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Marta Perego a 360 gradi. Cinema, libri e ora anche arte con Fuori Quadro di ABO

Marta Perego Venezia

Marta Perego Venezia

“Cercavano un volto giovane e fresco associato alla cultura”. Ed ecco catapultata nel mondo dell’arte televisivo Marta Perego, brianzola classe 1984, rara specie di giovane conduttrice culturale senza passaggi desnudi o agghindamenti di fasce tricolori o meno al seguito. Marta approda a mamma Rai, nel quadro televisivo che manda Fuori Quadro, già nota ai più per i suoi appuntamenti cinematografici e chicche letterarie tra le varie frequenze Mediaset. E ci voleva: una giovane donna sotto un verde lauro a vivacizzare e movimentare il programma (e ad accompagnare le colte dissertazioni di Bonito Oliva), levando via la patina soporifera che aleggiava di frequente in orario dolce a fine pranzo di sabato (il che già non aiuta), quando aspetti Tv Talk e non ti vuoi addormentare davanti al quadro nel quadro al plasma.

Cambio di regista, pezzi di cinema d’autore aumentati esponenzialmente, Achille Bonito Oliva immancabile, inserti filosofeggianti e un triplice appuntamento con Marta. Otto puntate, ormai giunte al termine (domenica alle 13.25 va in onda l’ultima dal titolo “Nutrimenti”), rinfrescate dal vento brianzolo. Brezza che pervade con successo da anni vari canali (e in arrivo a giorni anche su La Effe). Un po’ dolce Tramontana, un po’ Maestrale indaffaratissimo. Incontro, infatti, dopo numerose peripezie organizzative, Marta – che si sdoppia e triplica, ubiqua tra Iris, Rai 3, Top Crime e le varie rassegne cinematografiche e “libriche” in giro per il paese – al proustiano Bistrò del Tempo Ritrovato zona Parco Solari. Due obbligati the freddi al limone biologici local molto radical, sotto immense citazioni di Borges e Calvino scolpite sulle pareti che guardano noi poveri mortali giù da basso, e cominciamo.

La domanda sorge quasi spontanea (anche se in realtà è preparatissima)… In una puntata proprio del “tuo” Fuori Quadro, Bonito Oliva chiede a Gillo Dorfles della sua visione del tempo. Gillo risponde: “io cerco di dedicare il più tempo possibile a non fare niente, perché è l’unico modo di coltivare qualche idea”. Che idee vuoi coltivare Marta incasinata come sei?

Vero. Sono più che d’accordo con l’idea di Dorfles. Credo anche che c’è un momento della vita che sei vuoi fare una cosa devi spingere al massimo, poi avrai il tempo per coltivare le idee. Il tempo per svilupparle è tra i 20 e i 25 anni, devi idealizzare te stesso, devi vederti nel futuro e capire come raggiungere quello che vuoi. Tra i 25 e i 30 devi iniziare a percorrere quella strada e dopo i 30 devi spingere. In Italia poi è complicatissimo.

Sei giusta giusta ai 30 infatti e sei un “caso” abbastanza raro: arrivare così giovane dove sei arrivata senza spinte e spintarelle, con un iter lineare, a lavorare in televisione nel settore culturale. Fantastico.

Con un percorso regolare: stage, collaborazioni con una rete, programmi…

Raccontacelo un po’ questo percorso giornalistico-televisivo.

Laurea in economia e gestione dei beni culturali. Ho iniziato a lavorare prestissimo a Class, 20 anni e mezzo (e lì ho conosciuto il mio grandissimo amico Giacomo Nicolella Maschietti…). Ad un certo punto sempre per Class ho iniziato a occuparmi di libri. Poi è arrivato Iris nel 2008 con “Ti racconto un libro” – un magazine di libri – che purtroppo non c’è più da qualche mese e nel maggio del 2013 nasce “Adesso cinema”.

E ora sei in onda con Fuori Quadro di Bonito Oliva su Rai 3 e con Effe come Festival su La Effe.

Effe come Festival, in onda dal 1 agosto, sono 5 puntate monografiche in cui seguo dei festival di letteratura e di musica per La Effe, 5 in tutto, in cui mi alterno con il bravissimo scrittore Alessandro Mari. Lui ha un punto di vista un po’ più riflessivo, pacato, da scrittore. Io sono quella più frizzante. Il primo appuntamento seguito da me sarà il Cortona Mix Festival (25 luglio-2 agosto). Seguire una strada che è quella solo culturale è complicatissimo ma ti dà moltissime soddisfazioni.

Quindi niente Domenica Cinque, Pomeriggio Cinque…

Ci sono già un sacco di bravissime giornaliste che lo fanno…

Marta Perego

E finalmente, visto che siamo un giornale d’arte, arriviamo a Fuori Quadro. Com’è questo “nuovo corso” del programma?

Otto puntate tematiche di circa 30 minuti. Non è un programma sulla storia dell’arte ma una riflessione sull’arte condotta sempre ovviamente da Achille Bonito Oliva.

Tu cosa fai?

Ho tre interventi in ogni puntata: due schede scritte con gli autori (Alessandro Buccini, Paola Marino e Cecilia Casorati) e l’intervista/rubrica Arte e Mestieri, la cosa che sento più mia: raccontare quello che sta attorno al mondo dell’arte, dalla blogger d’arte – Eloisa Reverie Vezzosi – a Santa Nastro, giornalista, curatrice, che fa pure ufficio stampa. Tutti personaggi molto diversi fra loro che son riusciti a crearsi un lavoro nell’arte. Persone che mandano un messaggio: si possono fare tante cose nel mondo dell’arte e si può anche guadagnare da vivere.

Un “inventate e inventatevi più che potete” ai giovani che si affacciano nel mondo dell’arte.

Esatto. La mia rubrica è rivolta soprattutto alle nuove generazioni, per dare un’idea di quello che una persona può fare nel mondo dell’arte. Il concetto è proprio “se vi piace l’arte, se volete lavorare nel mondo dell’arte, inventate più che potete.”

Non sei mica il tipico intermezzo di bell’aspetto nel programma, anzi…

No, no, infatti, sono molto contenta. Do degli spunti di storia dell’arte per ogni puntata, più la scheda contemporanea che introduce le interviste e i pezzi di Bonito Oliva.

Due o tre posti, personaggi e/o storie che ti sono rimaste impressi?

Ah, sicuro andare a visitare Mekane: laboratorio/capannone dove lavora Riccardo Buzzanca che fa lo scenotecnico, ovvero realizza dalle scenografie per le opere liriche, si occupa dell’aspetto più manuale della scenografia. Riccardo poi lavora a stretto contatto con figure come Dante Ferretti ed Enzo Cucchi. Mica male. Poi mi vengono in mente persone come Giulia Putaturo, restauratrice di arte contemporanea, e i lavori poetici e spirituali di Mircea Cantor.

Marta Perego

I critici d’arte in tv (a parte Bonito Oliva ovviamente)?

Ogni tanto vittime del proprio ego. Come tanti del resto.

Primo incontro con l’arte vera e propria?

Vent’anni. Mentre facevo l’università ho fatto un periodo a lavorare nello studio di Agostino Bonalumi, lì a Desio vicinissimo a dove abitavo io. Ci sono arrivata per puro caso. Ho iniziato ad andare nello studio con Agostino che lavorava, sentivo lui che col martello faceva le sue estroflessioni. E intanto io stavo di sopra a sistemare l’archivio. Mi passavano dalle mani cose meravigliose, come le lettere a Gillo Dorfles, a Castellani, e in più mi raccontava delle cose bellissime: della sua amicizia proprio con Castellani e con Piero Manzoni. Mettevo a posto le carte e intanto mi raccontava…

Un episodio che ti ha raccontato in particolare?

Beh, un giorno mi ha raccontato proprio della Merda d’artista, è la cosa che ricordo meglio. Lui faceva il cameriere al bar Pastori di Desio e poi dipingeva. Alla sera usciva per Milano con tutti i suoi amici artisti tra cui Piero Manzoni. Mi disse proprio che quando provarono a proporre una mostra ad un importante gallerista questo gli rispose: “la vostra arte fa schifo”. E Manzoni allora a sua volta disse: “questi stronzi di borghesi meritano solo la merda.” Per cui il giorno dopo: Merda d’Artista.

Che tipo era?

Una persona straordinaria. Era di una pacatezza, di un’umanità e di una profondità d’animo ineguagliabile. Era come le sue opere, che a vederle ti sembrano così regolari, geometriche, poi in realtà le guardi meglio e vedi delle sfumature pazzesche da vero filosofo. Per lui l’arte era filosofia.

Cosa pensava delle nuove generazioni artistiche?

Era piuttosto critico nei confronti dell’arte contemporanea, l’arte come marketing e business. Per lui l’arte era un’esigenza intellettuale.

Poi sei andata a Class. Rimpianti?

Un grande rimpianto. Ho dovuto lasciare l’archivio promettendomi di fare un lungo documentario su di lui poi però si è ammalato… Ricordo che lo intervistai l’ultima volta per una rivista dell’università, poi ho cominciato a fare la giornalista e ho continuato per quella strada.

Prima intervista da giornalista?

Jeffery Deaver! Era venuto qui a Milano per presentare la Bambola che dorme. Figurati io, 22 anni, microfono in mano. È stato super comunque..

Mi confermi questa cosa – generalizzando ovviamente – che tutti questi “super” internazionali se la tirano molto meno rispetto a molti italiani che pensano di essere Dio avendo fatto due cose in croce?

Quasi sempre è vero. Ma per gli internazionali, nel mondo del cinema e dei libri l’attività stampa rientra nei loro contratti quindi per loro è un lavoro.

Marta Perego Susan Sarandon

Ho appena visto la tua intervista alla Sarandon…

Eh infatti, favolosa lei, appena intervistata a giugno durante il Festival di Taormina.

Hai studiato recitazione o fatto teatro?

No, ho solo fatto un corso di dizione. Andando sempre in video ti autoregoli, vedi te stesso che parla.

E come ti vedi?

Le prime volte che andavo in video sembravo una pazza, continuavo a gesticolare come un’ossessa, piano piano impari. Ora molto meglio.

Marta Perego

Sei esperta e appassionata di letteratura. Mai pensato di organizzare un festival letterario?

Ci ho pensato già. Ma purtroppo ora non avrei il tempo. Per ora amo molto presentarli. l’ultimo è stato Rovigo Racconta organizzato da Mattia Signorini.

Due libri appena usciti che consigli?

Italiani assolutamente “Chi manda le onde” di Fabio Genovesi, stranieri “Bark” di Lorrie Moore, sfata quell’aurea di purezza in cui vengono spesso rappresentate le donne.

Un film invece?

Il 30 luglio esce Ex Machina di un regista e scrittore che si chiama Alex Garland, atmosfere gotiche e fantascienza. Un film sulla forza delle donne e sulla loro capacità manipolatoria.

Il tuo genere preferito è proprio il gotico..

Tutto il filone gotico noir anni Cinquanta. Sta anche tornando di moda.

A proposito di noir, raccontami il successo di Donne in Noir su Top Crime.

È un ciclo di 5 interviste, che andrà in replica per tutte l’estate, a 5 bravissime scrittici noir italiane ognuna della quali rappresenta una sfumatura, declinazione di noir (gotico, erotico, politico-sociale, …). Quello che abbiamo fatto non è stato semplicemente parlare di libri ma entrare, da un lato, all’interno del cuore noir delle donne, dall’altro capire perché alle donne piace il noir (il dato è che Top Crime è seguito tantissimo dalle donne, di tutte le età). In generale: indagare quale sia il lato oscuro delle donne.

A settembre con cosa si ricomincia?

Si ricomincia con “Adesso Cinema” col Festival di Venezia (dal 2 al 12 settembre, diretto da Alberto Barbera). Poi continuo con Effe come Festival e speriamo ci sia una seconda tornata di Donne in Noir che è andato così bene…

Prossimo programma: con chi ti piacerebbe condurre o essere autrice con qualcuno?

A parte Giacomo (Nicolella)? Non farmelo dire.

Oltre la tv?

Radio! Mi piacerebbe moltissimo. Scrivere ho già scritto e ogni tanto ancora collaboro con qualche magazine. In radio c’è spazio per fare delle belle cose. Tipo potrei ballare in radio!

Marta Perego Venezia

Marta Perego Viggo Mortensen

Marta Perego Matteo Garrone

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3 Commenti

  • Proiettori cinematografici solo digitali od anche analogici ?

    Gentile Marta Perego ,

    io la seguo sempre molto volentieri in tv quando lei parla dei nuovi films ( ed a volte anche di quelli del passato ) nel programma ” Adesso Cinema ” , dato che a me piace molto andare al cinema . Spero che questa sua interessante rubrica possa sempre continuare e non abbia mai fine !
    Ma quello che in realtà le vorrei chiedere è una cosa che riguarda il mondo odierno del cinema , in particolare come vengono proiettati i films nelle sale cinematografiche attualmente . Io so che dal 2014 è arrivato l ‘ obbligo dei proiettori digitali , del costo di circa 60 – 70 mila euro l ‘ uno . A quell ‘epoca , i giornali riportarono tale notizia , e venne anche scritto che tanti cinema in Italia avrebbero purtroppo chiuso , a causa dei costi elevati dei nuovi proiettori digitali .
    Tuttavia , recentemente , alcuni miei conoscenti che abitano a Bologna , hanno provato ad informarsi presso alcuni cinema e case distributrici della città , ed a volte è stato loro risposto che ora i films vengono prodotti anche con la classica pellicola ( quindi visibili col normale vecchio proiettore analogico ), mentre da altre persone è stato loro detto che la produzione dei films da distribuire alle varie sale è solo in digitale , quindi necessita l ‘ acquisto del nuovo proiettore digitale . In altre parole , non siamo riusciti a capire bene come stiano le cose .
    Le chiedo questo perchè anche alcuni cinema presenti dove io risiedo , cioè in provincia di Ferrara , sfortunatamente hanno chiuso ( ad esempio a Copparo e nei nostri lidi ) , proprio a causa del grande costo dei nuovi proiettori digitali .
    Io ed i miei amici avremmo tanta voglia di riferire ai padroni di tali sale cinematografiche che ora non è più necessario l ‘ acquisto di un proiettore digitale e che basta quello di vecchia generazione , nella speranza che riaprano le loro sale , ma vorremmo avere la certezza che la buona notizia sia vera ………
    Cortesemente , e senza fretta , lei riuscirebbe a darci una mano ? Riuscirebbe per favore a darci una risposta precisa in merito , ossia se ora ci vogliono solo i proiettori digitali o se si possono usare anche quelli classici – analogici ?

    Grazie per la sua cortese attenzione , distinti saluti ed auguri di un felice mese di maggio .

    PS : volevo mandarle una normale e – mail , ma non sono riuscito a trovare un suo indirizzo di posta elettronica , ho solo trovato @marta_perego , ma credo che sia valido solamente per Twitter , al quale io non sono iscritto .

    Edoardo Perello

    Porto Garibaldi ( FE ) .
    ottica.perello@libero.it

  • Proiettori cinematografici solo digitali od anche analogici ?

    Gentile Marta Perego ,

    io la seguo sempre molto volentieri in tv quando lei parla dei nuovi films ( ed a volte anche di quelli del passato ) nel programma ” Adesso Cinema ” , dato che a me piace molto andare al cinema . Spero che questa sua interessante rubrica possa sempre continuare e non abbia mai fine !
    Ma quello che in realtà le vorrei chiedere è una cosa che riguarda il mondo odierno del cinema , in particolare come vengono proiettati i films nelle sale cinematografiche attualmente . Io so che dal 2014 è arrivato l ‘ obbligo dei proiettori digitali , del costo di circa 60 – 70 mila euro l ‘ uno . A quell ‘epoca , i giornali riportarono tale notizia , e venne anche scritto che tanti cinema in Italia avrebbero purtroppo chiuso , a causa dei costi elevati dei nuovi proiettori digitali .
    Tuttavia , recentemente , alcuni miei conoscenti che abitano a Bologna , hanno provato ad informarsi presso alcuni cinema e case distributrici della città , ed a volte è stato loro risposto che ora i films vengono prodotti anche con la classica pellicola ( quindi visibili col normale vecchio proiettore analogico ), mentre da altre persone è stato loro detto che la produzione dei films da distribuire alle varie sale è solo in digitale , quindi necessita l ‘ acquisto del nuovo proiettore digitale . In altre parole , non siamo riusciti a capire bene come stiano le cose .
    Le chiedo questo perchè anche alcuni cinema presenti dove io risiedo , cioè in provincia di Ferrara , sfortunatamente hanno chiuso ( ad esempio a Copparo e nei nostri lidi ferraresi ), proprio a causa del grande costo dei nuovi proiettori digitali .
    Io ed i miei amici avremmo tanta voglia di riferire ai padroni di tali sale cinematografiche che ora non è più necessario l ‘ acquisto di un proiettore digitale e che basta quello di vecchia generazione , nella speranza che riaprano le loro sale , ma vorremmo avere la certezza che la buona notizia sia vera ………
    Cortesemente , e senza fretta , lei riuscirebbe a darci una mano ? Riuscirebbe per favore a darci una risposta precisa in merito , ossia se ora ci vogliono solo i proiettori digitali o se si possono usare anche quelli classici – analogici ?

    Grazie per la sua cortese attenzione , distinti saluti ed auguri di un felice mese di maggio .

    PS : volevo mandarle una normale e – mail , ma non sono riuscito a trovare un suo indirizzo di posta elettronica , ho solo trovato @marta_perego , ma credo che sia valido solamente per Twitter , al quale io non sono iscritto .

    Edoardo Perello

    Porto Garibaldi ( FE ) .
    ottica.perello@libero.it

    • Gentile Edoardo,
      questa è solo un’intervista a Marta Perego, non sappiamo se avrà modo di leggere il suo commento.

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