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Pintoricchio a San Gimignano. La Pala dell’Assunta e gli anni senesi a settembre

Bernardino di Betto detto il “Pintoricchio” (Perugia 1454-Siena 1513) Madonna con il Bambino e San Giovannino
Bernardino di Betto detto il “Pintoricchio”
(Perugia 1454-Siena 1513)
Madonna con il Bambino e San Giovannino

San Gimignano, Palazzo Comunale, Pinacoteca
6 settembre 2014 – 6 gennaio 2015

Pintoricchio a San Gimignano. Il 6 settembre apre al pubblico nella Pinacoteca civica del borgo turrito una mostra dedicata al pittore umbro Bernardino di Betto, detto appunto il Pintoricchio. Pezzo forte delle mostra sarà la pala dell’Assunta che raffigura ai lati della Madonna in gloria i santi Gregorio Magno e Benedetto. L’opera fu dipinta tra l’ottobre 1510 e il febbraio 1512 per il monastero olivetano di Santa Maria Assunta a Barbiano, a pochi chilometri da San Gimignano e rappresenta l’ultima opera documentata dell’artista che morì l’11 dicembre 1513 in Siena, ove è sepolto, nella chiesa di San Vincenzo in Camollia. L’ultima stagione di attività del pittore è documentata in mostra anche da altre opere provenienti dalla Pinacoteca Nazionale di Siena quali la Madonna col Bambino e san Giovannino, la Sacra Famiglia e san Giovannino e la Natività, quest’ultima attribuita alla sua bottega. Sarà inoltre in mostra la Madonna col Bambino e san Giovannino proveniente dal Museo Diocesano di Città di Castello, a rappresentare l’ambiente umbro nel quale Pintoricchio si era formato prima di recarsi a Roma e dove aveva continuato a operare prima di essere chiamato a Siena .

Bernardino di Betto detto il “Pintoricchio” (Perugia 1454-Siena 1513) La Vergine Assunta tra i Santi Gregorio Magno e Benedetto
Bernardino di Betto detto il “Pintoricchio”
(Perugia 1454-Siena 1513)
La Vergine Assunta tra i Santi Gregorio Magno e Benedetto

Con questa iniziativa prende avvio un più ampio progetto che, con cadenza annuale, intende proporre un approfondimento critico e storico intorno ai capolavori e ai maestri presenti nelle collezioni civiche. Come questa che ora si apre su Pintoricchio e quella che è in preparazione per il 2015 su Filippino Lippi e i suoi meravigliosi tondi, ogni mostra sarà costruita con prestiti importanti, anche se numericamente limitati per le esigenze dello spazio espositivo, scelti per raccontare una vicenda artistica che ha lasciato una testimonianza di grande rilievo nel patrimonio storico e artistico di San Gimignano.

Seguace del “Pintoricchio” (primo decennio del '500) Adorazione dei pastori
Seguace del “Pintoricchio”
(primo decennio del ‘500)
Adorazione dei pastori

Come rileva Cristina Acidini nel catalogo della mostra, edito da Giunti Arte Mostre e Musei, «se fra le altre insigni opere d’arte rinascimentale il Museo Civico di San Gimignano può esporre l’ultima grande pala di Bernardino Betti detto il Pintoricchio, con la Madonna in gloria tra i santi Gregorio Magno e Benedetto (1510-1512), ciò dipende strettamente dalla convergenza per certi aspetti eccezionale dei percorsi di storie diverse – nella storia civile e nello sviluppo economico, così come nella religione e nella cultura secolare –, una convergenza che fece fiorire la stagione artistica rinascimentale in Firenze e in Siena, includendo in essa San Gimignano, che dalle due città era ed è geograficamente equidistante».

Bernardino di Betto detto il “Pintoricchio”  (Perugia 1454-Siena 1513) Sacra Famiglia e San Giovanni
Bernardino di Betto detto il “Pintoricchio”
(Perugia 1454-Siena 1513)
Sacra Famiglia e San Giovanni

Don Andrea Bechi, responsabile dei Beni culturali per l’Arcidiocesi di Siena, Colle di val d’Elsa e Montalcino, ci offre una lettura del significato più profondo della pala dell’Assunta: «L’immagine dipinta da Pintoricchio trasmette un convinto invito al carisma monastico, quale possibilità di anticipare la condizione celeste già durante l’esistenza terrena. In effetti la Madonna, vera e propria Regina degli angeli, irrompe nel paesaggio e si staglia maestosa all’interno di una mandorla, assisa sulle nubi del cielo e circondata da creature angeliche, due delle quali addirittura si abbassano al ruolo di sgabello per i piedi della Vergine. La città, invece, con i suoi traffici, rimane lontana, sparisce sullo sfondo, oscurata dalla grande sagoma della Vergine in mandorla, e perde di qualsiasi interesse al cospetto della sua imponente e dolce persona».

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