Giardini di Villa Bardini (FI). La storica terrazza attigua al Forte Belvedere accoglie il Dono dell’Armonia di Helga Vockenhuber. Terza tappa italiana della mostra della scultrice contemporanea austriaca, dal 5 settembre al 22 novembre 2015. Opere monumentali studiate per ricreare il binomio scultura-architettura e affermare, in un momento di profondo degrado estetico urbano, quale sia stato e quale potrebbe ancora tornare ad essere tale connubio, un tempo inscindibile.
Dopo Pietrasanta e Pienza si concluderà per quest’anno sempre a Firenze, in Palazzo Medici Riccardi dal 23 novembre al 11 dicembre 2015, per poi proseguire ancora a Venezia nel 2016. Un progetto espositivo itinerante: città e luoghi scelti non per caso, ma pensati come Pietrasanta e Pienza che condividono i principi alla base della loro storica fondazione e progettazione urbanistico – architettonica: la prima di origine medievale, la seconda rinascimentale, frutto di un’idea dell’architetto Bernardo Rossellino ed emblema della “città ideale”, ma ambedue votate a perseguire una scansione di spazi e volumi in perfetto equilibrio, alla ricerca di quell’armonia che consenta all’uomo, centro dell’universo, di riappropriarsi dei propri spazi sociali, fisici ed interiori.
In ognuna delle tre occasioni, nei diversi luoghi storici e nei differenti allestimenti creati, si è cercato di rinnovare un colloquio e un confronto fra le scenografiche architetture degli straordinari luoghi ospitanti e le sculture di grandi dimensioni in bronzo (volti estatici – emblemi – personaggi) dell’artista austriaca Helga Vockenhuber: si dispone una scultura in un punto della struttura urbana storica, affinché, interagendo l’anima poetica delle forme preesistenti con quelle plastiche nuove, ne scaturisca un messaggio emozionale, spirituale e culturale sempre inaspettato.
La mostra di Firenze nasce in particolare dall’idea di ricreare il binomio scultura – architettura, proprio per affermare, in un momento di profondo degrado estetico urbano, quale sia stato e quale potrebbe ancora tornare ad essere tale connubio, un tempo inscindibile.
Il Giardino di Villa Bardini offre un importante contributo in linea con la filosofia della mostra, grazie infatti a quel suo straordinario affaccio dalla balconata sulla città: la vista spazia sul cuore di Firenze e prima di tutto sulla imponente cupola del Brunelleschi. In questo punto strategico è collocato il profilo di La nuova Eva di Helga che armonicamente si incontra con quello della città di Firenze, amplificandone l’effetto della coscienza interiore di bellezza liberatrice che scaturisce proprio dalla sua femminile prerogativa: l’essere riposto in ogni donna l’emblema della madre dei viventi.
L’opera ha una valenza universale per il suo assorto profilo allungato con le grandi labbra protese ad una tenerezza illimitata e le lunghe bande di capelli laterali che le scendono sino al seno, cerchiandole il capo ed il volto come un manto regale. L’artista in quest’opera sembra voler convergervi i connotati dei volti femminili d’ogni etnia della Terra, privilegiando qui forse quella africana, come a chiudere un cerchio attorno al quale ruota, da sempre, l’avventura della vita.
Tutte le opere in mostra sono collocate in punti strategici del Giardino sfruttandone appieno le naturali scenografie per un effetto di insieme di grande suggestione.
In tempi non ancora segnati dal prevalere della forma sul contenuto, il connubio tra l’architettura e la scultura contribuiva, in perfetta fusione, ad esplicitare gli ideali sia civili che religiosi di un popolo e creava sicuri punti di riferimento culturali nel tessuto urbano, vissuto e fruito da tutti i cittadini indipendentemente dalla classe sociale di appartenenza. Equilibrio ed armonia erano i concetti classici imprescindibili su cui si reggeva sia l’architettura che la scultura così come la poesia esplicitava gli stessi principi attraverso la successione ritmica dei versi.
L’equilibrio e l’armonia restano a tutt’oggi dunque i principi fondanti e la metrica di un linguaggio che, affrancandosi dalla cronaca, ambisce a farsi chiave di lettura ancora efficace della contemporaneità. Con una stringatissima sintesi iconica le sculture di Helga Vockenhuber sembrano ruotare attorno alla percezione olistica di tre soggetti decisivi: il Cosmo e l’anima; il Corpo e il ritmo vitale; il Cuore e il sentimento.
INFORMAZIONI UTILI
Helga Vockenhuber
Giardino di Villa Bardini, Firenze
5 settembre – 22 novembre 2015