Dopo la prima nazionale tenuta nel novembre scorso al Teatro sociale di Brescia, che l’ha prodotto, è arrivato al Teatro Franco Parenti di Milano il 1° dicembre lo spettacolo Mephisto tratto dal romanzo del 1936 di Klaus Mann. Lo spettacolo resterà in scena fino al 13 dicembre 2015.
Un’esplosione di effetti speciali per uno spettacolo che non conosce sintesi, il cui punto di forza è insito nelle sublimi capacità interpretative del suo primo attore, Luca Micheletti. Classe 1985, l’erede della tradizione secolare della Compagnia teatrale “I Guitti”, è anche regista e drammaturgo di “Mephisto”. La mise-en-scène continua la ricerca sul tema della “metamorfosi” iniziata con “Kafka”.
Lo spettacolo, liberamente ispirato alla vita dell’attore Gustaf Gründgens è un’indagine del rapporto tormentato e dilaniante tra l’essere umano e l’arte. Principalmente attore teatrale, ma anche regista e produttore televisivo, il ruolo che rese famoso Gustaf Gründgens fu quello del boss malavitoso in “M – Il mostro di Düsseldorf “ di Fritz Lang. Sposato per tre anni a Erika, figlia dello scrittore Thomas Mann, ebbe modo di conoscere la famiglia Mann da vicino e per tanto ostacolò in ogni modo il cognato Klaus nella pubblicazione dell’opera ispirata alla sua biografia. Mephisto gravita intorno al tormento di Höfgen, un giovane attore con grandi ambizioni, preda della frustrazione di calcare solo palchi da cabaret nella provinciale Amburgo. L’ascesa del Nazismo offre a Höfgen una svolta professionale. Così l’ attore, “più Amleto, che Otello”, vende la propria anima artistica al Partito pur di far carriera, fino al punto che la Storia gli si rivolta contro.
Il merito di aver sondato il lato più subdolo e vile che l’essere umano è in grado di sviscerare annebbiato dall’ambizione, va a Luca Micheletti, un fiore di adorabile meschinità, e al suo alter-egofemminile, Federica Fracassi, potente soprattutto nel secondo tempo. Attorno ai due spregiudicati gravitano: Juliette (Lidia Carew), principessa della danza decaduta al rango di prostituta; Miklas (Massimo Scola), un giovane attore militante nel teatro politico e il diavolo tentatore, il Potere. I loro rapporti con esso – che assume le sembianze del numero del Reich, Hermann Göring (Michele Nani) – li porteranno o a stravolgere i loro ideali, o alla morte.
Uno spettacolo di grande intensità e dall’allestimento, a volte, ridondante: tra spari, motociclette e sedute bondage. Ricco di citazioni, Mephisto, è uno scorcio sull’assurdità della Storia recente: dagli spettacoli Dada, alla cruenta realtà Nazista. Una rappresentazione che non concede redenzione e la confina nel sottopalco così come il regime del Führer fece con la sua umanità. Di ciò si fa emblema una botola dalla quale a, tratti, emerge il bagliore della luce di una coscienza che, accecando Höfgen, lo costringe a richiuderla immediatamente, sbattendola spaventato. Traslato di quell’atteggiamento dei governi europei negli anni ’30 che, mentre sceglievano di non badare alla rapida avanzata del Nazionalsocialismo, conducevano milioni di persone verso un epilogo senza più scelta alcuna tra la lotta e la morte. Un spettacolo che, attraverso la vita di un uomo che mastica il Faust e sputa citazioni di Baudelaire, racconta la nostra Storia.
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MEPHISTO
Ritratto d’artista come angelo caduto
Da martedì 1 dicembre a domenica 13 dicembre
Teatro Franco Parenti
Via Pier Lombardo, 14 – 20135 Milano
biglietteria 02/59995206
biglietteria@teatrofrancoparenti.it
info@teatrofrancoparenti.it
www.teatrofrancoparenti.it
