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L’astronauta caduto. Viaggio nel tempo e nello spazio a Venezia

Alice Ronchi, Kilimanjaro Alice Ronchi, Lucy e John della serie Kilimanjaro, 2014.
Stephen Kaltenbach, CONTAGION: Open on Mars
Stephen Kaltenbach, CONTAGION: Open on Mars, 1970.

Messe da parte le teorie del Moon Hoax, il 2 agosto 1971, durante la spedizione dell’Apollo 15, l’astronauta David Scott lascia sul suolo lunare uno dei primi segni materiali della nostra civiltà in ambito extraterrestre. Una piccola scultura metallica rappresentante la figura stilizzata di un’astronauta creata dall’artista belga Paul Van Hoeydonck. È proprio sul valore di questa piccola statuetta – e dal suo titolo Fallen Astronaut – che si basa la mostra L’astronauta caduto, nelle sale della A Plus A Gallery di Venezia.

l'astronauta caduto
Veduta dell’allestimento de L’astronauta caduto, A Plus A Gallery, Venezia.

Il percorso espositivo – curato da Valentina Lacinio – trova il suo ideale inizio in uno specifico momento storico legato all’importanza di perpetuare la memoria del genere umano: durante il 1969, l’artista americano Stephen Kaltenbach, scrive 2 lettere alla NASA (dalla quale non riceverà mai risposta). Nella prima, si propone di realizzare un calco dello stivale di Neil Armstrong, nella seconda invece, ipotizza l’uso di veicoli spaziali in orbita per archiviare le informazioni oltre il tempo e lo spazio del pianeta Terra. Il tema della conservazione del sapere umano, molto caro all’artista americano, è raccontato dall’opera in mostra CONTAGION: open on Mars. Una vera e propria capsula del tempo da aprire in un futuro (lontano?) sul pianeta rosso.
Dalla scultura alla pittura passando per video e installazioni multimateriche, le opere in mostra nel palazzo veneziano fino al 10 maggio, rappresentano personali declinazioni sul tema del monumento inteso nel senso etimologico del termine come “monere” ovvero, qualcosa da ricordare nel tempo.

La mostra – ha spiegato la curatrice Valentina Lacinioè una riflessione sulla conservazione della memoria e del tempo e quindi di come le opere degli artisti possono essere delle forme di micro monumenti.

Dal Tramonto all'alba
Dal Tramonto all’alba, frammento fotografico in memoria dell’intervento luminoso realizzato da Giorgio Andreotta Calò nella Torre del Parlamento Bosniaco a Sarajevo, 2006

Il tema della memoria è rappresentato in opere in mostra come Dal tramonto all’alba; una fotografia dell’installazione luminosa di Giorgio Andreotta Calò che nel 2006 invase la Torre del Parlamento di Sarajevo. Cambia l’approccio alla memoria nell’opera effimera di Aldo Aliprandi; μονάς è rappresentato da uno schermo che riproduce l’immagine delle onde del mare, un mare che ha portato con sé il tronco di legno riutilizzato come strumento musicale dall’artista durante la serata inaugurale con una performance della quale rimane solo la memoria del suono.

Thomas Braida,Porzûs
Thomas Braida,Porzûs, 2012.

Andando verso il primo piano degli spazi della galleria veneziana, trovano il loro spazio ideale le opere fantascientifiche dell’italiano Thomas Braida che danno vita ad una realtà aliena dai tratti ludici nei protagonisti di Porzûs; sopra ad una base lignea, minuscoli personaggi si trovano a far parte di un mondo lontano da qualsiasi schema spazio-temporale. Non si può dire lo stesso per le due pietre di Alice Ronchi. Se, apparentemente, può sembrare la riproduzione di due asteroidi – in scala decisamente ridotta – l’obbiettivo visionario dell’artista di origini piacentine è quello di donare indipendenza a questi due elementi naturali. Grazie alle loro gambe metalliche infatti, Lucy e John, acquistano una propria identità inserendosi attivamente nello scorrere del tempo.

Alice Ronchi, Kilimanjaro
Alice Ronchi, Lucy e John della serie Kilimanjaro, 2014.

Un tempo che modifica e trasforma, come vuole sottolineare Antonio Fiorentino nel suo Dominium melancholiae. Quasi una forma di vita aliena imprigionata per sempre in una piccola teca, ma non per questo vincolata, tanto da poterne percepire il movimento con lo scorrere del tempo. A completare idealmente la visita è L’arrivo del sonno di Fabio Roncato;

Fabio Roncato, L'arrivo del sonno
Fabio Roncato, L’arrivo del sonno, 2016.

La parte interna e di metallo – racconta Valentina Lacinioe all’interno ci sono degli scompartimenti nei quali, al finissage della mostra, verranno inserite delle lastre di zinco che saranno le matrici del catalogo. Ogni lastra avrà un contributo degli artisti in mostra e verrà tutto sigillato. Questa crisalide è costituita da materiale organico deperibile; durante il finissage andremo a Forte Marghera a fare una cerimonia e la sotterriamo perché si tratta di una capsula del tempo. Una volta sottoterra, tutto l’involucro si scioglie e rimane il nucleo rigido.

Rä di Martino, video Petite Histoire des Plateaux abandonnée,
Rä di Martino, video Petite Histoire des Plateaux abandonnée, 2012
Antonio Fiorentino, Dominium melancholiae
Antonio Fiorentino, Dominium melancholiae, 2016, particolare.
Aldo Aliprandi
Aldo Aliprandi performance μονάς, Venezia 2016

INFORMAZIONI UTILI

L’astronauta caduto

A Plus A Gallery, Calle Malipiero, 3073, 30124, Venezia

Fino al 10 maggio

www.aplusa.it

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