Ha preso il via il Rebel Heart Tour di Madonna, da Montreal il 9 settembre. 70 date che toccheranno 4 continenti, per concludersi il 27 marzo 2016 a Brisbane. Il Rebel Heart Tour è il decimo tour dell’icona pop per eccellenza e conferma che Madonna, per adesso, è ancora la regina.
La diva di Material Girl e Hung Up ripropone la formula vincente che vede il concerto diviso in set tematici, dal Girlie Show in poi i suoi tour si sono difatti perfezionati in questa struttura che permette al concerto di essere un vero e proprio spettacolo. Un “forse non tutti sanno che” al volo: il Girlie Show ha preso il nome da un omonimo quadro di Edward Hopper del 1941.
Nel Rebel Heart Tour ritornano tutti i temi cari a Madonna. Ritroviamo gli anni ’20: il cabaret, il proibizionismo, le feste sfrenate in stile Grande Gatsby, Marlene Dietrich e le dive del déco; il gypsy folk: il tango, Frida Kahlo, mi chico latino e la Spagna e l’Argentina (immancabile quindi La Isla Bonita); il Giappone for dummies: kimoni, ventagli, Mulan, i 5 samurai… A questo giro il set vira dalle parti di Giovanna d’Arco, ottima occasione per un’incursione nel mondo dell’immaginario religioso cristiano -croci, suore e cristi lascivi- per Madonna un grande classico dai tempi di Like a Prayer. Rispolverato anche lo stile cowboy chic, stavolta in declinazione rockabilly. Di Luisa apprezziamo da sempre il coraggio, ma anche anche un po’ di senno non le farebbe male. Pollice su per essersi tenuta il mantello della rogna in Living For Love (quello per il quale era cascata a terra durante l’esibizione ai Brit Awards), per aver riesumato True Blue e altri 45 giri impolverati come Burning Up, Deeper and Deeper, Dress You Up.La chitarra però, amica cara, te la spaccheremmo in testa, gettandola nella mondezza assieme a certi pezzi brand new –S.E.X., Iconic, Messiah– che ci hai voluto propinare, anche solo come interlude tra un atto e l’altro, a discapito dei soliti oldies but goldies di cui non saremmo mai sazi. O di pezzi da Rebel Heart che in scena avrebbero fatto la loro più che degna figura: #RipGhosttow #RipHoldTight #RipJoanOfArc
Nel Rebel Heart Tour c’è posto, di nuovo, anche per Candy Shop: a Luisa piace proprio!, è tre tour di fila che la piazza in scaletta; una canzone che non è mai stata singolo e che, per lo più, non piace nemmeno ai fan più accaniti (in verità, piace molto a chi sta scrivendo, ma la cosa -ce ne rendiamo conto- non è particolarmente rilevante).
Tra i brani ripescati una bella sorpresa: Love Don’t Live Here Anymore, ballatona strappamutande che qui fa la coppia con Heartbreak City -uno dei brani migliori di Rebel Heart- su e già per una scala a chiocciola. Livello diva da Noir: di più.
Grandi assenti Like a Prayer e Vogue, ridotta a un intermezzo di Holy Water dove suore porche fanno la lap dance sullo sfondo di un’ultima cena in bilico tra Lachapelle, Tarsem e il grande boh. Madonna allarga le cosce e il Cristo vi scompare nel mezzo. Insomma, il lupo perde il pelo ma non il vizio. Immancabile Material Girl, vestita da sposa. Nel 2015. Really? Poi però arriva la Vie En Rose e la voce di Madonna suona magica come non mai, in francese, con tutto l’allure da diva che le appartiene. Il pensiero va subito alla Marlene Dietrich degli ultimi anni, quella in tour accompagnata da un giovane Burt Bacharach. Sperando che il paragone non le porti la stessa sorte (‘na gamba rotta scendendo dal palco dopo un concerto). Ed è proprio la Vie En Rose, introdotta di recente anche da Gaga nel proprio catalogo, che ci fa dire: sorry Gaga but Madonna is the queen.Questo Rebel Heart tour sembra un po’ così, di maniera: con tutte le idee che Madonna s’è portata appresso negli anni, senza grandi novità, a parte qualche brutta canzone, le coreografie sono lasciate al corpo di ballo e lei in tutto questo grande ambaradam accenna qui e là qualche passo non proprio agilissimo. Pazienza. Il livello dello show si conferma ineccepibile e lei col passare degli anni non perde una virgola di magnetismo.
La aspettiamo quindi a Torino, per le date italiane del Rebel Heart Tour, il 19, il 21 e il 22 novembre, perché Madonna si conferma la zia Mame che tutti vorremmo, quella che sa come si organizza davvero una festa, meglio di tutti gli altri.
4 Commenti
Solo un appunto: sex , iconic e soprattutto Messiah sono grandi pezzi.
A me questo articolo non fa proprio impazzire, anzi lo trovo un tantino ripetitivo.
Io comunque ho deciso di non guardare video che riguardano questo tour, la aspetto in diretta a Torino. Per quanto riguarda i brani sono felice che lei abbia finalmente stravolto la solita scaletta a cui ci aveva abituati da anni, perchè Madonna non è solo Vogue o Like a Prayer, quindi do un bel 10 e lode a questa operazione, tanto in ogni caso le lamentele ci sarebbero state comunque… ma ricordate che lei è Madonna e noi non siamo un c… per quante parole possiamo buttare su internet!
Ottimo articolo e fin troppo buono.
La seguo da decenni, ma questo concerto l’avrei evitato.
Ma adesso non voglio sentire più le solite scuse che stona per via dei balli, dato che in questo si muove molto meno e le intonazioni vanno a farsi benedire hehehe
Bel pezzo: ben scritto e molto a fuoco. Mi trovo d’accordo quasi su tutto.
Non sono però per niente d’accordo sulla chitarra, che trovo che renda spesso interessanti i suoi brani (Burning Up, True Blue) e su Messiah, che secondo me è la più bella del disco e tra le più belle che abbia mai inciso negli ultimi anni.
Anche Iconic non é male, S.E.X. invece ha un sound e una produzione molto originali ma il brano era evitabile, sia nel disco che nel tour.