Se ne è andata una delle ultime grandi anime della sinistra italiana. Anzi della sinistra comunista, Armando Cossutta è morto ieri pomeriggio 14 dicembre 2015 a Roma dove era da tempo ricoverato all’ospedale San Camillo.
Aveva 89 anni, era infatti nato, a Milano, nel 1926.
Cossutta l’uomo della coerenza. Mai aveva abbandonato le sue posizioni Comuniste e filosovietiche. Iscritto al Pci nel 1943 divenne partigiano delle Brigate Garibaldi, partecipo’ alla Resistenza antifascista ed antinazista, scampato tra laltro alla fucilazione. Nel dopoguerra divenne dirigente del partito di cui fu tra i massimi esponenti della corrente piu’ filo sovietica; fu proprio questa tendenza a considerare l’Urss come ” stato guida” del comunismo mondiale che lo porto’ a polemizzare con Enrico Berlinguer. Cossutta fu collabotatore dell quotidiano L’Unita e ininterrottamente parlamentare dal 1972 al 2008.
Filosovietico per antonomasia non poteva non opporsi strenuamente alla Linea revisionista del segretario Berlinguer, il quale, traendo spunto dal golpe che Jaruzelski compí sotto la minaccia d’invasione sovietica della Polonia, aveva affermato che la “spinta propulsiva” della Rivoluzione di ottobre si era esaurita, tentando di sganciare il Pci dai suoi rapporti storici con i regimi comunisti del blocco sovietico.
Cossutta definì il metodo delle scelte del Pci con una sola parola, resa celebre in un suo articolo: “lo strappo”. Contrario allo scioglimento del Pci, nel 1991, fonda con Sergio Garavini, Lucio Libertini ed altri il Movimento per la rifondazione comunista che nel dicembre dello stesso anno si unì a Democtazia proletaria formando il Prc di cui fu presidente. In seguito alle elezioni del 1996 Rifondazione comunista fece parte della maggioranza che sostenne il primo governo Prodi. Nel ’98 Bertinotti, allora segretario del partito, ritiro’ la fiducia al governo; Cossutta si opppose staccandosi dal partito e fondandone uno nuovo: Il Partito dei Comunisti Italiani con Oliviero Diliberto e Marco Rizzo.
Gianni Cuperlo, raggiunto da “Repubblica” lo ha ricordato così: “L’ho salutato l’ultima volta in Piazza del Popolo il 14 novembre, alla manifestazione il giorno dopo gli attentati di Parigi. Sono molto colpito dalla sua scomparsa. Gli ero molto legato per il suo carattere di uomo, per la sua passion e lucidità. Aveva dedicato alle ragioni della sinistra qle ragioni della sua esistenza. Mi viene in mente quella battuta di Berlinguer che rispondendo alla domanda di Minoli ‘che cosa vorrebbe si dicesse di lei?’ alla quale Berlinguer rispose ‘che sono rimasto fedele agli ideali della mia gioventù’. Ecco mi piace pensare che in qualche modo lo sia stato anche Cossutta”.