Print Friendly and PDF

Sopravvissuto – The Martian in corsa agli Oscar 2016. Fantascienza con leggerezza e umanità

Sopravvissuto – The Martian

È uscito sul mercato home-video Sopravvissuto – The Martian di Ridley Scott. Il film in corsa per ben sette premi Oscar, tra cui Miglior film dell’anno e Miglior attore protagonista, è lontano dal capolavoro ma è ugualmente un film godibile e ad alto tasso empatico.Sopravvissuto – The Martian Ridley Scott, abbandona le velleità di matrice cristologica e millenaristica di Prometheus ed Exodus per raccontare la storia di un eroe meno teutonico e paludato ma più democratico e amicale. Il merito è anche del soggetto, scritto da uno slacker della narrativa sci-fi, quell’Andy Weir che propose la storia dell’astronauta abbandonato su marte Mark Watney a puntate sul suo blog, scrivendo persino il codice madre di un programma per il calcolo delle rotte da usare nel suo racconto.

Gli stessi lettori lo convinsero poi a vendere la sua storia sottoforma di e-book su Amazon per il prezzo minimo di 0,99 dollari. La piattaforma di Jeff Bezos costituì un vero e proprio trampolino di lancio per la storia di Weir e il passo successivo fu la conquista di Hollywood.Sopravvissuto – The Martian

La forza di Sopravvissuto – The Martian sta nella leggerezza con cui l’epopea di Watney è proposta allo spettatore. Nonostante l’accuratezza (la NASA ha collaborato con la produzione del film per rendere più veritiere le vicende dell’astronauta e dei team che tenteranno di salvarlo dalla terra e dallo spazio) nel descrivere una missione che propone tecnologia ed eventi del prossimo futuro (la stima è di sei/otto mesi dall’uscita nelle sale del film), Sopravvissuto – The Martian sa conquistare il piacere dello spettatore non tanto per roboanti effetti speciali ma grazie a un pool di personaggi che è bello definire «umani», dalla dimensione amicale e familiare.

Il Mark Watney di Matt Damon – divertente e finalmente lontano dai legnosi personaggi cui ultimamente ci aveva abituato – riesce a sopravvivere sull’inospitale e remoto pianeta rosso, non solo grazie alle sue abilità di botanico e alla sua manualità (nel romanzo Watney possiede anche un master in ingegneria oltre che in botanica) ma grazie al suo carattere irriverente e creativo.Sopravvissuto – The Martian Un’attitudine che gli permette di ricostruire una dimensione umana – anche qui molto slacker: con l’hub su marte riadattato per le colture e la vita in solitaria – e trovare un’originale via di comunicazione con la terra. Lo vediamo lamentarsi delle scorte di ketchup finite, gioire per la sua coltivazione di patate su marte, sculettare felice sulle note di Hot Stuff di Donna Summer dopo aver risolto un dilemma energetico di vitale importanza e diventare un pirata dello spazio con il nome di Capitan Barbabionda. Come non amare un protagonista simile?

L’assenza di un antagonista – che gli irriducibili della narratologia identificano nello stesso pianeta Marte – è compensata da un nutrito insieme di personaggi piacevoli, tratteggiati a brevi e riconoscibili pennellate come succede nel fumetto americano. Ecco quindi il forte capitano Lewis di estrazione militare e con la passione per la disco anni Settanta (Jessica Chastain), l’addetta stampa dalla faccetta facile (Kristen Wiig, adorabile come sempre), il capo della NASA, equilibrista e politico ma non privo di sentimenti (Jeff Daniels, ormai imprigionato nel ruolo dirigenziale), l’addetta al satellite, un po’ svampita che si accorge per prima della presenza di Watney su Marte, Mindy Park (Mackenzie Davis), l’astronauta e chimico tedesco dall’ironia europea (Aksel Hennie) e il personaggio più simile allo scrittore Andy Weir: Rich Purnell, il giovane astrodinamico dallo stile rilassato che traccerà la rotta per salvare Watney.Sopravvissuto – The MartianNonostante le sue due ore e ventiquattro minuti, Sopravvissuto – The Martian non annoia mai. Agli spiegoni o alle scene di eroismo nietzschiano preferisce lo scambio di battute, il dinamismo democratico dell’agenzia spaziale (compresa un’inedita collaborazione con la Cina, quasi una metafora di quello che sta accadendo con le case di produzione cinematografiche) e la ricerca di una serie di soluzioni creative da parte di Mark «Capitan Barbabionda» Watney per sopravvivere un sol (l’unità di tempo che scandisce gli eventi del film) in più su Marte.

Commenta con Facebook

leave a reply

*