Per la prima volta, le opere di Antonio Canova, tornano nel luogo dove furono scattate da Stefano Serafin, ovvero alla Gipsoteca Museo del Canova a Possagno, nell’ambito di “Antonio Canova. l’arte mutilata nella grande guerra”, un progetto espositivo a cura di Alberto Prandi e Mario Guderzo. Fino al 28 febbraio 2016.
Molti dei Canova violati, meglio martirizzati, dal cannoneggiamento del 1917, furono “fermati” dalle immagini di Stefano Serafin, non sono mai più stati esposti. In questo secolo, diverse opere sono state restaurate, molte altre, le più dilaniate, sono rimaste protette nei depositi.
Nella mostra “Antonio Canova. l’arte mutilata nella grande guerra” per la prima volta sono riunite in un’ampia sezione, come reliquie di una sfregiata bellezza. Stefano Serafin si limitò a osservare, con orrore, l’affronto al grande Canova, senza avere il coraggio, e forse neanche il tempo, di consegnarne per sempre la memoria ad una delle sue lastre fotografiche. Stefano Serafin di orrori ne aveva già fotografati diversi, ma anche di azioni di salvataggio. E da quelle lastre, conservate come cimeli di famiglia, aveva tratto positivi che ancora oggi, un secolo dopo, colpiscono per qualità e potenza.
Riuniti in un piccolo album con copertina ricamata dalle donne di casa, come era d’uso per le memorie di famiglia, quell’album è oggi patrimonio dell’istituzione canoviana mentre le lastre originali sono conservate al FAST Foto Archivio Storico Trevigiano, insieme ad altre immagini sul tema.
INFORMAZIONI UTILI
Antonio Canova. l’arte mutilata nella grande guerra
Gipsoteca Museo del Canova a Possagno
Fotografie di Stefano Serafin
Dal 25 luglio 2015 al 28 febbraio 2016
0423 544323