Il 26 maggio a Firenze da Pandolfini, il totale venduto nell’asta di Gioielli e orologi è stato di 1.801.065 euro, con una percentuale di lotti aggiudicati che ha sfiorato il 77% del totale.
Il mondo dei preziosi ama le pietre importanti, le grandi firme, i marchi internazionali, una sintesi confermata dalle parole di Ilaria Ciatti, responsabile del dipartimento Gioielli e orologi della Casa d’Aste fiorentina: “I risultati hanno confermato che il mercato è sempre più orientato verso il gioiello firmato, le pietre di grande dimensione e gli orologi delle maison Rolex e Patek. Ciò è la dimostrazione che l’acquisto in questo settore non è più soltanto la soddisfazione di un piacere personale, ma un investimento la cui resa nel tempo cresce in proporzione alla qualità e alla rarità dell’oggetto”.
Hanno brillato diamanti, rubini e zaffiri, Bulgari e Cartier. Per gli orologi, sugli scudi si confermano Patek Philippe e Rolex, quest’ultima con un Cosmograph Daytona, in acciaio del 1967, con quadrante Paul Newman a tre colori – nero, bianco e rosso – particolarmente raro, battuto per 90.000 euro e risultando il top lot della vendita (lotto 550).
Dei 133 lotti di orologi circa la metà, 54, erano orologi da tasca antichi e del XIX secolo, in argento, oro, con pietre preziose, quadranti e casse decorati a smalto, montanti su anelli, in ciondoli o appesi a chatelaine. Di questo gruppo ricordiamo i lotti 419 e 420, due orologi da tasca in argento e lacca del 1690 e argento del 1700, aggiudicati ognuno per 4.000 euro, infine il lotto 427, un orologio da tasca inglese del 1690 in argento dorato con particolare scappamento a detent aggiudicato per 5.000 euro.
Tornando a una produzione più recente è di rilievo l’aggiudicazione del lotto 496, un Patek Philippe del 1940 in platino e diamanti che ha praticamente raddoppiato la stima chiudendo a 17.500 euro. Molto interesse anche per i “tubo-gas” di Bulgari, uno in oro a tre colori (lotto 499) , uno in oro giallo (lotto 515), un altro sempre in oro giallo con quadrante Bulgari Jaeger Le Coultre (lotto 516) e, infine, uno in oro bianco giallo e rosa firmato Bulgari Vacheron Constantin (lotto 517) aggiudicati rispettivamente per 13.125, 13.125, 11.250 e 10.625 euro.
Bulgari è il trait d’union con la prima parte dell’asta, cioè i gioielli che hanno visto concentrarsi l’interesse sui monili delle grandi firme dell’oreficeria o sui gioielli con importanti pietre preziose. Un lotto in particolare, il 382, riuniva entrambe le peculiarità: è un anello in platino con diamante taglio smeraldo di 3,25 carati affiancato da due baguette che è stato aggiudicato a 50.000 euro, il 160% della stima. Stessa cifra di aggiudicazione per una collana di brillanti, complessivamente 21.50 carati, di Cartier; di Cartier anche il bel bracciale in oro bianco e acquemarine (lotto 414) bttuto per 25.000 euro.

Hanno più che raddoppiato la stima un paio di orecchini in brillanti taglio vecchio (lotto 416) che sono stati aggiudicati per 55.000 euro, 48.750 sono stati invece pagati per il lotto precedente (415), un anello con brillante taglio vecchio di 7,65 carati.
Tra le pietre di colore ha pagato la grande qualità, su tutti due esempi: uno zaffiro rettangolare dello Sri- Lanka, lotto 401, montato da Bulgari con brillanti a formare un disegno geometrico, peculiare agli anni d’esecuzione, gli anni ’30, che è stato aggiudicato a 25.000 euro, e un rubino birmano sempre montato da Bulgari nell’anello “Trombino” in oro bianco e diamanti che ha chiuso a 26.250 euro (lotto 124).
Il 27 maggio si è svolta l’asta di argenti e numismatica con il primo catalogo dedicato. Il totale delle vendite hasfirato i 310.000 euro euro che rappresentano il 96% delle stime minime con una percentuale di lotti venduti del 68%.
Roberto Dabbene, capo dipartimento a Milano, si è detto soddisfatto: “È stata un’esperienza positiva, che ha confermato l’interesse del collezionista e del compratore per cataloghi strutturati e ben documentati. Un riscontro che induce a proseguire e migliorare introducendo appendici in grado di rendere ogni catalogo un pezzo unico non fine a se stesso ma un buon libro sull’argenteria italiana e internazionale”.
Tornando agli esiti della vendita si può affermare che il pubblico, in sala, online e al telefono ha mostrato un grande interesse sia per l’argenteria italiana che per quella straniera. In particolare si devono citare i risultati delle due cloche genovesi del 1789 di 4.000 euro (lotto 6) e quello del versatoio con bacile di manifattura torinese dell’inizio del XIX secolo (lotto 98) di 10.000 euro. Anche la grande caffettiera milanese della prima metà del XIX secolo (lotto 75), rara soprattutto per le proporzioni, ha ottenuto l’ottimo risultato di 3. 500 euro.
Fra i serviti di posate si segnala il risultato di un servito di posate di manifattura fiorentina dell’argentiere Gherardi databile alla metà del XIX che ha raggiunto la cifra di 5.250 euro (lotto 135). Sempre fiorentini i due lotti di vassoi dell’argentiere Guadagni (lotto 69 e 134) venduti rispettivamente ad 4.000 euro ed 3.375 euro.

Per quanto riguarda l’argenteria straniera c’è stata disputa per il lotto costituito da cinque modellini di vascelli della fine del XIX secolo, creati ad Hanau dall’argentiere Neresheimer, che sono stati aggiudicati ad 6.500 euro (lotto 40). In ambito inglese ottimo esito per un grande versatoio aggiudicato a 3.125 euro (lotto 78), per la coppia di legumiere londinesi del 1804 aggiudicata a 4.000 euro (lotto 85 foto) e per la coppia di salsiere londinesi del 1811 opere dell’argentiere Thomas Robbins aggiudicate ad 5.750 euro.
Per l’argenteria più moderna si segnala l’aggiudicazione del costituito da dodici piattini da frutta e dodici piattini da pane di Bulgari aggiudicati a 7.500 euro (lotto 165) e del un interessante centrotavola degli anni ’30 aggiudicato a 3.750 euro (lotto 174)
Nella sessione di monete il composto di trentanove monete da 20 franchi svizzeri è stato aggiudicato a 8.750 euro (lotto 218). Molto interesse anche per i cinque lotti di medaglie napoleoniche (lotti 231-232-234- 236-237) aggiudicati rispettivamente ad 3.000, 6.250, 3.625, 6.250 e 6.250 euro.
Casa d’Aste Pandolfini
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