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Tutto l’estro del Quartiere Coppedè a Roma

Ingresso al quartiere Coppedè

Roma è la città che più di tutte al mondo è in grado di offrire ai suoi visitatori continue ed infinite sorprese. E se l’arte e l’architettura moderna sono la vostra passione, certamente anche in questo caso la Capitale saprà accontentarvi. Basterà infatti abbandonare i percorsi più turistici e scegliere di passeggiare all’interno del quartiere Coppedè, per rimanere incantati dalle sue straordinarie architetture.

Realizzato tra il 1915 e il 1927, deve il proprio nome all’architetto che lo concepì, Gino Coppedè. Fiorentino di nascita, fu un grande studioso, un importante accademico e soprattutto un artista tra i più eclettici e fantasiosi del tempo. Coppedè quando ricevette la committenza per la realizzazione di un nuovo quartiere residenziale per la ricca borghesia romana, decise di concepire l’area come un vero e proprio villaggio, in cui i protagonisti assoluti fossero la fiaba, l’incanto e lo stupore. Ed è perfettamente riuscito nel suo intento, benché l’opera sia rimasta incompiuta a causa della sua morte nel 1927.

Palazzo Ambasciatori 02
L’ingresso al quartiere è in via Dora e ad accogliere il visitatore vi è un grandioso arco d’accesso che collega i due Palazzi degli Ambasciatori. L’arcone è ornato da mascheroni, efebi ed affreschi con cavalieri medioevali ed è illuminato da un elegante lampadario in ferro battuto. Le facciate dei palazzi presentano un tripudio di simboli plasmati nello stucco e le loro decorazioni sono ricche di stemmi, mosaici e personaggi mitologici, come per esempio la grande Nike alata, posta in cima alla torretta e circondata da aquile. Che Gino Coppedè fosse un grande studioso della storia e tradizione romana lo conferma anche la presenza di una divertente “Madonnella”, posta proprio all’ingresso del quartiere: sono queste infatti caratteristici ex voto presenti in tutto il centro storico. Questa però ha qualcosa di davvero particolare: il Bambinello è tutto proteso verso di noi, quasi ad incitarci a proseguire il cammino.

Piazza Mincio 01

Cuore del quartiere è ovviamente la graziosa piazza Mincio, dove troneggia al centro la Fontana delle Rane, così chiamata per le rane presenti sul catino superiore, chiaro rimando alla più celebre Fontana delle Tartarughe di Gian Lorenzo Bernini in piazza Mattei nel Ghetto Ebraico. Sulla piazza si affacciano anche i palazzi più importanti e straordinari di tutto il quartiere: oltre ai già menzionati Palazzi degli Ambasciatori, vi sono infatti il Palazzo del Ragno, così chiamato per la presenza di un mosaico in bianco nero in facciata raffigurante proprio l’ animale – simbolo per eccellenza dalla laboriosità – e sul lato opposto il palazzo rimasto senza nome il cui portale è una copia fedele di quello che compare nel film muto “Cabiria”, la cui sceneggiatura fu scritta da Gabriele d’Annunzio nel 1914. Non male come citazione, vero? E dulcis in fundo, il gioiello vero e proprio, il Villino delle Fate.

Villino delle Fate 01

Qui la fantasia e l’estro del Coppedè si sono superati. Il villino, composto da tre edifici indipendenti, rappresenta una dedica e un omaggio alle tre città italiane più importanti: Firenze, Roma e Venezia. Nelle facciate è possibile infatti riconoscere Dante e Petrarca ritratti accanto alla cupola di Santa Maria del Fiore di Firenze, l’immancabile Lupa Capitolina, simbolo di Roma, dipinta insieme a Romolo e Remo su un balconcino, vicino al Leone di San Marco, fronteggiante un veliero, emblemi di Venezia. Ma le colte citazioni non finiscono qui. Nascosti sulla facciata posteriore ci sono poi il significativo albero della vita, uno dei simboli sacri più antichi del mondo, vero e proprio inno alla pace che viene anche ribadito dalla scritta “Domus Pacis” in forte contrasto con la scene di battaglia qui rappresentate. Ma la decorazione è resa ancora più composita con l’inserimento qua e là di cavalieri, dame, antiche divinità romane e animali di tutti i generi come api, leoni alati e biscioni. E poi ancora torrette, cortili e logge danno vita ad un edificio di unica e rara bellezza.

Se poi la curiosità cresce e la voglia di scoprire qualche altra estrosa costruzione è ancora ben presente, basterà continuare la propria personale esplorazione del quartiere, ma non riveliamo oltre, così da poter proseguire in completa libertà questa incantevole passeggiata.

Approfondimento a cura di L’Asino d’Oro Associazione Culturale, che organizza visite guidate e passeggiate per andare alla scoperta di Roma con archeologi e guide turistiche abilitate della Provincia.

 

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