In sala da giovedì 1 ottobre Io e Lei, il nuovo film di Maria Sole Tognazzi.
Dopo Io Viaggio da Sola (2012) la Tognazzi torna a dirigere sul grande schermo Margherita Buy (mai senza lavoro) in una commedia romantica con Sabrina Ferilli.
Margherita Buy interpreta un architetto, Federica. Sabrina Ferilli invece un’ex attrice che si è data alla ristorazione, Marina.
Le due sono una coppia innamorata che vive assieme da diversi anni. Per Federica è la prima storia d’amore con una donna e si divide tra la nuova famiglia dell’ex marito, il figlio, la rustica famiglia di Federica e nuove fiamme che sbucano all’improvviso dal passato… Federica è un po’ confusa, insicura.
Marina un po’ meno, si dà l’aria di quella forte, anche se la proposta di tornare al cinema mette in discussione scelte che anni prima sembravano chiare e definitive.
Nella coppia le cose cambiano.
Parlando di amori al femminile sul grande schermo il pensiero, ormai, sicuramenta va a La vita di Adele di Abdellatif Kechiche (Palma d’oro a Cannes 2013) o a The Children’s Hour con Audrey Hepburn e Shirley MacLaine, da noi arrivato col pruriginoso titolo Quelle Due. Io e Lei, quinto lungometragio di Maria Sole Tognazzi, prende le distanze rispetto a questi esempi -uno che naviga a vista nelle paludi della morbosità e l’altro in quelle del sospetto e del dramma- e ci regala una vera e propria commedia romantica.
La Buy fa la Buy, quella nevrotica, e la Ferilli fa la Ferilli, quella degli artiggiani della qualità, ma tutto fila liscio.
Queste donne che navigano verso i cinquanta sono circondate da persone a cui dei lori amori poco interessa, tutto ciò che le tormenta viene dalla loro interiorità, dai loro caratteri (a volte un po’ di merd*).
Il figlio di Federica (Margherita Buy), ad esempio, è un giovane universitario che sembra più maturo -o per lo meno con più senso pratico- della madre. Nemmeno l’ex marito si scandalizza, anzi, per lui meglio che si sia messa con una donna piuttosto che con un altro uomo, almeno non c’è competizione – anzi e un po’ eccitante, le dice per prenderla in giro.
Io e Lei è un film delicato, a tratti pudico: gentile: sorprende per la dimestichezza e la naturalezza nell’azzeccare i toni di un film di genere -quello della commedia romantica per l’appunto- senza cadere nella faciloneria; accarezza in maniera riuscita toni comici e, poi, più scuri.
Io e Lei è una sorta di Casa Vianello 2.0.
Certo, la situazione è ben lontana da quella del paese reale, in questa Italia medioevale travolta dalla bufala dell’ideologia gender, che non si accorge che i prorpi figli continuano a suicidarsi schiacciati dal peso della discriminazione, ma si sa mai che Io e Lei possa essere d’esempio. Un buon esempio.
