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Restituire il passato. Ritrovare la bellezza. Capolavori restaurati alle Gallerie d’Italia

Michelangelo Merisi detto Caravaggio, Ritratto di cavaliere di Malta, 1608 Michelangelo Merisi detto Caravaggio, Ritratto di cavaliere di Malta, 1608
Michelangelo Merisi detto Caravaggio, Ritratto di cavaliere di Malta, 1608
Michelangelo Merisi detto Caravaggio, Ritratto di cavaliere di Malta, 1608 (particolare)

Italia museo diffuso”. Sempre più spesso il Bel Paese viene definito con questa espressione che riassume in sé la peculiarità del nostro territorio: la conservazione ad ogni angolo di testimonianze del passato che pochi altri al mondo possono vantare. Tutto ciò comporta onori ma anche oneri: “conservare” significa “prendersi cura” e, quando la situazione lo richiede, intervenire per “salvare il paziente” chiunque esso sia, indipendentemente da provenienza, età e importanza.

Tale è l’intento del programma di mecenatismo culturale promosso dal 1989 da Intesa San Paolo e intitolato “Restituzioni” perché, come ben sottolineato da uno degli attuali curatori scientifici del progetto, Giorgio Bonsanti, «Restituire comporta un senso di appartenenza recuperata, di riappropriamento di qualcosa che era nostro e avevamo perduto» (in “ARTE/Documento”, 25, 2009, p. 43). A cadenza biennale vengono individuate,in collaborazione con gli Enti pubblici preposti alla tutela, opere di varia natura e datazione (dai manufatti protostorici alle tele del primo Novecento) che necessitano urgenti interventi conservativi di restauro; a conclusione dei lavori, sono organizzate mostre temporanee per “restituire” al pubblico le opere d’arte prima del loro ritorno alle sedi di appartenenza.

Pieter Paul Rubens, Cristo Risorto, 1615-16 ca
Pieter Paul Rubens, Cristo Risorto, 1615-16 ca (Foto Jessica Ferrari)

La mostra “La bellezza ritrovata. Caravaggio, Rubens, Perugino, Lotto e altri 140 capolavori restaurati” ospitata nella prestigiosa sede milanese delle Gallerie d’Italia di Piazza della Scala riconsegna alla collettività le 145 opere restaurate nel biennio 2014-15 nel contesto della XVII edizione del progetto. Le opere esposte catturano tutta l’attenzione grazie all’allestimento minimale e alla sapiente illuminazione. Alcuni tra i pezzi più significativi (per importanza critica o per complesse operazioni di restauro) sono accompagnati da video proiettati sulle pareti adiacenti dove è la voce stessa dei restauratori ad accompagnare il visitatore alla riscoperta e rinascita dell’opera. L’assenza di pannelli esplicativi è supplita dall’audio e videoguidainterattiva compresa nel costo del biglietto. Così come componente fondamentale è il “museo virtuale” del progetto (www.restituzioni.com) che offre la possibilità di scaricare gratuitamente il catalogo completo dell’esposizione e di prendere visione delle relazioni di restauro di molte opere esposte.

Michelangelo Merisi detto Caravaggio, Ritratto di cavaliere di Malta, 1608
Michelangelo Merisi detto Caravaggio, Ritratto di cavaliere di Malta, 1608

È in effetti il restauro il vero protagonista: al di là del godimento estetico che ci consegna la visione dei capolavori esposti, la mostra è un’importante occasione per riflettere sulla croce e delizia della storia dell’arte. Le capacità e le competenze acquisite dai restauratori italiani oggigiorno, ai vertici a livello internazionale, sono frutto di oltre un secolo di riflessioni teoriche e applicazioni pratiche che hanno portato alla definizione concezione degli interventi conservativi volti alla salvaguardia delle opere. Potremmo definire il restauro come una sorta di “staffetta” della storia in cui, con tecnica e passione, si consegna ai posteri quanto le passate generazioni ci hanno affidato. La paziente opera di ricostruzione operata dal restauratore Paolo Orsi tra 1911 e 1925 ha permesso la restituzione alla collettività del meraviglioso acroterio in terracotta proveniente da Locri (RC – località Marafioti; V sec. a.C.), oggi consolidato dall’intervento di Guido-Mantella, esemplare della raffinata qualità della produzione statuaria della Magna Grecia.

Lorenzo Lotto, Adorazione del Bambino, quinto decennio XVI secolo
Lorenzo Lotto, Adorazione del Bambino, quinto decennio XVI secolo

Tuttavia, i risultati ricercati con gli interventi sulle opere hanno talvolta dato origine a ulteriori problematiche conservative: emblematici due casi esposti in mostra. La fragile quanto affascinante statua naofora di Amenmes e Reshpu di età ramesside (XIII-XII sec. a.C.) in calcare, proveniente dalle collezioni bolognesi, dopo trentadue secoli si fa ancora ammirare in tutta la sua maestosità, ma un intervento di restauro degli anni ’70 ne aveva compromesso fortemente la stabilità con l’uso di materiali oggi ritenuti inammissibili dalla comunità scientifica. La tela di Lorenzo Lotto, appartenente alla fase tarda dell’attività del maestro (anni ’40-’50 del XVI secolo) e ancora oggi conservata nell’ultima città di residenza dell’artista, Loreto, ci mostra un Lotto “imbruttito”, spento, privo di quella forza espressiva che tanto affascina ai nostri giorni: le modifiche apportate nel corso del tempo hanno sollecitato provvedimenti di restauro per la salvaguardia dell’opera, ultimo in ordine di tempo quello deciso nel 1981, in concomitanza con la grande monografica di Ancona sul maestro veneto. Come scritto nella scheda del catalogo a firma di Maria Claudia Caldari «la necessità del recupero conservativo odierno [è dovuta] principalmente alle operazioni eseguite nei restauri precedenti» a cui si è cercato di porre rimedio.

Statua naofora di Amenmes e Reshpu, regno di Ramesse II-periodo successivo (1279-1186 a.C.)
Statua naofora di Amenmes e Reshpu, regno di Ramesse II-periodo successivo (1279-1186 a.C.)

Se l’“invadente” quanto necessario, o meglio, vitale intervento del restauro è condotto nel rispetto della storia e della natura dell’opera stessa, i risultati sono la rinascita del manufatto e il godimento del bene portatore di bellezza. In mostra gli esempi abbondano: dagli ori rifulgenti del polittico di Vittore Crivelli (fratello del più famoso Carlo – 1430 ca) per la chiesa francescana di Sant’Elpidio a Mare (FM), alla dolce spiritualità tipica di Perugino nella Crocifissione conservata a Firenze (inizio XVI sec.), alla sgargiante vitalità del San Pietro del ferrarese Francesco del Cossa (tavola facente parte del bolognese polittico Griffoni, oggi smembrato in vari musei – 1470-1473) fino alla luminosità dell’incarnato del Cristo risorto di Rubens (1615-1616 ca). L’apporto della tecnologia, inoltre, permette di ottenere risultati rimarchevoli anche in manufatti di diversa natura: il capolavoro orafo del XIII secolo noto come Croce di Chiaravalle, arricchita da diaspro, argento e cammei, si fa ammirare nello splendore passato grazie all’utilizzo sapiente del laser (da parte di Franco Blumer) per la pulitura di alcune sue parti.

Vittore Crivelli, Polittico dell'Incoronazionedella Vergine, 1430-35
Vittore Crivelli, Polittico dell’Incoronazione della Vergine, 1430-35 (Foto Jessica Ferrari)

Scorrono così davanti ai nostri occhi secoli e secoli di storia, non solo di storia della pittura, ma anche delle arti applicate e del costume (si vedano i costumi della Commedia dell’Arte). “Pezzi forti” dell’esposizione rimangono il “Ritratto di un cavaliere di Malta”, ricondotto per merito di una illuminata intuizione di Mina Gregori del 1966 a Caravaggio (nel suo periodo maltese, 1607-08, come confermato dalle analisi di restauro condotto da Anna Teresa Monti), conservato alla Galleria Palatina di Firenze e l’opera più recente firmata Carlo Carrà 1917 e che ha segnato l’esplicita adesione dell’artista alla metafisica dechirichiana. Un’ultima immagine resta impressa nella mente del visitatore: il ghigno della maschera da combattimento facente parte della preziosa armatura giapponese (XVI-XVIII secolo) proveniente dall’Armeria Reale di Torino. Un pizzico di esotico nel trionfo dell’eccellenza italiana.

Carlo Carrà, Madre e figlio, 1917
Carlo Carrà, Madre e figlio, 1917 (Foto Jessica Ferrari)
Croce di Chiaravalle, XIII sec., verso
Croce di Chiaravalle, XIII sec., verso (Foto Jessica Ferrari)
Cavaliere Marafioti, V sec. a.C.
Cavaliere Marafioti, V sec. a.C. (Foto Jessica Ferrari)
Allestimento mostra Restituzioni (Foto Luca Zuccala ArtsLife)
Allestimento mostra Restituzioni (Foto Luca Zuccala ArtsLife)
Allestimento mostra Restituzioni (Foto Luca Zuccala ArtsLife)
Allestimento mostra Restituzioni (Foto Luca Zuccala ArtsLife)
Allestimento mostra Restituzioni (Foto Luca Zuccala ArtsLife)
Allestimento mostra Restituzioni (Foto Luca Zuccala ArtsLife)
Allestimento mostra Restituzioni (Foto Luca Zuccala ArtsLife)
Allestimento mostra Restituzioni (Foto Luca Zuccala ArtsLife)

INFORMAZIONI UTILI

La bellezza ritrovata. Caravaggio, Rubens, Perugino, Lotto e altri 140 capolavori restaurati

Dal 31 Marzo 2016 al 17 Luglio 2016

Gallerie d’Italia – Piazza della Scala 6, Milano

dal martedì alla domenica ore 9.30 – 19.30 (ultimo ingresso ore 18.30)
giovedì ore 9.30 – 22.30 (ultimo ingresso ore 21.30)
2 giugno aperto

Bigliettointero € 5, ridotto € 3

Info: 800 167619 – info@gallerieditalia.com

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