18 luglio – 1 ottobre 2014, Ortisei
Toccare legno nella cultura anglosassone è segno di buon auspicio. E’ proprio questo privilegiato materiale a fare da capolino alla IV dizione della Biennale Gherdëina intitolata Legno/Wood/Holz/Len.
Una manifestazione, curata da Luca Beatrice, interamente dedicata alla scultura contemporanea e che nasce come evento collaterale a Manifesta 7, che nel 2008 aveva dato l’opportunità ad artisti della Val Gardena, di farsi conoscere dal pubblico con le loro opere esposte nelle vie del centro cittadino.
Chris Gilmour, Sonia Leimer, Willy Verginer, Velasco Vitali e Bruno Walpoth sono gli artisti di fama internazionale che, per l’occasione, hanno allestito le installazioni dislocate nel centro della cittadina di Ortisei fino al primo ottobre.
L’inglese Chris Gilmour, residente ora a Udine, con la scultura St George, The Triumph of Good and Davil ha immaginato il ritrovamento di alcune casse, accatastate l’una sopra l’altra, contenenti reperti archeologici sopravvissuti a chissà quale catastrofe o naufragio. Per la sua realizzazione, l’artista si è misurato con un materiale a lui inusuale: infatti, abituato e conosciuto per la sua capacità di creare opere in cartone da pacchi, questa volta Gilmour ha utilizzato il suo materiale abituale solo per il modello iniziale, per poi lasciare agli artigiani del posto il compito di ricopiarlo scolpendo il legno.
Più concettuale invece Lavori in corso della giovane Sonia Leimer, artista originaria di Merano e residente a Vienna. Solitamente opera con video, scritte, lavori grafici e interventi modulari che si relazionano con lo spazio, sia virtuale che reale. Riprendendo abitudini secolari, quale l’uso dei banchi di lavoro degli artigiani della Val Gardena, l’artista , tramite i colori e le geometrie impiegate nella decorazione del legno, ha creato un connubio tra tradizione e cultura contemporanea.
Conosciuto in Italia per i suoi branchi di cani, Velasco Vitali si è nuovamente impegnato nella realizzazione di un’opera per un contesto cittadino. Aria, è una gigantesca mongolfiera in legno e ferro che si impone all’ingresso dell’area pedonale di Ortisei. Un’imponente scultura che imita la cassa armonica del violoncello e che enfatizza il bisogno di leggerezza e di distacco emulando, in questo modo, il volo dell’Albatros di Baudelaire.
Un impatto visivo decisamente più “pesante” è dato da Baumhaus del gardenese Willy Verginer. È come se un meteorite a forma di casa blu, fosse caduto in piazza Sant’Antonio e avesse distrutto gli alberi che fungono ora da sostegno. Un equilibrio, quello tra abitazione e radici, a prima vista instabile ma che in realtà crea una sinergia con la chiesa della piazza.
Siamo nel campo dell’arte strettamente figurativa nel caso di Laura non c’è di Bruno Walpoth. L’artista, originario di Ortisei, ha realizzato con l’aiuto degli artigiani locali un busto ligneo tagliato a metà e vuoto all’interno rappresentante una giovane donna. Viene presentata una sorta di “visione ribaltata”, come se l’osservatore fosse un moderno Gulliver. E’ la scultura stessa che osserva e scruta le reazioni dei passanti nella piazza del paese.
Diversi stili e linguaggi sono, dunque, protagonisti di questa quarta edizione della Biennale Gherdeina, nella quale cinque sculture lignee dimostrano come l’arte contemporanea colga lo spirito particolare di questo antico materiale rendendolo interpretazione del presente e proiettandolo verso il futuro.
Biennale Gherdëina
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