E’ morto il grande attore fiorentino Paolo Poli. Era nato a Firenze il 23 maggio del 1929 e quindi tra poco avrebbe compiuto 87 anni. L’annuncio è comparso su Twitter e lo ha dato il sindaco di Firenze Dario Nardella.
Dopo la laurea in letteratura francese (con una tesi su Henry Becque), Paolo Poli inizia ad affermarsi intorno agli anni cinquanta: i primi esordi sono nei piccoli teatri cittadini, come a «La borsa di Arlecchino» di Genova, piccolo teatro d’avanguardia in via XX settembre (nato anche grazie ad Aldo Trionfo). Qui Poli comincia a farsi notare per la sua pungente ironia, il suo garbato istrionismo, la sua vena poetica e surreale contornata da momenti comici e giochi linguistici apprezzati anche da capocomici illustri come Tina Pica e Polidor, con i quali ebbe modo di lavorare.
Nei primi anni sessanta è protagonista di una trasmissione televisiva sulla RAI in cui legge delle favole per bambini, tratte da Esopo e da famosi racconti letterari. È proprio lui sul finire degli anni Sessanta, a scoprire un giovanissimo Marco Messeri, che difatti può essere considerato teatralmente l’unico vero erede di Poli. Sempre per la RAI, realizza lo sceneggiato I tre moschettieri, insieme a Marco Messeri, Milena Vukotic e Lucia Poli. Lavora inoltre con Sandra Mondaini in Canzonissima.
Rifiutò, come lui stesso racconta, una parte in “Otto e mezzo” propostagli dall’amico Federico Fellini. Ha diretto come regista ed è stato principale attore di varie opere teatrali, fra cui Aldino mi cali un filino, Rita da Cascia, Caterina De Medici, L’asino d’oro, I viaggi di Gulliver, La leggenda di San Gregorio, Il coturno e la ciabatta e La nemica di Dario Niccodemi. Lo spettacolo Rita da Cascia, che dava una lettura comica e irriverente della storia di Santa Rita, diede vita a molte polemiche, con Oscar Luigi Scalfaro che fece un’interrogazione parlamentare sul caso.
Compiuti gli 80 anni, è ancora attivo e recita nei Sillabari, commedia tratta dai racconti di Goffredo Parise. Ha anche recitato in vari audiolibri, tra cui una edizione di Pinocchio, edita nel 1968 da Fratelli Fabbri Editori e composta da 21 dischi a 45 giri, e l’audiolibro integrale delle ricette di Pellegrino Artusi, edito da Emons Audiolibri per un totale di quasi 25 ore.
Oltre che straordinario attore teatrale, Paolo Poli è stato una personalità della cultura italiana che ha saputo coniugare leggerezza e profondità come pochi altri nel mondo dello spettacolo. Sul palcoscenico ha portato commedie brillanti, talvolta surreali, spesso travestendosi e anticipando di decenni tendenze e costumi che si sarebbero affermati solo molto dopo. Poli ha vissuto – come ha ripetuto più volte – come un non sfollato negli alberghi della sua città Firenze e delle altre città d’Italia (ha portato praticamente ovunque i suoi spettacoli).
E’ stato uno dei primi artisti e personaggi pubblici dichiaratamente e apertamente omosessuali in tempi difficili («Giravo dopo guerra con un nero bellissimo a braccetto per Firenze – ebbe a dire una volta durante un’intervista – mi guardavano tutti…le mie sorelle mi tolsero il saluto. Fecero bene»). Ha sempre avuto posizioni tolleranti e anticonvenzionali anche nei confronti delle mode che riguardavano i gay.
Nel teatro ha debuttato nel 1958 con Finale di partita di Samuele Beckett. L’ultimo spettacolo, bellissimo e onirico, Aquiloni, tratto da Giovanni Pascoli. Ha avuto il merito di riscoprire e riattualizzare autori secondari. E’ passato dai classici comel’Asino d’oro di Apuleio fino a Sei brillanti, opera comune di sei giornaliste. Tante anche le sue presenze nel cinema.