Giallo Banana: the redefinition of libro giallo. Cosa succede quando si prende un genere longevo, solido e spesso un po’ serioso come quello del giallo e si decide aggiornalo al mondo 2.0? Succede Giallo Banana. Il romanzo, edito da Neri Pozza, racconta l’indagine di un investigatore improvvisato, Vittorio Maria Canton di Sant’Andrea, un principe un po’ decaduto che si muove negli ambienti della Roma bene fatti di nobili, starlette e maggiordomi senza stipendio. Le passioni di Vittorio Maria Canton di Sant’Andrea? I libri gialli di serie B, le parole crociate, Cher e, ovviamente, la cosiddetta TV spazzatura. In questo romanzo è come se Jessica Fletcher (la Signora in Giallo) incontrasse lo Sherlock Holmes di Una Samba per Sherlock Holmes (Jô Soares): quello di Giallo Banana è sicuramente un giallo molto brillante.
Giovanni Di Giamberardino e Costanza Durante: ci sono loro dietro a Giallo Banana, li abbiamo intervistati.
Come è nata la vostra collaborazione?
Costanza Durante: Prima di diventare coautori c’è stato un tempo in cui eravamo addirittura amici, e stavamo trascorrendo insieme le vacanze estive. Ovviamente pioveva, e il pomeriggio sotto la pagliarella ci stava annoiando terribilmente. A quel punto i cruciverba li avevamo finiti tutti, e non ci è rimasto che dirci: “ma se scrivessimo un giallo?”. Era la prima volta che ci cimentavamo in un progetto comune, è stato elettrizzante e ci siamo trovati subito sulle prime idee. Le abbiamo poi cassate tutte, finché non è arrivato Vittorio: era lui quello giusto!
Com’è scrivere un romanzo a quattro mani?
Giovanni Di Giamberardino: Per scrivere un romanzo a quattro mani innanzitutto bisogna parlare, parlare, parlare. Il momento di discussione e sviluppo iniziale è importante almeno quanto quello della scrittura tout court e altrettanto divertente. Noi poi scriviamo solo quando siamo insieme, dico proprio entrambi nella stessa stanza, uno seduto davanti all’altra, posseduti dallo spirito di Vittorio, che ci obbliga puntualmente a concludere ogni sessione di scrittura ascoltando “I Wanna Dance with Somebody” di Whitney Houston.
Secondo libro per Giovanni Di Giamberardino e secondo giallo.
Non è un genere troppo inflazionato quello del giallo? O è un campo evergreen e quindi sicuro?
Giovanni Di Giamberardino: Sicuramente il giallo è un genere inflazionato, soprattutto in libreria e in televisione (meno al cinema in questo momento), perché è incredibilmente popolare, di facile fruizione. Quando prendi in mano un giallo sai già quello che ti aspetta: c’è un morto, un detective e un caso da risolvere. Proprio per questa struttura abbastanza rigida, il giallo ti permette di prendere queste regole e riformularle liberamente. Per assurdo la sua rigidità permette, anzi obbliga, a una maggiore libertà. La marcatura della regina era una raccolta di B-track, di storie tangenziali rispetto una crime story che nessuno vedrà mai se non dal punto di vista delle comparse. Giallo Banana invece è un amalgama di generi, storie, tempi. Insomma, basta che ci sia il morto e si può fare tutto!
Tra aggettivi per definire Giallo Banana.
Giovanni Di Giamberardino: Irriverente, frizzante e perfido.
Costanza Durante: Giallo, garibaldino, gargantuesco.
Sulla romanità e il registro della parodia: Giallo Banana come contraltare della Grande Bellezza?
Giovanni Di Giamberardino: In realtà l’idea è nata prima ancora di vedere il trailer del film, evidentemente quel “bel mondo” affascina immensamente chi si trova, per un motivo o per un altro, a frequentarlo anche solo di sfuggita. Il nostro tono è di certo più leggero e divertito, anche perché non era nel nostro intento né giudicare quell’ambiente né fare da contraltare al film (che ci è piaciuto). Diciamo che il generone calzava benissimo a noi e al nostro personaggio, come una scarpetta di cristallo.Il personaggio dell’investigatore Vittorio Maria Canton di Sant’Andrea è ispirata a qualcuno di reale? Com’è nato questo personaggio?
Costanza Durante: Vittorio è figlio nostro, ed essendo pessimi genitori lo abbiamo cresciuto caricandolo di tutte le nostre frustrazioni, i nostri tic e le nostre angosce, e per assurdo sembra non volersene liberare in alcun modo. È un puzzle di personaggi incontrati, persone a cui vogliamo bene e nostre caratteristiche. Tutte queste suggestioni hanno creato il personaggio, in maniera tanto definita da non aver bisogno di un modello caratteriale da seguire.
Le fonti e il linguaggio sono quelle dei meme, Twitter, Facebook. In merito a questo su Giallo Banana è stato scritto «Il rischio […] è forse quello di raggiungere l’effetto instant book, ovvero che il contenuto ricco di citazionismo diventi via via più oscuro quando i riferimenti pop usciranno dall’olimpo del contemporaneo, ma non per questi potenziali lettori». Cosa ne pensate?
Giovanni Di Giamberardino: Noi non ce ne preoccupiamo troppo. È vero, il linguaggio, l’umorismo che usiamo nel romanzo è lo stesso con cui io e Costanza ci interfacciamo, ma a dir la verità non credo si fondi soltanto sui riferimenti pop o su un certo tipo di slang. È invece un umorismo legato ai personaggi, che passa attraverso di loro. Magari tra qualche anno una o due battute potrebbero sfuggire, certo, ma capita spesso con la commedia in generale e non credo che la storia nel complesso possa risentirne, perché crediamo che i protagonisti la reggano tutta sulle loro spalle. Tra l’altro anche solo il pensiero che a qualcuno possa ancora leggerci tra qualche anno ci fa arrossire più che preoccupare!Di Giamberardino, come nasce la fissa per Harry Styles?
Giovanni Di Giamberardino: Lo seguivo da un po’, ero un suo fan e in segreto ne ero già innamorato. Poi il giorno del mio trentesimo compleanno ci siamo incontrati per la prima volta e da allora non ci siamo più separati.
Durante, lei fisse particolari?
Costanza Durante: La mia fissa si esplicita nella citazione iniziale di Wanna Marchi. Ho una sua foto in camera e nei momenti peggiori le televendite dei Sali del Mar Morto sono meglio dell’abbraccio di un amico.
Hanno detto «ma di certo avremo modo di seguire le prossime avventure del principe, perché Vittorio Maria Canton di Sant’Andrea ha tutta l’aria di diventare (l’ennesimo) investigatore seriale». È in cantiere un seguito?
Giovanni Di Giamberardino: Stiamo scrivendo il seguito proprio in questo momento. Nuovo caso, nuovi personaggi e vedremo un altro lato della Roma bene. Le avventure di Vittorio sono appena cominciate…
Vi piacerebbe portarlo sul piccolo schermo? Chi vedreste nei panni del protagonista?
Giovanni Di Giamberardino: Il piccolo schermo non credo si adatti all’imponente stazza di Vittorio, perché se Vittorio si mette in testa di fare qualcosa questo qualcosa dev’essere grande, enorme! Riguardo chi possa interpretarlo, forse è meglio non entrare ancora nello specifico, ognuno ha diritto di immaginarsi Vittorio come vuole, almeno per il momento, cioè prima che appaia in tv col volto di Beppe Fiorello.
Perché dobbiamo assolutamente leggere Giallo Banana?
Costanza Durante: Perché altrimenti il mondo finirà oggi stesso, il libro è maledetto da un antico rito voodoo di cui purtroppo non ci hanno rivelato il controincatesimo.
- Giallo Banana, arrivato già alla seconda edizione è disponibile in tutte le librerie, su Amazon e ibs.