In attesa della fine della pausa estiva, facciamo un breve bilancio sull’andamento del mercato dell’arte in Italia nel primo semestre 2015. Numeri alla mano, l’impressione è che il fermento del mercato internazionale abbia trainato anche quello italiano. La nostra piazza, spesso relegata ai margini delle compravendite globali ed europee, è in ascesa.
Le due major internazionali Christie’s e Sotheby’s, che negli ultimi anni avevano lasciato un po’ in secondo piano Milano (soprattutto Christie’s che da diverso tempo ha ridotto gli appuntamenti meneghini a uno solo all’anno) hanno svelato una mercato ricco e di successo.
La maison di Pinault ha regalato al capoluogo lombardo una serata memorabile nelle sale di Palazzo Clerici: per la prima volta il 28 aprile scorso è stato realizzato il 100% di venduto, una White Glove Sale con i 18.283.650 euro raggiunti dai 47 lotti del catalogo della Evening (si è arrivati a 20.031.901 € sommando la Day del giorno seguente).
Un grande successo (raddoppiato il risultato del I semestre 2014) che riporta la piazza italiana al respiro internazionale che stava cercando negli ultimi anni.
Come spesso accade, il re della serata è stato Lucio Fontana. Le prime cinque posizioni della top ten sono state conquistate dal maestro dello Spazialismo e i primi quattro lotti sono stati battuti a cifre superiori al milione di euro. In totale le sue opere offerte nella serata sono state 11 e da sole hanno portato 9.118.050 euro. Al primo posto un singolo taglio bianco del 1964/65 di 61,5 x 55,3 cm. Stimato tra i 600.000 e i 900.000 euro, è stato aggiudicato a €1.690.950.
Anche Sotheby’s, dagli oltre 11 milioni dello scorso anno, con la vendita di maggio ha totalizzato 19.681.075 € (Evening + day) registrando il suo record di sempre per la piazza italiana.
Top price e record d’asta per Paolo Scheggi: la sua “Intersuperficie Curva Bianca” è passata di mano per €1.623.000 milioni diventando il risultato più alto di sempre per l’artista e superando il record dal febbraio 2015, quando a Londra da Christie’s un’omonima “Intersuperficie Curva Bianca” era stata assegnata per 1.795.562 $.
Ma il vero successo arriva dalle maison nostrane. Tra le case d’aste più importanti su suolo italiano prese in considerazione, sono state riscontrate crescite lievi o cospicue, ma la tendenza è comunque al rialzo.
Come il caso della toscana Pandolfini. Con un netto +45% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, la casa d’aste fiorentina sembra inarrestabile. Alla fine del 2014, il consuntivo annuale l’ha vista posizionarsi al primo posto tra le italiane. Questo risultato è arrivato anche grazie a una politica, iniziata ormai da due anni, tesa all’aumento della visibilità della casa d’aste a livello mondiale. In notevole crescita infatti i compratori stranieri sia europei che orientali, grazie anche alla diffusione sempre maggiore della piattaforma online.
Ottimi risultati per il dipartimento di Dipinti e Sculture Antiche con percentuali di venduto superiori al 75%. Molto bene anche per quello di Argenti, Gioielli e Orologi che con un totale di € 2.120.000 ha registrato la migliore performance di sempre.
Molto interesse anche per l’Asian Art e per i Reperti Archeologici, con una asta di giugno chiusa con quasi un milione di euro di venduto: uno dei migliori risultati mai realizzati per una sessione dedicata all’archeologia per il mercato italiano.
Una percentuale di crescita ancora maggiore si riscontra per la genovese Cambi. Con un fatturato di 15.470.000 euro, supera di ben il 63% il risultato del I semestre 2014, soprattutto per i settori dedicati ai gioielli e argenti (+135%) e all’arte moderna e contemporanea (+128%).
L’arte orientale, settore in cui la Cambi eccelle da anni, è cresciuta del 40%. Sono stati ben 2,4 i milioni di euro battuti per una fiasca della luna in porcellana bianca e blu di forma ottagonale (Cina, Dinastia Qing, marca e periodo Yongzheng, 1723-1735) alta meno di 50 cm. Era presentata nell’asta milanese del 26 maggio di “Oggetti d’arte cinese” a una stima € 200.000 – 300.000.
La qualità e ricerca di opere rare porta i propri frutti.
Così la vendita della raccolta dell’antiquario Mario Panzano a maggio ha fatturato €2.100.000.
“E’ senz’altro il miglior risultato ottenuto per l’Antiquariato dell’ultimo decennio” – hanno commentano gli esperti della casa d’aste. “La sala era gremitissima, cosa diventata ormai inusuale, con l’avvento dell’ONLINE, se non per vendite molto particolari. Tantissime le richieste per telefono e i collegamenti online. L’interesse per l’Antiquariato ricercato non è andato perduto”.
Crescita anche per Meeting Art. La casa d’aste di Vercelli ha visto un incremento del 19,10% rispetto al fatturato dello stesso periodo dell’anno precedente. Con +46,84% per il settore dei Dipinti del XIX e del XX secolo e un aumento di compratori stranieri, con una percentuale del 19%, in particolare dalla Germania, Francia, Svizzera e Inghilterra. Fuori dall’Europa è da segnalare l’aumento dei compratori cinesi.
Cresce anche la milanese Il Ponte, con un agguerrito risultato di 10.034.900 €. La ripresa è lenta, ma tende a consolidarsi. Con una crescita generale di tutti i settori e con particolare attenzione all’arte moderna e contemporanea, settore che da solo totalizza 4.451.040 euro e il 95% lotti venduti. Comprano sia italiani che stranieri e le vendite online, possibilità inaugurata ad aprile, ha portato buoni risultati.
I dati delle vendite della Farsetti a Prato sono stati in linea con quelli dello scorso anno, confermando i segni di ripresa che erano già stati rilevati. Gli esperti della maison hanno potuto constatare che anche i collezionisti italiani si sono dimostrati interessati e attivi, contendendo agli acquirenti stranieri le opere più rare. Come avviene da alcuni anni, la quota più rilevante è derivata dall’arte moderna e contemporanea (cinque milioni di euro). Le tre sessioni dedicate agli arredi e ai dipinti antichi e del XIX secolo hanno fruttato un milione di euro.
Molte case d’asta hanno pochi dipartimenti, alcune solo uno. Per altre un solo settore è la punta di diamante che traina gli altri minori. Osservando il dettaglio dei risultati dei dipartimenti delle case d’aste prese in considerazione che ne hanno più d’uno, si nota che l’ ”antico”, definito da molti un settore “in crisi” ormai da tempo, ha riservato invece delle sorprese.
Così ad esempio per la genovese Wannenes – che non ha riscontrato crescita ma che perde davvero poco rispetto al 2014 – ha visto proprio i “Dipinti antichi e del XIX secolo” posizionarsi ai vertici per aggiudicazioni e un dipinto del Seicento (Elisabetta Sirani, “La bellezza che scaccia il tempo”, aggiudicata a 86.800 €) top lot del primo semestre.
Ora non resta che aspettare le prossima stagione e stare a vedere se il mercato continuerà a crescere anche nel secondo semestre.