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Peter Bogdanovich, Tutto può accadere a Broadway il ritorno di un grande maestro del cinema

Peter Bogdanovich tutto può accadere a broadway

Peter Bogdanovich è un maestro del cinema americano, da troppo assente dal grande schermo, per la precisione dal 1992 -anno di Rumori fuori scena- e finalmente (dopo una produzione un po’ travagliata) è tornato con una commedia scritta e confezionata alla perfezione: Tutto può accadere a Broadway.

tutto può accadere a broadway

Il regista de L’ultimo Spettacolo e Paper Moon torna con Tutto può accadere a Broadway (She’s Funny That Way in originale) grazie ai soldi dei suoi allievi –Wes Anderson e Noah Baumbach che hanno prodotto la pellicola- e ci regala una lezione sul fare cinema – che parla di cinema.

tutto può accadere a broadwaySembra un Woody Allen, ma in ottima forma, quello delle sceneggiature scritte col cesello e i tempi perfetti.
Un grande vecchio che, citando -a sua volta- in maniera dichiarata sé stesso e i propri maestri (Lubitsch e gli scoiattoli di Fra le tue braccia), ci parla dei cari bei vecchi tempi andati, ma che ancora funzionano alla grande.

Riprende il ritmo tipico delle commedie di fine anni ’60 – la mente vola subito al suo Ma papà ti manda sola? (What’s Up, Doc?) del 1972, e allora come oggi Peter Bogdanovich non ha perso la sua passione per i personaggi nascosti in bagno, per le bionde combina guai e per i detective pasticcioni.tutto può accadere a broadwayDi allievi che ne hanno assimilato la lezione di Peter Bogdanovich, come Wes e Noah, ce ne vorrebbero ben di più.
Commedia corale di equivoci, tradimenti, romanticismi e cinismi sorretta da un cast in ottima forma.

Ottimo Owen Wilson che fa Owen Wilson, Kathryn Hahn (Revolutionary Road, L’Amore non va in vacanza) e Rhys Ifans che fa Gérard Depardieu.
Imogen Poots invece, la vera protagonista, purtroppo sembra un po’ la copia sbiadita di Emma Stone.
Jennifer Aniston, infine -e finalmente- nei panni della terapeuta nevrotica azzecca il ruolo di tutta la carriera. Non sarà la Barbra Streisand di What’s Up, Doc?, ma ci accontentiamo (con i tempi che corrono…).

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