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Parabiago celebra Giuseppe Maggiolini, maestro del mobile neoclassico

Giuseppe Maggiolini. Cassettone con piano in marmo, 1790
Giuseppe Maggiolini. Cassettone con piano in marmo, 1790 (particolare)

20 settembre 2014 – 9 novembre 2014, Parabiago

Nel bicentenario della morte di Giuseppe Maggiolini la Fondazione Carla Musazzi in collaborazione con l’Amministrazione comunale di Parabiago, dedica una mostra e un ciclo di manifestazioni culturali al celebre ebanista.

La mostra “Giuseppe Maggiolini. Un virtuoso dell’intarsio e la sua bottega in Parabiago” si svolge dal 20 settembre al 9 novembre nelle sedi di Palazzo Maggi Corvini (via Santa Maria 27) e della Fondazione Museo Carla Musazzi (via Randaccio 11).

Nello stesso periodo un fitto calendario di conferenze e incontri sull’ebanista e la sua epoca, tra cui  si segnala:

  • 3 ottobre, la conferenza di Enrico Colle: “Maggiolini e il mobile neoclassico italiano”
  • 17 ottobre, la conferenza di Mami Azuma: “Il legno questo sconosciuto”
  • 24 ottobre, la conferenza di Andrea Bardelli : “Tra Milano e Parabiago alcune figure di ebanisti sulla scia di Maggiolini: GBM, Francesco Preda e Giuseppe Maroni”.

L’arciduca Ferdinando d’Austria nominò Maggiolini Intarsiatore della Corte Asburgica, a testimonianza della grande considerazione di cui godeva presso i reali austriaci. Una fama che Giuseppe Maggiolini si era conquistato con la straordinaria abilità nella realizzazione di mobili intarsiati. Partito dalla sua bottega di Parabiago, una cittadina della provincia di Milano, Maggiolini ebbe la grande occasione quando il marchese Pompeo Litta gli commissionò un canterano e altri arredi per la sua villa di Lainate. Il grande successo che ottennero le sue realizzazioni gli aprì le porte delle altre famiglie nobili. I mobili prodotti a Parabiago furono apprezzati e commissionati a Vienna, Pietroburgo, Parma, Modena, Firenze e Napoli.

Amico e collaboratore dell’architetto Giuseppe Piermarini e del pittore Andrea Appiani, Maggiolini raggiunse una somma maestria nella realizzazione di cassettoni, stipi, tavolini, comodini arrivando ad impiegare 86 tipi di legno differenti.

Alcuni di questi veri e propri gioielli di artigianato sono esposti nella mostra di Parabiago, insieme a una serie di documenti, in gran parte inediti, che testimoniano del rapporto dell’artista con la sua città.

Le celebrazioni comprendono anche una serie di appuntamenti culturali su Maggiolini e i costumi della sua epoca: “come ci si vestiva nel ‘700”, “come si imbandiva la tavola” e altri aspetti della vita del tempo. Il calendario completo è reperibile sul sito del comune.

Giuseppe Maggiolini. Cassettone con piano in marmo, 1790
Giuseppe Maggiolini. Cassettone con piano in marmo, 1790

Intervista a Enrico Colle, curatore scientifico della mostra

La curatela scientifica della mostra è affidata a Enrico Colle, specialista nel campo delle arti decorative, che ha collaborato allo studio e alla catalogazione degli arredi di grandi residenze nobiliari in tutta Italia, da Palazzo Pitti a Firenze alla Reggia di Caserta, alle dimore sabaude.

“In occasione della redazione del catalogo generale dei mobili del Castello Sforzesco di Milano – spiega Colle – ho incominciato ad appassionarmi agli arredi di Giuseppe Maggiolini conservati in quella raccolta e da allora ho continuato ad approfondire in vari interventi l’argomento.”

Quali sono le peculiarità della mostra di Parabiago?
La mostra, l’unica allestita in Lombardia per celebrare il bicentenario della morte di Maggiolini, è stata pensata come un itinerario attraverso la vita ed alcune delle opere eseguite dall’ebanista, ed ora in collezioni private, confrontate con altre uscite dalla sua bottega all’interno della quale si formarono alcuni dei migliori intarsiatori lombardi che continuarono, aggiornandola alle mode ottocentesche, l’opera del loro maestro.

Quali sono le tappe fondamentali della carriera di Maggiolini?
La vicenda artistica e biografica di questo ben noto ebanista è rimasta a lungo confusa nella memoria nostalgica del suo primo biografo, Giacomo Antonio Mezzanzanica. Maggiolini nasce a Parabiago il 13 novembre 1738, verso i sedici anni rimane orfano di padre. Fino ai vent’anni lavora come garzone nel monastero di Sant’Ambrogio della Vittoria. Il sacerdote Antonio Maria Coldiroli, del quale esistono ancora dei disegni nel Fondo grafico del Maggiolini nel Castello Sforzesco, sarà per lui un amico fraterno e un maestro.

La data fondamentale nella vicenda artistica dell’intarsiatore è l’anno 1765 quando l’ornatista Giuseppe Levati, occupato nella decorazione di palazzo Litta a Lainate, entra nella bottega di Parabiago e commissiona degli arredi per il nobile milanese che riscuoteranno un grande successo presso l’aristocrazia cittadina tanto che di lì a poco anche gli arciduchi si serviranno di Maggiolini per completare l’ammobiliamento delle loro residenze di corte.

Qual è l’importanza della bottega?
Di mobili Maggiolini documentati  – precisa Colle – ne esistono pochi, vi sono invece tutta una serie di arredi riconducibili alla sua bottega che spesso riutilizzava i disegni forniti all’intarsiatore dai grandi artisti dell’epoca, come ad esempio il Levati, Giocondo Albertolli o Andrea Appiani, per realizzare cassettoni, tavolini ed altre opere secondo i dettami del gusto neoclassico.

La mostra evidenzia anche il rapporto di Maggiolini con la sua città natale. “La città di Parabiago – conclude Colle – ha fatto e sta facendo una meritoria opera di rivalutazione e di diffusione di questa importante figura di artigiano e artista, se dopo la mostra il Comune vorrà continuare a promuovere gli studi su Maggiolini in particolare, ma anche sugli intarsiatori lombardi, questo potrebbe essere l’inizio per la realizzazione di un centro di documentazione sull’argomento da mettere a disposizione degli studiosi e degli appassionati di questo settore delle arti decorative italiane”.

 

Le sedi della mostra

PALAZZO MAGGI CORVINI
Via S.Maria, 27 – Parabiago
Di proprietà del comune di Parabiago è un edificio storico situato nel centro cittadino. L’edificio è tardo-rinascimentale, l’origine della costruzione dovrebbe risalire al XVI secolo. È stato completamente recu­perato alla fine degli anni novanta, è sede di un centro servizi, è dotato di sale espositive e per convegni. Vi si allestiscono mostre temporanee. Nella sale al piano terra sono collocati mobili ed effetti, provenienti da collezioni pubbliche e private, attribuiti al Maggiolini e alla sua bottega. In questa sezione, si prende in esame la documentazione esistente, depositata, in vari archivi della città, dalla quale si ricavano informazioni su alcuni aspetti della Parabiago di fine ‘700 primo ‘800 e sui luoghi che furono direttamente collegati alle vicende artistiche e biografiche del Maggiolini.

  • Riproduzioni di documenti d’archivio relativi alla piazza (planimetria chiesa, e disegno del Piermarini della sua facciata, acquisto casa da demolire, piantumazione platani) e alla città (disegno chiesa Madonna della Neve, e contratto per la sua costruzione, disegno del Coldiroli della chiesa della “Madonna di Dio ’l Sa’)
  • Riproduzioni di documenti d’archivio relativi all’intervento del Maggiolini sul Riale (petizione, sollecito e decreto)
  • Documenti in originale relativi al Collegio Cavalleri (acquisto casa con vigna, comprendente elenco lavori eseguiti dal Maggiolini, acquisto di parte del Collegio Cavalleri, testamento di Francesco Maggiolini a favore del Mezzanzanica, “codicillo”, vertenza del Mezzanzanica sull’eredità).

 

FONDAZIONE MUSEO CARLA MUSAZZI
Via Randaccio, 11 – Parabiago
Il museo è nato nel 1988 come esposizione di documenti e reperti significativi della storia locale, nelle diverse epoche. Nelle sue collezioni eterogenee convivono testimonianze degli sviluppi storici, artistici e culturali e delle personalità illustri del territorio. Il museo è dotato di una sala conferenze dove si tengono incontri pubblici. Il Museo ospita la sezione della mostra che documenta, attraverso una proiezione, come, nel corso del tempo, si sia rafforzata nella città la memoria di Maggiolini, concittadino illustre.

Essa comprende, tra l’altro, riferimenti a:

  • Il testo ottocentesco del Mezzanzanica sul Maggiolini, con annotazioni autografe dell’autore,
  • Una commedia di Robustiniano Fumagalli del 1938 dedicata al Maggiolini,
  • Le testimonianze sulle precedenti iniziative di commemorazione (1938/1965).

 

Inoltre, nella Sezione permanente dedicata a Maggiolini sono esposti:

  • La xiloteca, con i campioni di tutti gli 80 legni utilizzati dal Maggiolini.
  • Attrezzi da lavoro.
  • Tre tele provenienti dal soffitto della sala teatro del Collegio Cavalleri, ultima bottega del Maggiolini.

 

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