L’Isola dei famosi numero 10 non è solo la prima versione Mediaset, ma anche e soprattutto quella del meraviglioso trio Siffredi-Signorini-Venier, un indimenticabile terzetto comico che si esalta alle battute possibilmente più lascive come fanno i bambini dell’asilo al cinema della parrocchia, appena vedono arrivare Zorro sullo schermo.
Così, quando nella seconda settimana, tra tutti quei «morti di fama» approda la Cristina Buccino, col suo passo felpato, le sue curve e i suoi seni prosperosi, esibiti come di dovere sotto lo sguardo molto attento di Rocco, che si lamenta con lei, a modo suo: «Di solito coccolo le donne, ma tu sei pericolosa, molto pericolosa. Ragazzi, è partita la bestia, lo sento…», dallo studio partono squittii e strilli di risate, manco fossimo su Scherzi a parte.
A noi non sembra proprio una battuta da scompisciarsi, anche perché magari la bestia è partita davvero e allora sono problemi seri in prima serata, ma a giudicare dalla felicità anche grossolana di Mara Venier e Signorini, con la Marcuzzi a latere che saltella di gioia, ci siamo sbagliati di sicuro.
D’altro canto il target è questo, e bisognerebbe cominciare ad abituarsi. E’ tutto un doppio senso sul duro e maschio che scatena i sorrisi compiaciuti dei soliti Venier e Signorini, che fanno da sponda in studio ai vari riferimenti del re del porno, tipo quest’altro, sempre con la Cristina che cammina tutta sciantosa sulla spiaggia: «L’avete fatto apposta per rendere tutto più duro». E via con gli ammiccamenti da chi la sa lunga, ma che bravo, che forte.
Certo, molte cose sono rimaste come nelle precedenti edizioni. Le lacrime, ad esempio. Quello è un cult irraggiungibile dell’isola. La povera Rachida Karrati, ex concorrente di Masterchef, ne è la star incontrastata.
L’altra sera, quando l’hanno chiamata per il voto (il seggio è da dieci edizioni una valle di lacrime, piangerebbe pure Mike Tyson), prima ancora di entrare in scena è scoppiata a piangere urlando, con le braccia protese in avanti, i nomi forse dei suoi nipotini o dei suoi figli, giuro che non siamo riusciti a capire.
Di solito, il meccanismo è questo: dallo studio ti chiamano e tu ciao Alessia, è dura, ma sono un vero uomo (o una vera donna), e lo dimostrerò.
Poi ti fanno vedere i parenti da casa, gli amici, una nonna morta, la prima fidanzata che ti metteva più corna lei di un’attrice porno, o il compagno di banco che ti ficcava sempre i petardi sotto il sedere, e tu scoppi in lacrime singhiozzando, invariabilmente, da vero uomo, o da vera donna, per il dolore insopportabile della lontananza. «E’ dura Alessia, ma ce la farò». La scena è sempre la stessa.
Secondo me, non è neanche colpa loro: li frustano se non lo fanno. A Valerio Scanu dopo ciao Alessia, è dura, eccetera eccetera, hanno fatto appena vedere tre piccoli cagnolini che s’incroccavano contro una porta, e lui s’è subito coperto la faccia con le mani per nascondere le lacrime. «Sono la mia vita», ha detto singhiozzando. «Forse, tutta la mia vita». Grande prestazione.
Ma dopo di lui c’era Rachida, che prima di arrivare era già lì che urlava e piangeva. Alessia ha guardato sulla scaletta ed è rimasta un po’ stupita: «Rachida guarda che non abbiamo nessuno da farti vedere», l’ha avvisata, «questa settimana non tocca a te…».
L’altra ha pianto più di prima, più forte ancora, per nipoti, nipotini, parenti stretti vicini e lontani, chi ci capiva niente. Alessia s’è rassegnata: «Però ti salutano tanto». E allora è partito un concerto di grida e lacrime. Scanu cancellato.
In questo contesto, fra uomini e donne vere, nella versione macho dell’Isola dei famosi numero 10, va di moda l’insulto al femminile. Valerio Scanu diventa «la Valeria» e Pierluigi Daco «l’isterica», copyright del maschio per eccellenza, Rocco Siffredi.
Dallo studio gli chiedono di spiegare perché: «Quando ha criticato Cristina non sembravano le parole di un uomo, ma di una donna che parla di una sua concorrente», insiste il re del porno.
Daco ascoltava assorto, un po’ di sottecchi, con una certa superiorità malcelata, che la barba lunga faceva molto vissuta. Devono avergli fatto credere che è l’intellettuale del gruppo, e lui, che lo pensava già da parecchio tempo, purtroppo ci ha creduto per davvero. Sin dall’inizio, è sceso dall’elicottero con un tocco di classe degno dei suoi famosi trascorsi da docente universitario o da cronista di grandi inchieste: «Alessia, mi tuffo nella televisione popolare».
Siccome nessuno ha mai ricordato né le sue lezioni né i suoi articoli, hanno fatto finta di credergli. Daco da allora spara pippe noiosissime sui valori del gruppo, della lealtà e delle gare in tv, e di tutte quelle altre cretinate che si tirano fuori per abbindolare gli altri, quando si pensa che siano più fessi di noi. Da come ascoltava Rocco che gli dava dell’isterica, però, deve aver pensato che non era consigliabile avventurarsi in dispute di sorta. «Io accetto sportivamente tutte le critiche». Meglio star zitto.
Che miracolo, niente pippotti per le nostre orecchie, una volta tanto. Anche perché devono essere loro i due protetti di Alfonso Signorini, il vero deus ex machina del terzetto comico e forse dell’isola, con la chiassosa casalinga di Venezia a far da spalla. Conviene non pestarsi i piedi, adesso. Per i morti di fama è solo l’inizio.