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Da Wannenes a Genova arte orientale, dipinti antichi e del XIX secolo

hayez particolare

Wannenes, Genova, 27/28 maggio 2014

La casa d’aste Wannenes propone per fine maggio tre appuntamenti a Palazzo del Melograno (Piazza Campetto 2, Genova) che spaziano dai dipinti antichi a quelli del XIX secolo fino all’arte orientale. L’esposizione dei lotti si svolge dal 23 al 26 maggio 2014 con orari: 10.00 – 13.00 | 15.00 – 19.00. Si possono sfogliare tutti cataloghi  sul sito www.wannenesgroup.com

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ASIAN ART
27 maggio 2014  ore 15.00

Scelta selettiva degli oggetti e delle provenienze sono i cardini del dipartimento di Arte Orientale. Un catalogo eterogeneo per tipologie ed epoche quello del 27 maggio, capace di attrarre l’attenzione di appassionati e collezionisti italiani, europei e provenienti dall’Estremo Oriente, come ad esempio un importante e raro set di cinque figure in avorio d’immortali, Cina, dinastia Qing del XVIII secolo, caratterizzati da una bella calda patina di tonalità giallo crema, le figure rappresentano cinque degli otto immortali, Han Zhongli noto anche come Zhongli Quan con il suo attributo, il ventaglio, Li Tieguai con una doppia zucca, Lu Donbin identificato con la spada magica legata sulla schiena, Lan Caihe con il cesto di fiori, e Zan Guolao ritratto con il suo strumento di bambù (lotto 64, stima 80.000 – 120.000 euro).

LOTTO 64
IMPORTANTE E RARO SET DI CINQUE FIGURE IN AVORIO D’IMMORTALI, CINA, DINASTIA QING, XVIII SECOLO

Raffinato nella sua essenzialità, un vaso in porcellana bianca e blu e rosso di rame, Cina, dinastia Qing, epoca Kangxi, decorato con otto cartigli lobati, ciascuno racchiude una decorazione alternata con composizioni di vasi, incensieri e gli otto simboli Buddhisti, una gru in volo ed un grande medaglione stilizzato con ramoscelli e corolle di fiori, sottostante, uno degli otto attributi ‘Trigrammi’ (bàguà), il tutto riservato su un fondo con un motivo reticolato  a piccoli rombi e alternate corolle, divisi sul bordo da una fascia geometrica e alla spalla e il piede da due linee blu (lotto 136, stima 13.000 – 15.000 euro).

 VASO PORCELLANA BLU LOTTO 136
VASO PORCELLANA BLU. LOTTO 136

Dense di scene e di vivide cromie decorano una coppia di vasi in porcellana, famiglia verde a ‘rouleau’, Cina, dinastia Qing degli inizi del XIX secolo, decoro a scena continua su tutto il corpo, probabilmente tratta dal ‘The Romance of the Three Kingdoms’, con alti ufficiali al galoppo con lance e vessilli e soldati in corsa armati, sullo sfondo di montagne rocciose, alberi di pino, e la Grande Muraglia merlata, nuvole in cielo, sulle spalle motivo a losanghe intervallato da quattro riserve, decorate con alcuni degli otto simboli Buddhisti, scene simili sul collo, decoro a foglie stilizzate di palma sul bordo con una piccola fascia di losanghe (lotto 137 stima 5.500 – 7.500 euro).

COPPIA VASI FAMIGLIA VERDE LOTTO 137
COPPIA VASI FAMIGLIA VERDE LOTTO 137

È da segnalare un’ampia selezione di opere in avorio, tra i quali spiccano una grande teiera con becco a fenice, Cina, tardo XIX secolo, marchio apocrifo Qianlong (lotto 54 stima 3.500 – 5.500 euro), una coppia di vasi cinesi con coperchio del XIX secolo (lotto 55 stima 2.500 – 3.500 euro), e un gruppo di figure raffiguranti gli otto immortali della fine della dinastia Qing (lotto 53 stima 8.000 – 12.000 euro).

TEIERA AVORIO LOTTO 54
TEIERA AVORIO LOTTO 54
 COPPIA VASI AVORIO LOTTO 55
COPPIA VASI AVORIO LOTTO 55

Di grande fascino, infine una grande scultura in legno laccato e dorato di epoca Ming del XIV secolo, raffigurante Avalokitesvara, la divinità buddhista più venerata, alta un metro e venti (lotto 77 stima 14.000 – 20.000 euro).

 SCULTURA LEGNO EPOCA MING LOTTO 77
SCULTURA LEGNO EPOCA MING LOTTO 77

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DIPINTI ANTICHI
28 maggio 2014 ore 15.00

Una collezione, così come un catalogo d’asta, è una galleria di artisti che nel corso dei secoli si sono cimentati nell’illustrare in forma sacra o profana la storia degli uomini e degli dei. Per il connoisseur, come per l’appassionato la visione diretta o indiretta delle opere documenta una passione che prescinde dall’investimento e tocca aspetti intimi e profondi di un percorso di formazione estetica e culturale che spesso non ha fine.

Con l’evolversi della letteratura storico-artistica in questi ultimi decenni, sempre più di rado capita di imbattersi in artisti ‘rari’ alla conoscenza condivisa del mercato dell’arte. Nella prossima asta di Dipinti Antichi del 28 maggio una tavola ad olio raffigurante San Girolamo, firmata e datata: “NICOLAVS CARAVAGINVS PX 1523” , mette in evidenza un’artista come Nicola Moietta – detto Nicola da Caravaggio – di cui si conoscono poche opere del suo percorso creativo (lotto 450 stima 15.000 – 25.000 euro)

NICOLA MOIETTA SAN GIROLAMO LOTTO 450
NICOLA MOIETTA SAN GIROLAMO LOTTO 450

Formatosi nell’ambito di Bernardo Zenale e Bernardino Butinone, era un maestro completamente partecipe alla temperie culturale milanese del primo Cinquecento, capace di esprimere in maniera eclettica un linguaggio che fonde tradizione quattrocentesca, compiacenze leonardesche, influenze mantovane e risonanze nordiche.

D’intonazione tizianesca un Ritratto di dama (forse la Duchessa Sforza), che Rodolfo Pallucchini nella monografia del 1969 attribuisce al maestro cadorino (e ancor prima l’autore della mostra del 1884 alla Royal Academy di Londra) mentre Eberhard Ruhmer crede di mano di Bernardino Licinio, sicuramente una tela dal grande impatto plastico e cromatico che attrasse l’attenzione di Robert Stayner Holford quando fece erigere Dorchester House a Parke Lane, uno degli edifici più suntuosi della Londra vittoriana di fine Ottocento (lotto 453 stima 15.000 – 25.000 euro).

 PITTORE XVI SECOLO GENTILDONNA LOTTO 453
PITTORE XVI SECOLO GENTILDONNA LOTTO 453

Rimanendo nel territorio degli incontri inconsueti tre opere del Seicento napoletano spiccano nell’accattivante lista dei Dipinti Antichi: un Matrimonio mistico di Santa Caterina d’Alessandria di Francesco Guarino già nella collezione romana del Barone Fassini (lotto 427 stima 40.000 – 60.000 euro). La sua maniera riprende il sensuale e tenebroso cromatismo di Massimo Stazione, ma l’intonazione cromatica è chiara, con gialli e rossi brillanti alternati a verdi scuri e lucidi, il clima è domestico e austero, gli affetti così come i virtuosismi pittorici e narrativi – come non notare la mano del Bambino dolcemente appoggiata a quella di Giuseppe – che rendono Francesco Guarino uno degli artisti più eleganti del panorama partenopeo tra gli anni Trenta e Quaranta del Seicento insieme a Bernardo Cavallino.

FRANCESCO GUARINO MATRIMONIO MISTICO LOTTO 427
FRANCESCO GUARINO MATRIMONIO MISTICO LOTTO 427

 

Una Maddalena di Andrea Vaccaro, che seppe nella Napoli travolta dal naturalismo del Caravaggio e di Battistello Caracciolo, interpretare con raffinato lirismo il sentimento di puro plasticismo classicista di Guido Reni con le severità tenebrose dei suoi coetanei, come il sopra citato Cavallino e Massimo Stanzione, non dimenticando evidenti influssi vandichiani nelle tematiche illustrative (lotto 468 stima 8.000 – 12.000 euro).

ANDREA VACCARO MADDALENA LOTTO 468
ANDREA VACCARO MADDALENA LOTTO 468

Infine, una Battaglia di Marzio Masturzio dalle dimensioni inusuali (233 x 60 cm), tipica del prima maturità quando l’artista svicolato dalla lezione di Aniello Falcone, e trasferitosi con Salvator Rosa a Roma, sente vicino alla sua sensibilità la maniera di Jean Cortois – detto il Bergognone delle battaglie – (lotto 456 stima 6.000 – 8.000 euro).

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DIPINTI DEL XIX SECOLO
28 maggio 2014 ore 18.00

La pittura italiana del XIX secolo è una fonte inesauribile d’individualità di un secolo che uscendo dall’arcadia neoclassica abbraccerà prima il romanticismo, poi il realismo e, superata la metà del secolo, i movimenti affini e contemporanei agli impressionisti francesi, come i macchiaioli, gli scapigliati e i divisionisti. Una varietà arricchita dagli orientalisti e dagli artisti risorgimentali che rinverdiscono la grande pittura di storia, tema che per secoli era stato primario per valutare il talento e l’originalità di un maestro.

Nella prossima asta dei Dipinti del XIX secolo del 28 maggio, tre artisti per le loro diverse peculiarità sono esemplari per raccontare la vivacità dell’Ottocento come laboratorio della modernità: Carlo Bossoli, Eugenio Gignous e Angelo Dall’Oca Bianca.

Di Carlo Bossoli (Lugano 1815 – Torino 1884) pittore e scenografo luganese naturalizzato italiano, dotato di una felicità realizzativa apprezzata da un pubblico tanto selettivo quanto internazionale, una tempera su carta raffigurante un Vicolo su mare a Cadice, opera che si fa apprezzare per lo sfavillante e luminoso cromatismo e per una ariosità della tavolozza – data da una tecnica che mescolava pigmenti in polvere con un’emulsione di acqua e olio di lino, papavero e girasole – che restituisce effetti di trasparenza molto simili all’acquarello (lotto 515 stima 25.000 – 30.000 euro).

CARLO BOSSOLI VICOLO SUL MARE DI CADICE LOTTO 515
CARLO BOSSOLI VICOLO SUL MARE DI CADICE LOTTO 515

Un incontaminato paesaggio è il tema di A  Gignese, grande tela di Eugenio Gignous (Milano 1850 – Stresa 1906) esposta nella Saletta lombarda alla VII Biennale di Venezia del 1907. Formatosi alla scuola scapigliata di Tranquillo Cremona e Daniele Ranzoni, l’artista milanese in quest’opera restituisce il mutevole variare delle luci e delle ombre attraverso pennellate vibranti e sfrangiate. Una “poesia del vero” scandita dal naturale trascorrere delle stagioni, per esaltare una moderna concezione del paesaggio che trascende il puro intento descrittivo per divenire dato espressivo ed emozionale (lotto 519 stima 28.000 – 30.000 euro).

EUGENIO GIGNOUS A GIGNESE LOTTO 519
EUGENIO GIGNOUS A GIGNESE LOTTO 519

Una giovane donna, esuberante nella sua sfrontata bellezza, è l’icona, infine, di un’intensa tela di Angelo Dall’Oca Bianca (Verona 1858 – 1942) dal titolo Piazza delle Erbe, che esalta non solo la bellezza femminile, ma anche e soprattutto, la città di Verona come fulcro della sua ricerca artistica (lotto 512 stima 18.000 – 20.000 euro).

ANGELO DALL'OCA BIANCA PIAZZA DELLE ERBE LOTTO 512
ANGELO DALL’OCA BIANCA PIAZZA DELLE ERBE LOTTO 512

 

Francesco Hayez è uno dei grandi protagonisti del romanticismo e della pittura italiana dell’Ottocento, per quella sua innata  capacità di cogliere i sentimenti dei protagonisti sempre attuali ed eterni.  Nella prossima asta dei Dipinti del XIX secolo del 28 maggio sarà presentato un’incantevole disegno d’apres a lapis, acquarello e biacca della Tamar di Giuda, foglio relativo al dipinto eseguito nel 1847 per Gaetano Taccioli e ora conservato nel Civico Museo d’Arte Moderna e Contemporanea Castello di Masnago a Varese (stima 15.000-18.000 euro).

FRANCESCO HAYEZ TAMAR DI GIUDA LOTTO 509
FRANCESCO HAYEZ TAMAR DI GIUDA LOTTO 509

Il disegno venne esposto alla retrospettiva dedicata al pittore a Brera subito dopo la sua morte (Esposizione retrospettiva di alcune opere del defunto Professore di Pittura Francesco Hayez nel Palazzo di Brera, catalogo della mostra a cura di G. Mongeri, Milano 1883, p. 43 n. 79) e poi a quella del 1934 al Castello Sforzesco (Dipinti di Francesco Hayez esposti al Castello Sforzesco, catalogo della mostra a cura di G. Nicodemi, Milano 1934, p. 51 n. 52, con l’ indicazione di chi lo aveva prestato, la signora Emma Clerici  Baslini a Milano).

Fernando Mazzocca, massimo studioso dell’Ottocento italiano, a proposito del nostro disegno così lo inserisce nella produzione del maestro: “Questi d’après confermano l’affezione del pittore verso un’opera che si inseriva, con un esito particolarmente alto, in uno dei suoi più affascinanti percorsi creativi, quello, alternativo alla più impegnativa pittura di storia, relativo alla rappresentazione della figura femminile nuda. I riferimenti erano alla storia biblica e all’orientalismo, distinti in realtà da confini molto labili, tanto che le eroine dell’Antico Testamento e le odalische finirono con il sovrapporsi nella loro seducente sensualità.
Infatti, al di là del soggetto, preso come un puro pretesto, quello che interessava ad Hayez era esaltare i valori della  forma, della luce e del colore”. E a proposito del soggetto puntualizza: “La risplendente Tamar, che sembra racchiudere ed esaltare la sua malinconica bellezza entro la straordinaria sinfonia di pieghe che compongono l’ampio mantello con cui si fa ombra, fa parte di una serie iniziata con la Betsabea al bagno, acquistata all’esposizione di  Brera del 1829 dal re di Wüttemberg.

Seguirono, una più affascinante dell’altra, le successive diverse versioni di questo stesso tema, la Rebecca, Susanna, le numerose odalische, infine le bagnanti. Tamar appare assorta e lontana nella sua nudità, emblematica, come quella di Un pensiero malinconico, del malessere esistenziale dell’animo romantico”.

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