Fernando De Filippi. La rivoluzione privata 2. Così si intitola la mostra inaugurata l’8 gennaio 2015 alla Fondazione Mudima di Milano e visitabile fino al 6 febbraio 2015.
L’esposizione, curata da Angela Madesani, storica e critica d’arte, si presenta come la raccolta delle opere di Fernando De Filippi (Lecce, 1940) compiute tra la fine degli anni Sessanta e gli anni Settanta. La rassegna è inoltre completata dalla pubblicazione del volume La rivoluzione privata 2, edito dalla casa editrice Prearo. Il testo costituisce un’ideale prosecuzione del libro pubblicato con lo stesso titolo nel 1974.
All’interno dello spazio espositivo, organizzato su due piani, è possibile osservare opere elaborate con differenti linguaggi e provenienti da diverse serie, relazionate tra loro e inserite nel tempo storico in cui sono state realizzate.
La visita prende inizio con Autobiografia (1970-1975), esperienza totale e lavoro pittorico in cui il protagonista è Lenin, di cui De Filippi conosce ogni aspetto attraverso i libri, i reperti e le stampe che ha raccolto nel tempo. L’artista non intende trascrivere la natura ma la cultura, non compie un ritratto di Lenin ma dei documenti che lo riguardano.
A Lenin è dedicato anche Il grande lenzuolo (1972), fusione di teoria e prassi; di questa opera non rimane che una serie fotografica composta da cento immagini, della quale una piccola selezione è visibile in mostra.
Lo stesso valore dato all’esperienza si può leggere all’interno delle Trascrizioni (1975), definite da De Filippi come funzioni formali staccate dalla propria definizione, dove il momento della rappresentazione viene considerato come il momento finale, dimostrativo di una lunga pratica. A detta dell’artista si tratta del lavoro più difficile che io abbia affrontato. Ha richiesto un numero infinito di prove.
Il passo ulteriore legato alla figura di Lenin fu Sostituizione (1974), appropriazione a livelli di frequentazione quasi quotidiana, nella sfera privata e non soltanto politica del rivoluzionario. Di questa performance composta da 150 passaggi di trucco, rimangono, entrambi visibili in mostra, una raccolta di immagini che mostrano la trasformazione e un video.
Sempre legata alla scrittura è l’opera Tra esibizione e occultamento (1976), dove le lettere vengono create tramite formine di metallo, che il mare lambisce cancellandole.
De Filippi all’interno del catalogo parla a riguardo dell’opera, di performance privata; poiché il mare erode immediatamente l’opera, la persona dell’artista funziona come autore, spettatore e unico protagonista dell’azione.
Al piano superiore della Fondazione, sono visibili le opere legate all’importanza della manualità, pensiero riassunto perfettamente dall’artista stesso nello slogan La mano non è soltanto l’organo del lavoro, è anche il suo prodotto.
In relazione a questo pensiero sono visibili alcuni lavori dedicati alle pratiche di comunicazione diretta, realizzati attraverso l’affissione di messaggi estrapolati dagli scritti sull’arte di Marx, Engels, utilizzando i canali riservati alla comunicazione pubblicitaria per la distribuzione delle idee. L’artista si serve dei differenti linguaggi utilizzandoli per fini opposti a quelli per cui sono stati organizzati.
La mostra raccoglie opere che mostrano una stretta connessione tra loro e rievocano un periodo estremamente attivo, dove il pensiero politico e artistico riescono a restituire momenti storici indelebili.
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INFORMAZIONI UTILI:
Fernando De Filippi. La rivoluzione privata 2.
Curata da Angela Madesani
Dall’ 8 gennaio al 6 febbario 2015
Fondazione Mudima, Via Tadino 26, Milano
02.29409633
Orari: Lunedì – Venerdì 11.00 – 13.00 / 15.00 – 19.30
Ingresso gratuito
Catalogo Giampaolo Prearo Editore
www.mudima.net
info@mudima.net