“Le piogge di questi mesi sono state devastanti per tutta la Domus Aurea tranne che qui” – ha affermato Francesco Prosperetti parlando del cantiere pilota della copertura futuristica e sostenibile per salvare la residenza neroniana dall’acqua.
Si tratta per ora di un rettangolo di 800 metri quadri sopra l’ala ovest, dove i lavori, partiti a maggio 2014, sono appena terminati. Oltre ad alleggerire il peso sulle volte affrescate sottostanti, questa copertura funzionerà anche da grande bacino per la raccolta, il drenaggio e il monitoraggio dell’acqua piovana che scende dal cielo e dell’umidità che sale dalle mura interrate.
Merito di quella “rivoluzione del carico statico e della qualità termo idrometrica” per la quale si sono dovuti sacrificare vecchi inquilini come “i lecci, pericolosissimi con le loro radici infiltranti”, ricorda il direttore del monumento Ida Sciortino nel suo ultimo giorno prima della pensione. Ma che e’ completamente “sostenibile”, sia per i costi di manutenzione del verde che per il peso (tolti gia’ 24 mila quintali di terra). E anche dal punto di vista storico-artistico, perché sopra alla nuova intercapedine coibentante il piccolo parco ricorda le fioriture dei giardini romani raccontati da Plinio e quasi replica anche le architetture della Domus, con quattro aiuole poste come la fontana sottostante e i vialetti che suggeriscono il cortile.
I lavori hanno poi restituito alla luce anche una necropoli del VI-VII secoli d.C, successiva quindi alle Terme di Traiano, e tracce di coltivazioni a vigneto di epoca settecentesca. Soprattutto, pero’, ricorda Prosperetti, il giardino pilota dovrà fare in modo che non si ricada in quell’errore fatale per gli affreschi che ispirarono Raffaello e il Pinturicchio, restaurati e riaperti al pubblico per il Giubileo del 2000 e oggi “tornati in condizioni di quasi illeggibilità” proprio perché non si è stati capaci di proteggerli.
“Traiano aveva condannato questo luogo alla damnatio memoriae – dice – oggi abbiamo l’orgoglio di credere che questo sia il progetto di salvezza”. Ma bisogna fare in fretta, perché i lotti da coprire sono 22.
Dal 2 aprile si avvia la sperimentazione del primo. Il secondo dovrebbe partire entro la fine dell’anno nell’ala est. Ma servono fondi.
“Ci troveremmo bene – dice Prosperetti – con 4 milioni l’anno di finanziamenti, per 5 anni”. E rilancia un appello ai mecenati, perche’ in 6 mesi il crowdfunding per il restauro generale della Domus Aurea ha raccolto solo 15 mila euro, dei quali la maggior parte dai biglietti per le visite guidate del weekend (un euro a visitatore) e meno 4 mila dalle donazione volontarie via web. Per fortuna, conclude, “c’è interesse da parte di sponsor, sia italiani che esteri. Stiamo programmando un bando come per il Colosseo, in cui a fronte di sponsorizzazioni saremo noi a dettare le regole per l’utilizzo del brand. Speriamo di pubblicarlo entro l’estate”.