Mission: Impossible – Rogue Nation. Ethan Hunt è tornato. Dal 19 agosto nelle sale italiane il nuovo capitolo della saga Mission: Impossible.
Parola d’ordine: ironia e citazioni sparse qui e là con sapiente gigioneria.
La scena al teatro dell’Opera di Vienna, ad esempio, cita L’uomo che sapeva troppo del maestro Hitchcock, un killer pronto a sparare un solo colpo mortale coperto dall’orchestra.
Protagonista di questa sequenza diretta in maniera magistrale è Rebecca Ferguson, la femme fatale della situazione, che sgambetta agile per le quinte dell’Opera con un vestito che sarebbe indecente anche per un boudoir. Già vista in Hercules: il guerriero di Brett Ratner.
Anche la fuga in macchina, con Benji al volante e Ethan Hunt che perquisisce la sexy spia inglese Ilsa Fuast (Rebecca Ferguson) fa l’occhiolino a un altro grande classico: Indiana Jones e il tempio maledetto di Steven Spielberg.
La serie di Mission: Impossible, con questo nuovo capitolo –Rogue Nation– prosegue sulla fortunata strada intrapresa da J.J. Abrams che, con l’ottimo Mission Impossible III (2006) aveva sventato il pericolo dello sbando. Brian De Palma col primo capitolo aveva compiuto un mezzo miracolo, ma John Woo con il sequel aveva buttatato all’aria tutto sacrificando lo stile del mondo Mission: Impossible a favore di un film di azione poco spiritoso, un po ‘ noioso e pieno di boria.
Dopo il terzo capitolo –Mission Impossible III- J.J. Abrams continua a produrre la serie e a decidere le sorti di Ethan Hunt e soci da dietro le quinte: prima con Mission: Impossile – Protocollo Fantasmaguida -diretto da Brad Bird, già regista di Gli Incredibili, Ratatouille e dell’incredibile scult che è stato Tomorrowland– e ora con Mission: Impossible – Rogue Nation, alla regia Christopher McQuarrie.
J.J. Abrams, ricordiamo è quello che, nel piccolo schermo, con Alias ha dato nuova vita allo spionaggio, con un mix di azione e scrittura sui personaggi da creare uno spionaggio al cubo. Poi Alias ha avuto una deriva fantasy un po’ improbabile, ma pazienza.In Mission: Impossible – Rogue Nation Ethan Hunt ovviamente è sempre il solito Tom Cruise, ancora perfetto: l’età avanza, ma la magia di Hollywood funziona sempre. Ritorna anche Simon Pegg, nei panni di Benji, l’assistente informatico di fiducia (il personaggio hipster della situazione): qui gli si dà più spazio e funziona alla perfezione, grazie a lui prende quota il lato comico dell’avventura.
New entry Alec Baldwin, nei panni del direttore della CIA. Prima nemico e poi alleato di Ethan Hunt. Ironia e citazioni dicevamo, ma anche, di conseguenza, autoreferenzialità: la mission impossible nella centrale elettrica in Marocco ricorda, elevata all’ennesima potenza, la mission impossible nella stanza del computer di De Palma: riconoscimenti della cornea, password da decriptare e secondi contati. Ovviamente c’è una talpa da smascherare, un cattivo da inseguire e le maschere: un grande classico dai tempi del serial TV originale creata da Bruce Geller nel 1966.
Il pubblico americano ha apprezzato, solo nel primo weekend al cinema Mission: Impossible – Rogue Nation ha incassato la ragguardevole cifra di 56 milioni di dollari. E Tom Cruise già pensa a Mission Impossible 6.
Mission: Impossible – Rogue Nation ha due anime, unisce in sé i migliori esempi di spy story e adventure movie, senza prendersi troppo sul serio vince la scommessa di un franchise che prosegue spedito al meglio del suo potenziale.