25 luglio – 15 settembre 2015, Palermo
Nel centesimo anniversario della nascita di Alberto Burri, le celebrazioni in Italia e nel mondo abbondano. Dopo il ri-allestimento del suo Teatro Continuo alla Triennale di Milano inaugurato lo scorso maggio, e in attesa della grande retrospettiva dal titolo “Alberto Burri: The Trauma of Painting” che il Guggenheim di New York dedicherà all’artista umbro, aprirà le porte ai visitatori sabato 25 luglio al Museo Regionale di Riso a Palermo la mostra “Burri e i Cretti”.
L’iniziativa cade in concomitanza del restauro e del completamento del Grande Cretto di Gibellina, un sudario di cemento con cui Burri rivestì la terremotata città di Gibellina dando vita ad un indimenticabile e commovente esempio di Land Art che si colloca nel suo filone dei Cretti iniziato nel 1973.
E la mostra di Palermo, a cura di Bruno Corà, punterà i riflettori proprio sui Cretti. Queste creazini artistiche si presentano come superfici che ricordano le fessurazioni delle terre argillose, quando la siccità raggiunge il suo apice. Su superfici di cellotex, quadrate o rettangolari, Burri distende un impiastro di bianco, di zinco e colle viniliche, aggiungendo terre colorate nel caso l’opera dovesse presentare sfumature o colori diversi. Il resto lo affida al processo di essiccamento.
Con l’aumentare delle dimensioni dei Cretti, gli impasti si arricchiscono anche di caolino, oltre che di bianco, di zinco e terre. A garantire la stabilità delle superfici Burri interviene, dopo l’essiccatura, con più mani di vinavil. Giunge a realizzare opere decisamente monumentali come i Cretti di 5 metri di altezza e 15 metri di base per i musei di Capodimonte e di Los Angeles.
L’apice lo raggiunge allorché decide di creare un enorme sudario sul vecchio abitato di Gibellina, distrutto dal terremoto nel 1968.
I lavori per il Grande Cretto furono avviati nel 1985 e interrotti nel 1989. Si era giunti alla copertura di circa 65.000 mq. a fronte degli 85.000 mq. previsti. Il progetto di Burri nelle sue forme riporta la dimensione, le strade, i rilievi della città. Esattamente come un sudario riporta le forme del corpo che avvolge. Le fessure sagomate dal cemento dell’opera ripercorrono le strade e le piazze della vecchia Gibellina, congelandone per sempre non solo la forma ma anche la memoria.
In occasione del Centenario della nascita di Burri, la Regione Siciliana, il Comune di Gibellina in collaborazione con la Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri ha deciso di completare questa grande opera, senza eguali nel panorama artistico internazionale e di ridare dignità alla parte già realizzata dall’artista.
“La coincidenza del progetto di completamento del Cretto e l’avvio del progetto di restauro curato dal Museo Riso, che accoglie la mostra – afferma il Direttore del Riso Valeria Li Vigni – sono segnali di una nuova attenzione per il Contemporaneo in Sicilia. Sono testimonianza delle attività legate alla valorizzazione della Rete del Contemporaneo che è attivamente promossa dal nostro Museo e sono anche occasioni di approfondimento in un settore di grande interesse qual è quello del restauro del Contemporaneo”.
La mostra “Burri e i Cretti” offre l’occasione per approfondire questa fase del processo creativo di Burri, attraverso importanti opere, disegni, foto, progetti.
La mostra sarà visitabile fino al 15 settembre. Per prenotazioni ed informazioni: www.palazzoriso.it www.fondazioneburri.org