Cinque record mondiali d’artista, un solo invenduto e un totale d’asta senza precedenti. L’Italian Sale di Sotheby’s ha scolpito nella storia un venerdì 17 ottobre da record, facendosi beffa di qualunque superstizione. Il catalogo promotteva bene: 49 opere, tutte perfettamente conservate e provenienti dalle più prestigiose collezioni private, eccezion fatta per un Santomaso e un Bonalumi, all’asta per la prima volta.
Si parte con un’opera su carta di Giacomo Balla che in una manciata di offerte supera le stime e trova proprietario per £338,500. Seguono un Morandi, un Cavaliere di Marino Marini da oltre £1 milione, e un De Chirico che battuto a £674,500 conferma la valutazione pre-asta.
Poi prende il via la carrellata dei nomi più attesi: da Fontana a Paolo Scheggi, da Turi Simeti, fino ad Enrico Castellani che con la sua “Superficie Bianca”, aggiudicata a più del doppio della sua stima massima, segna il primo record della serata.
Tocca poi ad Agostino Bonalumi, morto poco più di un anno fa e ultimamente rivalutato dal mercato, tanto da segnare immediatamente un altro record. La sua tela estroflessa, dal titolo “Bianco”, archivia il risultato più alto mai raggiunto dall’artista: £626,500. Il fil rouge di Sotheby’s è bianco, il colore di un “grande silenzio che ci sembra assoluto” – come scriveva Kandinsky.
Ma di certo non è silenziosa la serata da Sotheby’s ai piedi del Big Ben: le offerte si susseguono ininterrottamente. “Bianco”, un altro, questa volta firmato Turi Simeti, viene aggiudicato per £194,500: è record.
A ruota, in un crescendo di entusiasmo, partono i rilanci per un “Achrome” di Piero Manzoni. Bianco, ça va sans dire. Il risultato è stellare e la vendita si chiude a £12,626,500, avvolta da un vigoroso applauso che cristallizza un’asta memorabile. Dopo un altro record per il “Volume” di Dadamaino battuto a £122,500, Sotheby’s archivia il risultato più alto mai raggiunto nella storia delle Italian Sale: £41,412,650.
“Stiamo vivendo una nuova alba per l’arte italiana. Sin dagli inizi nel 1999, con la prima edizione dell’Italian Sale – che totalizzò GBP 5.2 M, €6.5 M ca– abbiamo seguito costantemente il mercato nella sua crescita, ma con questa XVI edizione si è compiuto un grande balzo in avanti. Siamo stati così fortunati da poter presentare dei lavori che sono il sogno di ogni collezionista, e il mercato ha premiato la loro qualità” – ha affermato Claudia Dwek, presidente di Sotheby’s Italia, vice-presidente di Sotheby’s Europa, e responsabile dell’asta.
L’arte italiana piace: Christie’s lo scorso febbraio 2014 ci aveva già aperto gli occhi con la sua vendita “Eyes Wide Open”, dedicata alla collezione di Arte Povera di Nerio e Marina Fossati che si era chiusa con 14 record d’artista per un fatturato totale di £38,427,400. E Sotheby’s lo ha confermato. Ma dove sono i veri contemporanei italiani?
I nostri Jeff Koons, Damien Hirst o Tracy Enim che vendono a cifre milionarie opere di recente datazione? Come è possibile che il mercato dell’arte italiana si sia fermato agli anni ’60?
A parte Cattelan, il cui record mondiale risale al 2010 da Sotheby’s, quando la sua scultura autoritratto era stata aggiudicata per €5,5 milioni, gli altri artisti della scena contemporanea italiana passano inosservati.
Sempre di Cattelan inoltre è l’unica briciola di tricolore inserita nella Post-War & Contemporary Art Evening Sale di Sotheby’s, aggiudicata entro le stime a £194,000. E purtroppo non ci si aspetta di meglio nelle prossime aste newyorkesi.