A occhi spalancati
Capolavori dal Museo dell’Impressionismo Russo di Mosca
Dal 13 febbraio al 12 aprile 2015 a Palazzo Franchetti
Le prestigiose sale di Palazzo Franchetti, sede dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, ospitano “A occhi spalancati”, una grande mostra che presenta, in anteprima mondiale, cinquanta capolavori del futuro Museo dell’Impressionismo Russo che sarà inaugurato a Mosca nell’autunno 2015.
La rassegna veneziana, curata da Yulia Petrova -direttrice del futuro museo moscovita – e da Silvia Burini e Giuseppe Barbieri -responsabili del Centro Studi sulle Arti della Russia dell’Università Ca’ Foscari di Venezia- permetterà al pubblico italiano ed internazionale di conoscere un’importante tendenza artistica che caratterizzò la Russia tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, rimasta pressoché sconosciuta, anche ad un pubblico di esperti.
Di solito, quando si parla di arte russa, si fa riferimento a due grandi periodi storici: il periodo delle icone, preziose immagini sacre della tradizione ortodossa, e il periodo dell’Avanguardia russa, il movimento rivoluzionario dei primi del ‘900 che, seguendo con interesse ed autonomia i moti culturali dell’Europa occidentale, approdò a esiti nuovi ed inaspettati grazie alla ricerca di Chagall, Kandinskij, Tatlin, Rodčenko e Malevič, per citarne alcuni.
Questi artisti, accomunati dalla volontà di rompere con la tradizione accademica classica, si fecero interpreti di un mondo che stava cambiando. Per comprendere appieno gli esiti poliedrici e la portata innovativa di questo movimento d‘avanguardia, è necessario fare un passo indietro per indagare con attenzione ciò che ha anticipato, ed in qualche misura maturato, questa grande fase di rinnovamento artistico e culturale: il periodo impressionista.
Si può parlare di Impressionismo senza fare esclusivo riferimento alla Francia?
Questo interrogativo, che da oltre cento anni turba le coscienze degli artisti, può dirsi ormai superato grazie alla mostra “Impressionismi in Europa. Non solo in Francia”, curata nel 2001 dal Professor Renato Barilli, i cui studi hanno evidenziato l’esistenza di numerose linee di sviluppo impressionista non facenti esclusivamente capo alla Francia.
Esiste perciò un modo nuovo di intendere l’impressionismo, non più come corrente bensì come specifica modalità di guardare al reale che, prendendo le mosse dal modello francese, si sviluppò poi in modo autonomo dando luogo ad una serie di varianti nazionali. In quest’ottica si parla di Impressionismo russo in riferimento ad un movimento artistico che, sviluppatosi a cavallo tra il XIX e il XX secolo – dieci anni più tardi rispetto a quello francese- divenne il linguaggio di paesaggisti come Fedor Vasil’ev, Vasily Polenov e Repin fino ad essere l’oggetto di studio privilegiato degli studenti della Scuola di Pittura, Architettura e Scultura di Mosca, che formerà alcuni dei protagonisti dell’Avanguardia.
La cultura russa si appropria dunque del modello impressionista francese rielaborandone la forma e i contenuti in modo creativo, con sviluppi e declinazioni originali. Gli impressionisti russi sono portatori di un’estetica nuova, l’estetica della vita quotidiana, e la difendono sostenendo la preminenza del momento, quell’istante soggetto al divenire che è destinato a finire, ad esaurirsi come la luce riflessa sulla retina.
Tuttavia, la ricerca di Polenov, Korovin -il più famoso esponente della corrente- Serov, Dubovskoj, Stolica, Juon e dei molti altri artisti presenti in mostra, non si esaurisce nel cercare di restituire la rifrazione, il vivace vibrare della luce sulla natura: nei loro paesaggi e scorci di vita quotidiana c’è una continua ricerca di profondità fisica e ontologica.
La pittura impressionista russa trascende la ricerca della pura bellezza ed elabora un nuovo modo di guardare al reale che si impone come metodo, non come stile. Uno stile che si confonderà poi con l’Art Nouveau e il Realismo socialista, continuando ad affascinare gli artisti del Novecento fino al periodo post staliniano.
La mostra – un’esposizione di cinquanta opere organizzate in un percorso tematico che racconta la Russia attraverso il paesaggio, la scena urbana e la figura in un interno- partendo dalle prime rielaborazioni di matrice ancora francese fino alla loro complessa evoluzione, aiuta a comprendere come l’Impressionismo, più che una tendenza, sia un modo di guardare alle cose ancora straordinariamente attuale.
Al rigore scientifico con cui la mostra affronta la problematica questione della periodizzazione si unisce un allestimento accattivante che ricostruisce il peculiare sguardo che gli impressionisti russi esercitavano sulla natura, grazie all’impiego di un interessante apparato multimediale. Con l’utilizzo di finestre video -blob in cornice d’epoca che dialogano con le opere in sala- e strutture multimediali che, sfruttando le ultime tecnologie a disposizione, ricostruiscono alcune dinamiche dello sguardo impressionista, l’allestimento permette al fruitore di esperire in prima persona la percezione che gli impressionisti avevano della realtà che li circondava, di coglierne la traduzione pittorica grazie a speciali ingrandimenti che permettono di osservare da vicino la larga pennellata ma anche di riflettere sulla dinamicità interna insita nel movimento impressionista, poi restituita dal cinema grazie alla possibilità di fissare la fugacità del momento in una dimensione temporale perenne.
Il Museo dell’Impressionismo Russo di Mosca nasce per volontà di Boris Mints, un importante uomo d’affari moscovita che, spinto dalla sua passione per l’arte e dalla volontà di far conoscere al mondo un periodo di ricerca artistica pressoché sconosciuto, circa dieci anni fa iniziò a collezionare opere appartenenti al periodo impressionista russo, favorendo così il ritorno in Russia di numerosi dipinti da tempo presenti sul mercato occidentale.
Il Museo -che nascerà a Mosca in una zona di grande interesse per l’archeologia industriale del XIX secolo e sarà oggetto di un importante intervento di riqualifica- non mira soltanto ad ospitare la collezione privata del signor Mints ma vuole essere uno spazio poliedrico e dinamico, capace di offrire al pubblico la possibilità di immergersi nello sguardo impressionista grazie ad un’esperienza multimediale e interattiva che utilizza tecnologie all’avanguardia per sviluppare attività didattiche e strutture di ricerca.
La struttura, di natura privata, si sviluppa in 3000 m₂ progettati per garantire il più alto livello di rispetto delle normative internazionali di conservazione, suddivisi in tre spazi espositivi: uno spazio destinato ad ospitare la collezione permanente e due sale dedicate a mostre temporanee a cui si affianca una sala cinema, un grande apparato multimediale connesso ad un laboratorio educational e un centro di ricerca e restauro che si occuperà in prima persona degli interventi di conservazione necessari alla collezione.
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INFORMAZIONI UTILI:
A occhi spalancati.
Capolavori dal Museo dell’Impressionismo Russo di Mosca
Dal 13 febbraio al 12 aprile 2015
Palazzo Franchetti
Campo Santo Stefano,
San Marco 2847, Venezia
Apertura al pubblico: da martedì a domenica con orario 10-18
Chiuso il Lunedì
Ingresso libero
Catalogo: Terra Ferma
Ho molti quadri russi tra i i quali korovin ,sishkin,tropinin,perov ed altri mi sarebbe piaciuto esporli nella mostra