Il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, che aprirà il prossimo ottobre, sta incrementando la propria raccolta grazie al nuovo comodato di opere (nuovo accordo decennale) provenienti dalla collezione di Alessandro Grassi.
Un corpus di 35 opere e un portfolio di 12 fotografie di Andy Warhol vanno ad arricchire la collezione del Centro Pecci, integrandola soprattutto nel nucleo di ricerche artistiche sviluppate fra gli anni Ottanta e Novanta, quando il Centro Pecci, nel 1988, ha dato avvio all’attività espositiva e alla raccolta del suo patrimonio permanente.
Stefano Pezzato, conservatore della collezione, che vanta ad oggi oltre 1000 opere realizzate negli ultimi cinquant’anni, ha affermato: “Il nuovo comodato rappresenta un segno di riconoscimento al lavoro svolto per valorizzare la collezione del Centro Pecci, ma soprattutto un segnale di fiducia per lo sviluppo e la promozione del patrimonio d’arte contemporanea di Prato e della Toscana. Lo consideriamo un punto di partenza per arricchire sempre più la raccolta del Centro Pecci, che finora ha seguito l’attività espositiva del museo e in futuro potrà essere integrata anche grazie alla disponibilità e alla collaborazione di privati illuminati come i famigliari di Alessandro Grassi”.
Il nuovo comodato Alessandro Grassi al Centro Pecci include un grande arazzo realizzato a quattro mani da Alighiero Boetti e Mimmo Paladino, opere significative degli esponenti della Transavanguardia Sandro Chia, Francesco Clemente, Enzo Cucchi e Mimmo Paladino, gli ultimi due già celebrati in mostre personali e rappresentati nella collezione del Centro Pecci, come pure l’americano Julian Schnabel di cui viene ora acquisito uno dei celebri dipinti su piatti dei primi anni Ottanta.
La collezione Grassi porta in dote al Centro Pecci anche due dipinti di Salvo della metà degli anni Settanta, quattro importanti tele di Mario Schifano fra cui il Grande quadro equestre italiano (1980), cinque tavole dipinte fra metà anni Ottanta e Novanta da Gino De Dominicis, un ovale “balinese” di Luigi Ontani (1995-96), una piccola scultura policroma del tedesco Markus Lüpertz (1990), due grandi ritratti su tela dell’americano Alex Katz (del 1989 e 2000), un grande dittico a olio dell’americano David Salle (2003). A questi si aggiungono un dipinto “anti-fotografico” dell’americano Neil Jenney (1970), una nota definizione concettuale della serie Art as Idea as Idea di Joseph Kosuth (1968), la celebre icona di Jacqueline al funerale di J.F. Kennedy di Andy Warhol (1964).
Il portfolio di 12 fotografie in bianco e nero di Andy Warhol (edizione del 1980) introduce la parte fotografica del comodato Grassi ora al Centro Pecci, che comprende inoltre due “fotografie d’arte” di William Eggleston (1973; 1999/2000), una veduta on the road di Stephen Shore (1974), due interni di Nan Goldin (1986; 2001), due esterni di Wolfgang Tillmans (1994), una grande composizione fotografica di Gilbert & George (1988), una stampa cromogenica di David Fischli & Peter Weiss (1992/2000).
Alessandro Grassi è nato a Prato nel 1942, trasferendosi con la famiglia a Milano dove è cresciuto e si è affermato come imprenditore nell’ambito industriale degli inchiostri tipografici; è scomparso a Forte dei Marmi nel 2009. Dagli anni Ottanta è stato uno dei collezionisti d’arte contemporanea più significativi nella stagione del cosiddetto ritorno all’espressività pittorica e della ripresa figurativa. Dall’inizio ha acquisito opere della Transavanguardia, allargando quindi il proprio interesse alla pittura postmoderna prevalentemente dell’area tedesca e nordamericana. Negli anni Novanta si è appassionato a grandi artisti internazionali avviando, parallelamente alla pittura, una importante raccolta di fotografia d’arte. Negli stessi anni ha sostenuto anche la giovane pittura italiana.