Un’antica mappa disegnata su una pelle di pecora individua in Marco Polo colui che ha scoperto l’America duecento anni prima di Cristoforo Colombo, durante il viaggio in Asia che descriverà poi ne “Il Milione”.
Lo studioso di storia della cartografia Benjamin B. Olshin, docente alla Chicago University, ha decodificato 14 pergamene che costituiscono il cuore del libro “The Mysteries of The Marco Polo Maps“ che uscirà il prossimo mese di novembre. Una di queste pergamene, chiamata “Map with Ship”, riporta i contorni dell’Alaska e dello stretto di Bering quattro secoli prima che li scoprisse il danese Vitus Bering.
In realtà è lo stesso Olshin ad avere dei dubbi sull’autenticità delle pergamene. L’inchiostro usato non è infatti ancora stato testato e l’esame del radiocarbonio ha fatto risalire la pergamena al XV o XVI secolo, dunque probabilmente si tratta di una copia.
Nel volume, 176 pagine, pubblicato negli Stati Uniti, in lingua inglese, lo studioso raccoglie per la prima volta un’analisi ragionata, completa e approfondita sulla raccolta di mappe attribuite a Marco Polo e giunte fino ai nostri giorni in quanto conservate nella collezione privata di un italiano emigrato negli Stati Uniti: Marciano Rossi.
Olshin ha riunito tutte le informazioni disponibili del lungo percorso che dagli anni ’30 del novecento sono state raccolte da coloro che hanno cercato di dimostrare l’attendibilità delle mappe. Le analisi della Library of Congress, gli studi di J. Edgar Hoover, quelli del grande cartografo Leo Bagrow e perfino le indagini dell’F.B.I.
Un lavoro certosino e minuzioso che Olshin ha svolto nel tentativo di poter finalmente attribuire validità alle mappe e alle loro evidenze. Un viaggio molto affascinante in grado di offrire spunti di approfondimento sulla storia, sull’epoca delle grandi esplorazioni e le meraviglie della cartografia.
Un tassello importante per proseguire il cammino verso la soluzione del Mistero delle mappe di Marco Polo.
