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La Avacade Investments rivela come gli investitori impegnano le loro risorse

Il desiderio di trasmettere beni materiali alle generazioni future? O forse l’interesse economico? O magari la passione? Cosa spinge l’investitore a comprare arte o altri beni alternativi? A scoprirlo è un nuova ricerca compiuta dalla Avacade Investments che ha analizzato i comportamenti di 200 investitori attivi che nell’ultimo anno hanno impegnato parte delle loro risorse – da £1,000 a £200,000 –  in investimenti alternativi. Dall’arte al vino, dal Bitcoin all’oro, l’Alternative Investment Index (AII) ha valutato non solo l’attività degli investitori in merito a queste categorie, ma anche la previsione di andamento del prossimo anno.

Il dato più stimolante emerso dalla ricerca indica che del campione intervistato l’87% aveva già fatto investimenti alternativi in passato e che in futuro potrebbe farne di nuovi. Il 9% ha affermato di impiegare il proprio denaro in arte, immobili, terre o gioielli solo per poter così tramandare alle generazioni successive beni fisici. Poco più di un intervistato su dieci ha invece dichiarato che è portato a fare investimenti alternativi perché essi sono molto più emozionanti di quelli tradizionali, mentre il 12% è stato attratto dalle credenziali etiche dell’acquisto. Il 7% ha rivelato di aver investito in vino nell’ultimo anno, e il 20% in oro, categoria nella quale però solo la metà di essi investirebbe nuovamente nel prossimo anno.

Lo studio ha rilevato che la passione per la categoria e l’eccitazione che questo tipo di acquisto regala sono senz’altro tra i motivi di maggior influenza. Ma ad attrarre gli investitori, per l’esattezza il 38% di essi, è anche l’opportunità di ottenere un alto rendimento economico, ragione principale della scelta di un investimento alternativo.

AII Asset Performance – ©Avacade Investments

Dall’analisi è emerso anche che tra le categorie di investimenti alternativi prescelti, spiccano su tutti i beni immobili con una percentuale del 38% destinata a crescere fino al 43% nella previsione del prossimo anno. Segue l’oro con il 20%, ma – come già accennato – si prevede una percentuale dimezzata per il 2014. L’11% degli intervistati ha investito in terre, mentre il 7% ha impegnato il suo denaro in vini pregiati. Ad una percentuale del 4% troviamo invece gli investimenti in arte, in pietre preziose e in Bitcoin, per i quali si prevede per l’anno venturo staticità o una lieve crescita.

Per quanto riguarda l’arte, è ampiamente riconosciuto che essa sia un bene estremamente prezioso e un investimento alternativo che va per la maggiore. Basandosi sui risultati strabilianti delle principali case d’asta nel mese di febbraio 2014 – £413 milioni in una sola settimana con le aste di arte impressionista e moderna – senza dimenticare il 2013 da record appena conclusosi, lo studio AII stima una crescita degli investimenti che potrà toccare, il prossimo anno, il 5%. 

La ricerca Avacade Investments ha inoltre esaminato l’identità degli investitori, nonché i loro portafogli. La maggior parte di essi ha investito oltre £200,000 (23%), mentre il 13% ha speso cifre comprese tra i £1,000 e i £5,000. Di loro, uno su cinque circa è donna, e più della metà del totale ha almeno 45 anni. Solo il 12% sono giovani investitori (25-34 anni). Ma il dato che più di tutti resta impresso è che l’87% degli intervistati investirebbe nuovamente in categorie alternative. 

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