Un nuovo corpus di sculture e dipinti di Rodney Graham arriva a Milano per la sua prima personale alla Lisson Gallery. Il titolo è ‘Più Arte dello Scovolino!’ e presenta l’opera di un ipotetico artista disperso nella Storia: ‘l’artista dei pulisci pipa’.
Graham si presenta in inedite vesti moderniste, come se si trattasse di un artista astrattista, le cui produzioni sono databili intorno alla prima metà degli anni Sessanta in Italia.
Eleggendo se stesso quale attore protagonista di tableaux intrisi di storia dell’arte, Graham si presenta allo stesso tempo come uomo del rinascimento e soggetto comico: le sue opere sanno essere profondamente intertestuali, ma anche autoreferenziali. Ognuna di queste immagini sviluppa molteplici riferimenti e allusioni, mentre l’assoluta pulizia della composizione nasconde una miniera di inganni visivi ed enigmi transculturali.
Per oltre quarant’anni, Graham ha condotto una ricerca concettuale e multidisciplinare che abbraccia fotografia, scultura, installazione, editoria, film, video, audio e pittura, con lo scopo di indagare le possibilità creative del passato e del presente. Fondamentalmente Rodney Graham è un performer, la sua esperienza artistica slitta dal travestimento alla digressione, passando per citazioni e note ironiche, sino al raggiungimento della completa comprensione di una determinata dimensione spaziale e culturale.
Le opere in mostra presso Lisson Gallery Milan sviluppano i propositi già enunciati in ‘Pipe Cleaner Artist, Amalfi, 1961’ (2013). La lightbox dipinta lo ritrae all’interno di una stanza dall’arredo rustico, inondata dal sole, mentre completamente assorto nella riflessione trasforma gli scovolini in opere d’arte. L’ispirazione proviene da tre immagini distinte: il ritratto posato di Jean Cocteau realizzato da Man Ray nel 1930, nel quale il poeta lavora a una costruzione di scovolini simili a quelle realizzate per il suo film d’avanguardia ‘Blood of a Poet’; una fotografia che ritrae Asger Jorn nel suo studio di Albisola nel 1961; un’immagine di Lucio Fontana che si rilassa nel cortile del suo studio di Milano mentre sembra giocare con dei ciottoli, muovendoli su di una tela.
“Ho voluto evocare l’immagine di uno studio utopico, collocato in un periodo storico nel quale il modernismo sembrava avere ancora moltissime possibilità da offrire”, ha spiegato Rodney Graham.
Così come le opere più datate, realizzate nella fattispecie di ‘gifted amateur’, che allo stesso modo prosegue il ciclo dello studio d’artista, i nuovi pezzi composti da scovolini si collocano nella convergenza tra distanza ironica, omaggio serioso e aspetto ludico, laddove il romanticismo è nutrito di pragmatismo. Questa la descrizione che Graham dà dell’artista oggetto della sua ricerca: “come Cocteau, utilizza gli scovolini, ma la sua arte è informale, le sue influenze più contemporanee comprendono: Klein, Fontana, Manzoni. Si tratta probabilmente di un pittore nordico come Jorn (che credo sia arrivato in Italia per motivi di salute), che cerca di approdare a lavori tridimensionali attraverso l’assemblaggio, un avido sommozzatore la cui opera è influenzata dalla varietà cromatica dei coralli del Mediterraneo.”
Dal collocamento temporale di nuove opere d’arte nel passato e dall’assurdo capovolgimento della logica produttiva, Graham trova nuovi modi di relazionarsi alla pittura e alla scultura, arricchendo la storia dell’arte con le sue personali invenzioni.