Passeggiare tra le rovine antiche e incontrare l’arte contemporanea. Succede ad Ostia Antica, dove accanto ai resti della città romana da ieri si possono ammirare le opere di Giacomo Manzù in occasione della mostra “Manzù. Le donne e il fascino della figura”. Il progetto a cura di Lea Mattarella, apre un dialogo nell’area archeologica tra la storia antica e la bellezza, ospitando trenta opere del maestro bergamasco.
Un fil-rouge si snoda tra le statue di divinità esposte nel museo e il fascino della donna di Manzù, tra i suoi lavori e le antiche teste auliche e stilizzate.
Il percorso espositivo si conclude nell’ultima sala del Museo, dove è allocata la grande tela intitolata Pittore e modella, del 1958, e si snoda attraverso una serie di sculture e disegni in cui la figura, prevalentemente femminile, viene investigata con passione meticolosa, attraverso le tecniche espressive che furono tre le preferite del Maestro bergamasco: carboncino, acrilico, olio su tela, sculture in bronzo. La donna, di cui è visibile il capolavoro che Manzù tenne nella sua camera da letto per tutta la vita e che ritrae la moglie Inge, ricondotta all’essenza e alla forza del suo essere, denudata di ogni vanità terrena, è fonte inesauribile d’ispirazione per l’artista che la ritrasse fin dal 1935, in opere agli antipodi dall’approccio accademico. All’esterno le sculture dialogano sia con la storia millenaria del luogo, animando di figure l’antica città, sia con i visitatori che potranno apprezzare da vicino il lavoro del Maestro bergamasco.