2004), realizzata nel 1984 e stimata oggi $100.000-150.000. Questo lavoro di Al Said unisce una suggestione astratta di un muro in cemento con graffiti ed esplosioni di colori. Un riferimento struggnete alla distruzione causata dalla guerra in patria, tema caro in molte delle sue opere.