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Map to the Stars, nuovo (quasi) capolavoro di Cronenberg

In Concorso a Cannes, è subito arrivato anche nelle sale italiane Map to the Stars, il nuovo film di David Cronenberg, realizzato dalla sceneggiatura originale di Bruce Wagner.
Le origini della storia risalgono agli anni ’90 quando Wagner – all’epoca attore/scrittore in cerca di successo, che per mantenersi lavorava come autista di limousine, proprio come il personaggio di Robert Pattinson in Maps to the Stars – iniziò a scrivere una sceneggiatura che raccontava la sua esperienza di Hollywood. “L’aspetto per me più interessante della sceneggiatura di Bruce è la tensione che riesce a creare tra satira e un senso di realtà molto intenso“, sottolinea il regista.
Benjamin Weiss è un bambino prodigio, star di una serie di film comici che si atteggia ad adulto e possiede tutte le nevrosi e l’arroganza del navigato performer, figlio di uno psicologo guru dell’auto aiuto (John Cusack).
Poi c’è Havana Segrand (una strepitosa Julianne Moore sempre sull’orlo dell’overacting) attrice sul viale della senescenza figlia a sua volta di una nota stella del cinema morta in un incendio negli anni ’70: figura che ancora oggi la tormenta in un vortice di ricordi e falsi ricordi. Nelle loro vite arriva una ragazza con il volto sfregiato da un’ustione, Agatha (Mia Wasikowska), che si invaghisce di un autista che sogna di fare l’attore e lo scrittore. Assieme alla ragazza però arrivano anche strane visioni di morti che ritornano e i segreti del passato dei protagonisti sono destinati a ad essere scoperchiati.
Presto difatti i ricordi spettrali di Havana, imbottita di antipsicotici, insieme al suo destino si legheranno a quello della famiglia Weiss quando la misteriosa Agatha divenerà sua assistente personale.

MTTS “L’idea di essere perseguitato dai ricordi è molto reale per me, la capisco completamente —spiega il regista- Ho perso i miei genitori molti anni fa, e posso dire che sì, sono ossessionato da loro posso sentire le loro voci, posso vederli e riesco a percepirli, ma non penso a loro come fantasmi che in realtà sono da qualche parte, esistono nella mia memoria e nella mia mente. Quindi avere personaggi ossessionati da ricordi spettrali, per me ha perfettamente senso, psicologicamente ed emotivamente”.
I fantasmi hanno sempre fatto parte dello scenario di Hollywood, che è il regno del perturbante, il nascosto e il vuoto; e che è esso stesso costruito in cima a un misto intangibile di plasma di ricordi, speranze fugaci e bisogni irrisolti. Julianne Moore (Havana Segrand ) è stata la prima attrice a far parte del cast di Maps to the Stars, molti anni prima che fosse prodotto: “C’erano due aspetti che mi attraevano molto: David Cronenberg e Bruce Wagner -spiega l’attrice- Ho sempre voluto lavorare con David, il suo lavoro è così interessante, è una garanzia. Bruce poi è talmente fantasioso nella sua scrittura, così creativo che riesce davvero a fondere il ridicolo con il sublime. Ci sono momenti di grande comicità che subito scivolano in qualcosa di oscuro e drammatico; il fatto che questo tipo di materiale fosse nelle mani di un regista come Cronenberg è stato emozionante”.

maps-to-the-stars-mia-wasikowska-julianne-moore-600x421Questa è prima volta anche per Mia Wasikowska (Agatha) con Cronenberg: “Lavorare con David è stato meraviglioso, lui è davvero un tipo molto calmo e sereno e si affida davvero a te per il personaggio. È sempre interessante notare che le persone che fanno i film più psicologicamente inquietanti sono spesso le persone più dolci, più gentili”. Quando Agatha Weiss ritorna a Los Angeles, stringe subito amicizia con la prima persona che incontra: l’autista di limousine, aspirante sceneggiatore che lei sedurrà e coinvolgerà nel grande dramma della sua vita. A interpretarelo è Robert Pattinson, che voleva lavorare ancora con Cronenberg dopo essere stato il protagonista in un capolavoro come Cosmopolis, in cui il regista canadese è riuscito a rendere un ex divo per ragazzine come Pattinson un attore con la A maiuscola. E se nel precedente Cosmopolis Pattinson recitava la parte di un super miliardario che viveva la sua vita all’interno di una limousine qui invece pratica interpreta Bruce Wagner (lo sceneggiatore del film), che prima del successo era uno scrittore disoccupato che lavorava come autista di limousine.

La mappa di Cronenberg è costellata di insidie psichiche e ombre, ma anche illuminate dalla vitalità umana. “La città nel film è una bellezza mortale -sottolinea il regista- è come se fosse la trappola di Venere, dove ognuno di questi personaggi è inghiottito dall’ossessione di successo, celebrità e denaro“.

Map to the stars è l’ennesima prova registica di David Cronenberg, che va ad aggiungersi alla sua filmografia quasi immacolata (solo un paio di scivoloni in una lunghissima lista di capolavori), un film ricco e stratificato, cinico e comico, grottesco e violento, permeato da una bellezza selvaggia e palpitate in cui ancora una volta il binomio identità/alterità -caposaldo di tutta la sua poetica- trova una nuova declinazione disturbante e matematica al contempo.

«If the child gives the effect another turn of the screw, what do you say to two children – ?»

Come illustrato da Alex R. Falzon nell’introduzione all’edizione italiana di Giro di Vite (Oscar Classici Mondadori, 1989) Virginia Woolf, in un suo articolo del 1921 apparso sul Times Literary Supplement dal titolo Henry James’s Ghost Stories, sottolineava come la fortuna dei racconti gotici di James fu maggiore laddove andavano allontanandosi dalla vecchia tradizione del racconto dell’orrore in cui il centro della narrazione verteva su avvenimenti macabri e bizzarri (apparizioni fantasmatiche) per concentrasti più sul modo in cui questi venivano percepiti da colui che ne era testimone (solitamente il protagonista). Il perno della nuova narrazione gotica andava ad essere quindi il modo di essere al mondo e di percepire la realtà e non più l’avvenimento sovrannaturale di per sé. Gli spettri di James -e della coeva narrativa gotica- quindi erano ancora più temibili e paurosi perché, come spiega Virginia Woolf «hanno la loro origine in noi». E come sottolinea Freud nei suoi studi «il perturbante si riferisce a cose da lungo conosciute e familiari […] Da una parte significa che è familiare e piacevole e, dall’altra, ciò che è nascosto e tenuto celato».  Questo va a indicare quindi ciò che è stato rimosso, negato, ma che si ripresenta nell’inconscio, il ripresentarsi dei fantasmi del passato. Proprio in Giro di Vite la natura dell’apparizione spettrale di cui è vittima la protagonista non è mai chiara: è questa ambiguità, che suggerisce come la protagonista potrebbe essere vittima di un caso di isteria più che di una persecuzione sovrannaturale, a determinare la modernità e l’efficacia dall’opere.

Questo stesso fascino (e disagio) torna nelle apparizioni di Havana Segrand in Map To The Stars: la madre defunta torna sotto forma di fantasma per accusarla di calunnia, ma i traumi che la attanagliano sono veri? Sono finti? Da cosa deriva questa angoscia, questo vuoto? E perché Benjamin è perseguitato sia dal fantasma di una ragazzina visitata in ospedale sia da quello di un bambino del quale nemmeno sapeva l’esistenza?

In questa nuova opera di Cronenberg l’orrore quindi sta nel il passato che ritorna e brucia tutto -di nuovo- e l’unica via di salvezza, di scampo, è non averlo, un passato.

Julianne

Ma, quali sono state le pellicole di Cronenberg ad aver avuto più successo al botteghino nell’arco della sua lunga carriera? Andiamo a vedere la classifica dei primi cinque film più apprezzati dal pubblico in sala.

1 • 2005 A History of Violence • $61,477,797

I precari equilibri della serenità umana.

[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=qUo9Js4j-w0[/youtube]

• 2007 La Promessa dell’Assassino • $55,367,342

I russi, i tatuaggi, la mafia e identità indecifrabili.

[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=yoForn4431g[/youtube]

 3 • 1986 La Mosca  • $37,585,000

Body horror.

[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=t1MiTistDxU[/youtube]

4 • 1983 La Zona Morta • $20,766,000

Cronenberg goes Stevan King: traumi e visioni.

[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=CuTeRM_8egk[/youtube]

5 • 1981 Scanners • $14,200,000

Duelli telepatici.

[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=8C_yd8Dufhw[/youtube]

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2 Commenti

  • I 8 mesi non vi siete ancora accorti di aver sbagliato a scrivere il titolo del film. E ben 3 volte, tra l’altro.

    • hei Gino…scusa avevamo dimenticato la “s” nel titolo. nel pezzo era scritto giusto… i lettori partacipano al Blog… un giornale di cultura è fatto da tutti, insieme. grazie!!

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