Print Friendly and PDF

Gauguin a Milano. Macchie e nuvole di Paradiso al Mudec

Gauguin mudec milano foto sofia bersanelli

Gauguin mudec milano foto sofia bersanelli

Una chiazza di colore nelle trasparenze a nuvola celesti del Mudec. La mostra su Gauguin al Museo delle Culture di Milano è come una di quelle “macchie” cromatiche primarie che si accendono nei paradisi esotici della sua maturità stilistica. Nessuna pretesa di antologica totale modello Beyeler primavera scorsa, ma uno “schizzo” essenziale per assaporare le “purezze” primitive dell’artista, l'”autenticità” artistica e biologica rincorsa in giro per il mondo: dalle Alpilles provenzali agli zoccoli di Bretagna, dalle goticità danesi ai 63 giorni di peripezie oceaniche per toccar le “verginità” polinesiane: sicura sorgente di ispirazioni primigenie e potenze ancestrali.

Viaggi fisici, itinerari mentali, che non potevano che trovar casa sotto la nuvola architettonica del nuovo spazio milanese. Museo etnografico: Gauguin sugli scudi. Logica espositiva in senso lato. 70 opere, tra cui 25 dipinti e 18 sculture, 12 musei e collezioni coinvolte, 6 sezioni, 2 mega sale etnicamente allestite in un frastagliar di pannelli tramanti tela e juta, con corridoio digitale biografico comunicante.

 gauguin al mudec di milano gauguin al mudec di milano. foto sofia bersanelli artslife

Le sinuosità di luci azzurrine del vetro opalino sul cielo del museo si calano nel mosaico cromatico della pozza su tela di “Mahana no Atua“. All’ombra (esclusivamente metaforica) del grande idolo, zampettano danzanti le giovani tahitiane l’upa upa proibito dal bianco invasore moralizzante. Bagliori di libertà che si sommano al pennello e al cervello di Gauguin. Le tre figure – Nascita, Vita, Morte – si aprono poco più sotto a ventaglio sopra l’oceano di colore in primo piano. L’onda di Hokusai sta arrivando e le figurine cavalleresche si stendono lontane sulla spiaggia. 1894: cifra stilistica compiuta, “racconti dal Paradiso” come recita il titolo. Made in Polinesia.

Le “impressioni” en plein air degli esordi, le brezze naturalistiche provenzali e i romantici velieri al chiaro di luna si trasformano in costrutti pittorici logico-razionali. Sognate realtà assemblate tra piani, cromie, linee, motivi, miti, fantasie. Un tappeto persiano atemporale dove si cuciono ermetiche ed evocative epigrafi tahitiane. “Arearea no varua ino“.

Gauguin - Veliero alla luce della luna (1878 (Foto: Sofia Bersanelli ©)
Gauguin – Veliero alla luce della luna, 1878 (Foto: Sofia Bersanelli ©)

Simbolismo, sintetismo, cloisonné. La prospettiva si dissolve e il colore evoca la forma. Si fa sintesi col segno. Emerge la visione interiore. “Il centro artistico è nel cervello e in nessun altro luogo” scrive Gauguin. Dimenticarsi in fretta il vibrar della luce su pelle filante della nuda che cuce (1880) a inizio sala. Appaiono come flash le rose cesellate da Van Gogh (1890) e i dinamici volumi delle mele di Cézanne (1879-82). Composizioni tridimensionali precubiste che si specchiano con quelle verticali grezze formato “isola” che incorniciano opere e percorso, espositivo e stilistico. L’occhio rimbalza tra gli intagli dell’artigianato artistico e il vasellame di sua produzione, essenziale per comprenderne fonti e sviluppi iconografici. Dialoghi polimaterici tra luci soffuse. Un giro di zincografie del 1889 e via verso Papeete, Tahiti (1891): un mondo altro, incontaminato, abitato da forze e spiriti ancestrali. “Vahine no te tiare“.

Gauguin - Vahine no te Tiara, 1891 / Cézanne - Natura morta con mele, 1879-82. Foto: Sofia Bersanelli ©
Gauguin – Vahine no te Tiara, 1891 / Cézanne – Natura morta con mele, 1879-82. Foto: Sofia Bersanelli ©

Evasioni totali. Struggimenti immacolati frutto di fluide concatenazioni di sorde macchie miscelate nel colore. Così le fotografie elette in questo testo. Il verbo di Gauguin: non permettere al reale di prendere il sopravvento, seguire un percorso pittorico (e non solo) che porti all’astrazione. Artificiale. Sfottendo il fare impressionista e il suo successivo marchio analitico (il citato di seguito “piccolo punto”), scrisse: “Un consiglio, non dipingete troppo dalla natura. L’arte è un’astrazione; prendetela dalla natura sognando al suo cospetto e pensate maggiormente alla creazione che ne risulterà: è l’unico modo di elevarsi fino a Dio facendo come il nostro divino maestro – creando. Tu che ami il piccolo punto, ecco qualcosa per te”. Cosa? Le visioni musicali spirituali di Gauguin, paradisi mentali sognati e trasfigurati sulla tela. “Arii matamoe“.

Gauguin - Arii matamoe, 1892. Foto: Sofia Bersanelli ©
Gauguin – Arii matamoe, 1892. Foto: Sofia Bersanelli ©

Intervista a Flemming Friborg

Curatore della mostra e Direttore della Ny Carlsberg Glyptotek di Copenaghen

Cominciamo dall’allestimento. Luci soffuse, tessuti grezzi, composizioni tridimensionali verticali. Tutto molto “primitivo”.

Diciamo che proprio confrontandoci con l’allestimento realizzato da Peter Bottazzi, abbiamo portato qui a Milano dei pezzi speciali della nostra collezione che affrontano proprio questo tema: il “primitivismo”. Elemento centrale per Gauguin che anche noi stessi non abbiamo ancora completamente messo a fuoco. Una tematica da approfondire ulteriormente. Questa mostra con lo stesso identico allestimento verrà presentata a Copenaghen per dare spicco proprio all’idea del “primitivo”.

Entriamo nel cuore, il contenuto, della mostra. Un dialogo tra la multiforme produzione di Gauguin: pittura, scultura, manufatti, incisioni.

Abbiamo voluto dare una panoramica completa sull’artista. Un mix di opere di varia fattura, in quanto Gauguin è tra gli artisti più aperti e sperimentatori di sempre. Abbiamo deliberatamente scelto di mettere in mostra non solo delle opere pittoriche ma anche ceramiche e sculture per mostrare la sua enorme e multiforme produzione artistica.

Una mostra su Gauguin quindi non può prescindere dal confronto con la sua produzione artigianale.

Assolutamente sì. Gauguin è stato veramente il primo artista ad affrontare l’intero spettro artistico produttivo. Si passa appunto dalle opere pittoriche a quelle più artigianali, alle spille, alle coppe e i manufatti di ceramica. Abbiamo voluto mostrare che non c’è un confine fra quella che avviene appunto chiamata “arte di alto livello” e l’arte nella sua espressione artigianale. Questo sempre per richiamare e sottolineare il concetto di “primitività”.

Parlando della produzione pittorica esposta. La formazione impressionista delle prime sezioni – la relazione con Pissarro – e l’evoluzione sintetista, simbolista, della maturità. Un “salto” notevole.

Sì, è fondamentale parlare di questo “salto”. Lui si definì “impressionista” fino alla morte nel 1903. Pensò sempre a se stesso in quanto impressionista e rappresentante di questa corrente. Certo, la grandezza di Gauguin è stata poi ovviamente riuscire a trovar fuori qualcosa d’altro dall’impressionismo e andare oltre. Posso ricitare una sua famosa affermazione che fece proprio a Pissarro, il suo mentore: “Per Dio, ma non vedi che non possiamo semplicemente continuare a dipingere rematori sulla Senna. C’è ben altro dietro tutto questo”.

Calzante. Io le cito allora questa frase sempre di Gauguin per chiudere: “La verità è nell’arte cerebrale pura, nell’arte primitiva”.

“Arte celebrale” e aggiungerei “artificiale”, intesa non come qualcosa di “sintetico” ma come qualcosa che possa combinare e mettere insieme tutto quello che ha un senso per lui.

La costruzione razionale per intero dell’opera.

Tutto è deliberato e deciso.

Ultimissima cosa. Gauguin e la religione?

Adora la religione ma odia la Chiesa.

Gauguin - Paesaggio tahitiano con nove figure, 1898. Foto: Sofia Bersanelli ©
Gauguin – Paesaggio tahitiano con nove figure, 1898. Foto: Sofia Bersanelli

“In pittura, una mano che tiene un fazzoletto può esprimere il sentimento che la anima, tutta la vita passata così come quella futura. … Perchè non dovremmo creare armonie diverse corrispondenti al nostro stato d’animo?” E peggio per coloro che non le capiranno: non siamo tenuti a spiegarle”

Paul Gauguin

Foto: Sofia Bersanelli ©

Gauguin - Pattinatori nei giardini di Frederiksberg, 1884. Foto: Sofia Bersanelli ©

Gauguin - Paesaggio di Arles, 1888. Foto: Sofia Bersanelli ©
Gauguin – Paesaggio di Arles, 1888. Foto: Sofia Bersanelli ©
Gauguin - Fiori e gatti, 1899. Foto: Sofia Bersanelli ©
Gauguin – Fiori e gatti, 1899. Foto: Sofia Bersanelli ©

ddddd dddddd

Gauguin - Pioppi a Osny, 1883 / Pissarro - Paesaggio dei dintorni di Pointoise, 1880. Foto: Sofia Bersanelli ©
Gauguin – Pioppi a Osny, 1883 / Pissarro – Paesaggio dei dintorni di Pointoise, 1880. Foto: Sofia Bersanelli ©
Gauguin - Pascolo alla Martinica, 1887 / Nudo di donna che cuce, 1880. Foto: Sofia Bersanelli ©
Gauguin – Pascolo alla Martinica, 1887 / Nudo di donna che cuce, 1880. Foto: Sofia Bersanelli ©
Gauguin - Paesaggio con cavallo, 1899. Foto: Sofia Bersanelli ©
Gauguin – Paesaggio con cavallo, 1899. Foto: Sofia Bersanelli ©

“Note sparse, frammentarie come sogni, come la vita che è fatta di tanti pezzi”

Paul Gauguin

I RECORD D’ASTA DI PAUL GAUGUIN

1) L’homme à la hache (1891) / Christie’s , New York NY, 08/11/2006

Prezzo incluso spese: 40.336.000 $

2) Te Poipoi, le matin (1892) / Sotheby’s, New York NY, 07/11/2007

Prezzo incluso spese: 39.241.000 $

3) Maternité (II) (1899) / Sotheby’s, New York NY, 04/11/2004

Prezzo incluso spese: 39.208.000 $

4) Deux femmes – La chevelure fleurie (1902) / Sotheby’s , London, 07/02/2006

Prezzo incluso spese: 21.656.597 $

5) Nature Morte aux Mangos (c.1891/96) / Sotheby’s, London, 24/06/2015

Prezzo incluso spese: 18.255.250 $

mudec milano foto sofia bersanelli

Articolo scritto a quattro mani da Sofia Bersanelli (autrice di tutte le fotografie) e Luca Zuccala ©

La prima immagine dell’articolo è “Arearea no varua ino” / “Il divertimento dello spirito maligno”, 1894. Foto: Sofia Bersanelli ©

INFORMAZIONI UTILI

Gauguin. Racconti dal paradiso

Mudec – Museo delle Culture
via Tortona 56, Milano

28 Ottobre 2015 – 21 Febbraio 2016

ORARI
lunedì
14.30-19.30

martedì / mercoledì
venerdì / domenica
09.30-19.30

giovedì e sabato
9.30-22.30

BIGLIETTI
Visitatori individuali
12,00 € Intero
10,00 € Ridotto
8,00 € Ridotto speciale
Gruppi
10,00 € Gruppi adulti
6,00 € Gruppi scuole
3,00 € Scuola infanzia (3-6 anni)

Info e prenotazioni:
0254917

mudec milano foto sofia bersanelli

Commenta con Facebook

leave a reply