The Look of Silence, torna al cinema il documentario di Joshua Oppenheimer.
Unipol Biografilm Collection e I Wonder Pictures presentano in 23 sale del circuito UCI Cinemas un appuntamento settimanale dedicato al genere cinematografico che fa dello sguardo diretto sulla realtà la propria caratteristica principale, il documentario.
Ogni martedì sarà possibile assistere in sala ai più coinvolgenti racconti di vita, narrati da autori premiati nei più prestigiosi festival del mondo, presentati in lingua originale con i sottotitoli in italiano.
Il sesto appuntamento della rassegna, martedì 31 marzo alle ore 20.30, sarà la proiezione speciale di The Look of Silence di Joshua Oppenheimer, il film vincitore del Gran Premio della Giuria alla 71a Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia e di numerosi altri premi internazionali.
Indonesia: tra il 1965 e il 1966 il generale Suharto prende il potere e dà il via a una delle più sanguinose epurazioni della Storia. Con la complicità e il supporto dell’esercito indonesiano, gruppi para-militari massacrano oltre un milione di persone, tra comunisti, minoranze etniche e oppositori politici. Nato nel 1968, Adi non ha mai conosciuto suo fratello, mutilato e ucciso barbaramente da alcuni membri del Komando Aksi nell’eccidio del Silk River. I
Il regista Joshua Oppenheimer, che già aveva rotto il silenzio sul genocidio indonesiano con il suo acclamato The Act of Killing scioccando pubblico e critica di tutto il mondo, porta Adi, il protagonista, a incontrare e confrontarsi con i responsabili di quell’atroce delitto, in un percorso che ha come obiettivo quello di tutti i grandi viaggi: la ricerca e l’affermazione della verità.
The Act of Killing ha mostrato quali sono le conseguenze quando costruiamo la nostra realtà quotidiana sul terrore e sulle bugie. The Look of Silence esplora invece cosa significa essere un sopravvissuto in una realtà nata da queste premesse. Girare un film sui sopravvissuti a un genocidio vuol dire addentrarsi in un campo minato di cliché, la maggior parte dei quali ha lo scopo di creare un protagonista eroico (al limite della santità) con cui identificarci, offrendo così la falsa illusione che, nella catastrofe morale di certe atrocità, non assomigliamo per niente ai persecutori.
Ma presentare i sopravvissuti quasi fossero santi per rassicurare noi stessi sulla nostra bontà significa usarli per ingannarci. È un insulto all’esperienza di vita dei sopravvissuti, e non ci aiuta affatto a comprendere cosa significhi sopravvivere alle atrocità, vivere una vita devastata dalla violenza di massa ed essere ridotti al silenzio dal terrore.
“Il risultato, The Look of Silence, è –ha dichiarato il regista– un poema che parla del silenzio che nasce dal terrore – un poema sulla necessità di rompere quel silenzio, ma anche sul trauma che dalla rottura di quel silenzio deriva. Forse il film finisce per essere un monumento al silenzio – un promemoria al fatto che, anche se vogliamo andare avanti, guardare da un’altra parte e pensare ad altre cose, nulla potrà ricomporre ciò che è stato spezzato. Nulla risveglierà i morti. Dobbiamo fermarci, comprendere le vite che sono state distrutte, trovare la forza di ascoltare il silenzio che ne consegue“.
Questa proiezione speciale di The Look of Silence in UCI è sostenuta da Amnesty International. Sul sito I Wonder Pictures il programma completo.