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Vinicio Capossela viandante sul grande schermo

"Vinicio Capossela - Nel Paese dei Coppoloni"

Dopo il successo del suo ultimo libro, Vinicio Capossela debutta anche sul grande schermo, il 19 e 20 gennaio, con Vinicio Capossela – Nel Paese dei Coppoloni.

"Vinicio Capossela - Nel Paese dei Coppoloni"
Vinicio Capossela – Nel Paese dei Coppoloni”

Prodotto da LaEffe, PMG e la Cupa, il lungometraggio, che assume i tratti caratteristici del documentario, è un viaggio in quell’Italia “interna”, sconosciuta e svuotata dalla modernità.

vinicio capossela e paese
Vinicio Capossela in primo piano, sullo sfondo Il Paese dei Coppoloni

“Sono nato in Germania, da piccolo me ne vantavo. Così, userò una parola tedesca per spiegare il senso del mio viaggio: Heimat. Che qualcuno traduce con Patria, ma quello è Vatterland, termine maschile, forte, poi degenerato in mali peggiori. Invece Heimat è femminile, materno, esprime un sentimento, che è quello di una casa dalla quale si è separati. Tutto questo viaggio che ho fatto da viandante è verso un mondo magico e perduto, perché io non ho vissuto qui ma da qui traggo origine. Mettere insieme queste storie ha richiesto molto tempo, oltre dieci anni, ma il tempo non è nulla quando si è guidato dall’euforia della scoperta” Vinicio Capossela

Vinicio Capossela

L’Irpinia, terra d’origine del cantautore italo-tedesco, si fa così emblema di quelle società arcaiche che con il boom industriale sono state dimenticate, colonizzate da pale eoliche e trivellate nel profondo della loro anima. Una ferrovia e il rito nuziale questi i pilastri di una sacralità ormai perduta che riecheggia, sottoforma di canzoni, tra i vicoli dissestati di certi paesi. A fare da collante tra il passato tribale e la modernità lo stesso Vinicio Capossela, che accompagna il suo regista e compagno di viaggio Stefano Obino.

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“Il copione per quanto mi riguarda era Vinicio, era seguirlo e lasciare che lui entrasse in queste dimensioni e ce la raccontasse, io ho solo cucito tutto quanto insieme”. Stefano Obino

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Vinicio Capossela in sella della “mietitrice volante”

Nel viaggio onirico, mistico per recuperare un identità e definire la propria missione sotto il grande cielo azzurro, una reiterazione “Chi sei? A chi appartieni ? Cosa vai cercando?”. Un film che si fa riflessione sul significato più intimo della nostalgia, dal greco “nostos” (ritorno al paese) e “algia” (dolore), metafora di quel patimento che, in questo caso, non deriva dal ricordo ma dal sentimento di chi sente propria un’origine, pur senza averla mai vissuta, semplicemente perché gli scorre nelle vene come parole abbandonate nel letto di un fiume.

Nel film le musiche originali sono tratte dal nuovo album "Le canzoni della Cupa"
Nel film le musiche originali sono tratte dal nuovo album “Le canzoni della Cupa

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