PALAZZO ZABARELLA DAL 6 SETTEMBRE AL 14 DICEMBRE 2014
La presentazione di Anna Orlando
Se una ragazza vi guarda intensamente negli occhi, poggia il mento sulla mano e il braccio sul ginocchio. Se ha le gambe accavallate e l’abito che indossa scivola su un lato lasciando che si vedano le scarpe. Se la ragazza si è tolta il cappellino ed è un po’ spettinata, non vi lascerà indifferenti. Perché è bellissima. Ma anche perché si tratta di una giovane di fine Ottocento. E tutti quei dettagli per noi oggi insignificanti avevano allora una portata rivoluzionaria.
Quella rivoluzione, senza fucili né forconi, ma vinta con le armi di sensualità e bellezza si chiama Belle Époque. E le protagoniste, ovvio, sono le donne.
Sarete catapultati in questo universo al femminile se visiterete la mostra che apre sabato a Padova, in Palazzo Zabarella, dove il titolo “Corcos. I sogni della Belle Époque” s’ispira al capolavoro del 1896 che è il perno dell’esposizione. Quando Vittorio Corcos (Livorno 1859 – Firenze 1933) sceglie di ritrarre quella giovane che vedrete e decide di non darle un nome, ma di intitolare il quadro “Sogni”, è cosciente della propria modernità. E cavalca, con successo inaudito, l’onda impetuosa del nuovo, che gioca tutto con colori e pennelli.
Le opere esposte a Padova, un centinaio, soprattutto ritratti da collezioni private, sono la cronaca di un’epoca che aristocrazia e alta borghesia in tutt’Europa vedono scivolare dolcemente di salotto in salotto, nei caffè, lungo i viali alberati e i parchi di Parigi o sulle spiagge assolate di Castiglioncello. Corcos fa parte di quell’ambiente, è uno di loro, e la moglie si dà un gran daffare per ricevere, secondo i cliché dell’Italia umbertina e di quel bel mondo, nella casa al mare, la villa che sarà poi di Alberto Sordi, o a Firenze, dove si stabilisce dopo il matrimonio nel 1887 con Emma Ciabatti vedova Rotigliano. Che poi non è altro che “la gentile ignota” dei versi di Giovanni Pascoli. Sono gli anni in cui l’intimismo triste di Giosuè Carducci lascia il campo alle seduzioni di Gabriele D’Annunzio, e Corcos, da buon letterato, autore egli stesso di saggi e novelle, frequenta anche poeti, musicisti, attori.
Riguardate un attimo la posa di quella ragazza sognante seduta sulla panchina a cui il pittore non dà un nome. Ricorda la sensuale evanescenza di Eleonora Duse, donna simbolo di modernità.
Così spiega Fernando Mazzocca, curatore insieme a Ilaria Taddei e Carlo Sisi:
<<“Sogni” è qualcosa di più di un ritratto. Quella giovane donna diventa l’emblema della femminilità fin de siècle e in questo capolavoro Corcos dimostra di interpretare in modo magistrale lo spirito dell’epoca>>.
Lo sguardo della ragazza, sospeso tra inquietudine, malinconia e sfida, parla, attraverso il suo pennello, di emancipazione, intraprendenza, audacia, indipendenza. E non deve stupire se l’opera, non su commissione e acquistata solo più tardi dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, fu un vero scandalo nel 1896.
Corcos era tornato da Parigi dieci anni prima. Vi aveva vissuto per sei, dopo essersi formato a Napoli con Domenico Morelli. La capitale francese, lo aveva capito, era una tappa necessaria per spiccare il volo. Anche se là Giovanni Boldini era un concorrente troppo forte. Lo aveva conosciuto e ne ammirava le doti insuperabili. Boldini sapeva interpretare al meglio la bellezza di Parigi e delle sue dame e Corcos voleva fare lo stesso. Si scagliò anzi contro i pittori d’avanguardia che dipingevano “una femminilità schifosa”, come disse lui stesso.
<<Alludeva probabilmente a Edgar Degas e a Toulouse-Lautrec , che negli stessi anni svelavano il volto più misero, realistico e crudo della città>>, spiega Mazzocca.
Corcos preferì essere primo in Italia, piuttosto che secondo a Parigi. Lasciò il ring pensando di non poter competere con il successo di Boldini e fu premiato dalla fama una volta rientrato in patria.
Seppe pescare a piene mani nel passato, adattando il modello della ritrattistica ufficiale di corte, quella che va dalle dame rinascimentali di Leonardo a quelle di Canova e Jacques-Louis David, passando attraverso l’aristocrazia di Van Dyck, ai nuovi canoni estetici della Belle Époque. La magia del suo successo sta nell’equilibrio tra tradizione e modernità.
CORCOS
I sogni della Belle Époque
A PALAZZO ZABARELLA DAL 6 SETTEMBRE AL 14 DICEMBRE 2014
Tel. (+39) 049 8753100
Fax (+39) 049 8752959
gestione@palazzozabarella.it
Palazzo Zabarella, Padova
Via degli Zabarella, 14
ORARIO
dal martedì alla domenica
dalle 9.30 alle 19.00
la biglietteria chiude alle ore 18.15.
Chiuso i lunedì
Aperto lunedì 8 dicembre
BIGLIETTI
Intero € 12,00
Ridotto € 10,00
Over 65 anni.
Ridotto € 6,00
Ragazzi dai 6 ai 17 anni (minorenni), studenti fino ai 25 anni.
Biglietto Aperto * € 15,00