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Firenze Capitale in mostra a Palazzo Pitti. I doni e le collezioni del Re

Vincenzo Cabianca (Verona, 1827 – Roma, 1902) I novellieri fiorentini del XIV Secolo 1860 olio su tela Firenze, Palazzo Pitti, Galleria d’arte moderna Vincenzo Cabianca (Verona, 1827 – Roma, 1902) I novellieri fiorentini del XIV Secolo 1860 olio su tela Firenze, Palazzo Pitti, Galleria d’arte moderna
Vincenzo Cabianca  (Verona, 1827 – Roma, 1902)  I novellieri fiorentini del XIV Secolo 1860 olio su tela Firenze, Palazzo Pitti, Galleria d’arte moderna
Vincenzo Cabianca
(Verona, 1827 – Roma, 1902)
I novellieri fiorentini del XIV Secolo
1860
olio su tela
Firenze, Palazzo Pitti, Galleria d’arte moderna

3 febbraio 1865: Vittorio Emanuele lascia Torino alla volta di Firenze che per cinque anni diventa capitale d’Italia.

Fino al 3 aprile 2016 le sale di Palazzo Pitti rievocano le atmosfere ottocentesche della reggia toscana attraverso dipinti, mobili, manufatti artistici e artigianali che testimoniano la presenza dei Savoia nello storico palazzo, già residenza dei Medici e dei Lorena.

Un’esposizione che ripercorre la vita del Sovrano, dei suoi gusti artistici e dei suoi principali interessi e legami, cercando di coinvolgere il visitatore nelle atmosfere della reggia. Salito al trono nel 1849, furono diverse le occasioni in cui Vittorio Emanuele II ebbe modo di visitare il capoluogo toscano acquistando e commissionando numerose opere: al 1863 risale la realizzazione di grandi dipinti a soggetto storico che il Sovrano commissionò ad alcuni artisti dell’Accademia di Firenze per arredare le sale del palazzo.

Giuseppe Ferdinando Lazzerini  (Carrara, 1831-1895) Flora  ante 1863 marmo bianco di Carrara Firenze, Palazzo Pitti, Galleria del Costume
Giuseppe Ferdinando Lazzerini
(Carrara, 1831-1895)
Flora
ante 1863
marmo bianco di Carrara
Firenze, Palazzo Pitti, Galleria del Costume

Dopo l’elezione della città a Capitale, si rese infatti necessario un riallestimento che coinvolse sia la residenza privata del nuovo Re nella Palazzina della Meridiana, attuale Galleria del Costume, che gli Appartamenti Reali al piano nobile della Galleria Palatina, che vennero utilizzati esclusivamente per cerimonie e incontri di rappresentanza di alto rango.

Il nucleo della mostra è presentato dall’Appartamento della Duchessa d’Aosta – cosiddetto per la prolungata permanenza a palazzo fino al 1946 di Anna di Francia – dove le sale si presentano con tutto il loro arredo originario.

Enrico Fanfani  (Firenze, 1824 – post 1885) L’arrivo di Vittorio Emanuele II in Piazza della Signoria di Firenze  1861 olio su tela Collezione privata
Enrico Fanfani
(Firenze, 1824 – post 1885)
L’arrivo di Vittorio Emanuele II in Piazza della Signoria di Firenze
1861
olio su tela
Collezione privata

Gli ambienti si offrono con il loro arredo originario, sulla base dell’ultimo “Inventario Oggetti d’arte” risalente al 1911. Importante testimonianza del gusto eclettico del Re, dei Savoia e degli Aosta, gli spazi hanno raggiunto il loro aspetto attuale, grazie alla sovrapposizione di manufatti e arredi appartenuti a quelle dinastie che avevano precedentemente abitato il Palazzo, e che furono poi rimessi in uso dopo i necessari restauri dai nuovi Reali. A questa prima immagine si uniscono oggetti come la monumentale specchiera eseguita dai fratelli Levera esposta nel Salotto Rosso. Le passioni dei cani, della caccia, dei cavalli e degli altri passatempi del Re, arricchiscono invece la sala della Musica.

Abiti eleganti, oggetti domestici, fragili accessori come ventagli, ombrellini, porta bouquet o carnet da ballo raccontano la vita di corte delle donne del Sovrano: da Margherita di Savoia – nipote e nuora di Vittorio Emanuele – a Maria Pia e Maria Clotilde, le due figlie.

Pio Fedi  (Viterbo, 1815 – Firenze, 1892) Ricordati di me che son la Pia 1861 marmo Firenze, Palazzo Pitti, Galleria d’arte moderna
Pio Fedi
(Viterbo, 1815 – Firenze, 1892)
Ricordati di me che son la Pia
1861
marmo
Firenze, Palazzo Pitti, Galleria d’arte moderna

Non manca lo spazio dedicato alla ritrattistica allestito nella Stanza dei Camerieri: qui si possono ammirare i ritratti di personalità maschili e femminili protagoniste degli avvenimenti politici e culturali dell’epoca. Questi dipinti si ricollegano all’apposito riallestimento della Sala 16 della Galleria d’arte moderna, pensata come prolungamento della mostra, dove si possono conoscere altre  momenti legati alla storia del periodo come il dipinto Atto d’annessione al Regno d’Italia presentato a Vittorio Emanuele di Giovanni Mochi.

A concludere l’esposizione fiorentina è la sezione dedicata alle cineserie appartenute alla famiglia Savoia tra le quali il paravento acquistato in occasione dell’Expo Nazionale del 1861, o quello più antico recante lo Stemma sabaudo.

Oltre alla manutenzione, spolveratura e restauro dei parati, delle tappezzerie e delle strutture in legno, cinquanta opere tra pitture, sculture ed elementi d’arredo sono state restaurate per l’evento. La mostra Firenze Capitale 1865-2015 è un’occasione unica per rivivere un’importante momento della storia dell’Italia Unita e dei suoi protagonisti.

INFORMAZIONI UTILI

Firenze Capitale 1865 – 2015. I doni e le collezioni del Re

Galleria d’arte moderna, Palazzo Pitti, Firenze

19 novembre 2015 – 3 aprile 2016

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