L’opera da tre soldi al Piccolo Teatro Strehler di Milano, in scena fino a sabato 11 giugno.
La storia è nota: Bertolt Brecht e Kurt Weill nel 1928, prendendo spunto da Beggar’s Opera di John Gay, creano e mettono in scena L’opera da tre soldi. Un’opera pensata per la classe proletaria, che ha però avuto successo tra il pubblico della borghesia colta.
Nel 1956 l’adattamento di Giorgio Strehler che la porta in Italia, al Piccolo. Presente lo stesso Brecht che sarebbe morto sei mesi dopo.
Nel 1973 la versione con Modugno e Milva, sempre diretta da Strehler.
Oggi, per la prima volta, L’opera da tre soldi torna in scena al Piccolo senza Strehler. A dirigere la storia di Mackie Messer -il re dei furfanti che come nemico giurato ha il re dei mendicanti e come migliore amico il capo della polizia- è Damiano Michieletto, recentemente insignito del prestigioso Olivier Award per il dittico Cavalleria rusticana e Pagliacci andato in scena alla Royal Opera House di Londra.L’opera da tre soldi che Damiano Michieletto mette in scena è un grande musical sociale in cui il testo e la partitura originale trovano un nuovo adattamento, fedele ma di grande attualità, proprio in questo sta la potenza della messa in scena. Spesso si fa fatica ad associare il genere del musical a un contenuto scuro e polemico come quello dell’opera di Brecht, ma basta pensare ad alcuni dei grandi musical americani per rendersi conto di quanto sia vero il contrario. Gypsy, West Side Story, Funny Girl, Sweeney Todd, Sunset Boulevard, l’happy end non è di casa, sui protagonisti incombe sempre una grande e tragica solitudine, laddove non è la morte a sopraggiungere.
L’opera da tre soldi, oltre che in Italia, è stata esportata in tutto il mondo, Broadway compreso – e come ogni grande musical ha anche una parte perfetta per una diva: Jenny delle spelonche; la prostituta traditrice ha avuto nel corso degli anni volto e corpo di Lotte Lenya, Milly, Milva… Cyndi Lauper, perfino. In questa nuova messa in scena milanese la diva in questione è la luminosa Rossy de Palma, una delle attrici feticcio di Pedro Almodovar, ciliegina sulla torta di uno splendido cast, che con la sua eccentrica sensualità dà una nota esotica all’ensemble.
Il diabolico Jonathan Peachum è Peppe Servillo (già voce degli Avion Travel e fratello di Toni Servillo) -padrone della scena con estrema disinvoltura- mentre Mackie Messer -l’eroe fedifrago ma, a suo modo, romantico- è interpretato dall’ottimo Marco Foschi (che da sempre si divide tra teatro, cinema e TV).
«Il fulcro è il processo a Mackie Messer -spiega il regista Damiano Michieletto- che diventa il filtro attraverso il quale leggere la storia e al tempo stesso comprenderla. È un tentativo di smontare il racconto e rimontarlo secondo una circostanza precisa, in grado di creare il necessario distacco analitico. Sarà un lavoro sui personaggi svolto su un costante dislivello recitativo, dove la canzone crea un’ulteriore e prepotente spaccatura con il tessuto e le circostanze della vicenda».
Una messa in scena che mette in luce l’energia e la materia palpitante del testo originale, in cui influenze jazz si innestano sulla parodia del melodramma in una grande farsa da cabaret, dove l’atmosfera sensuale ma fetida dalle milonghe è lo sfondo meno decadente sul quale si muovo i personaggi: famiglia, lavoro e giustizia sono istituzioni in rovina dove l’unico vincitore è il dio denaro che su tutto regna.
Il lavoro di Damiano Michieletto -con, qui e là, sentori di Fassbinder e accenni di Ricci Forte- torna a sottolineare l’attualità sconcertante di un’opera che vede le sue origini in un testo del 1728 in maniera vigorosa ed efficace.
Piccolo Teatro Strehler
dal 19 aprile al 11 giugno 2016
L’opera da tre soldi
di Bertolt Brecht
regia Damiano Michieletto
musiche Kurt Weill
direttore d’orchestra Giuseppe Grazioli
traduzione Roberto Menin
traduzione delle canzoni Damiano Michieletto
DIE DREIGROSCHENOPER
Edizione del testo: Suhrkamp Verlag, Berlino
Edizione musicale: Universal Edition, Wien /rappresentante per l’Italia Casa Ricordi, Milano
scene Paolo Fantin, costumi Carla Teti
luci Alessandro Carletti, movimenti coreografici Chiara Vecchipersonaggi e interpreti
Un cantastorie – Giandomenico Cupaiuolo
Mackie Messer – Marco Foschi
Jonathan Jeremiah Peachum – Peppe Servillo
Celia Peachum – Margherita Di Rauso
Polly Peachum – Maria Roveran
Jackie “Tiger” Brown – Sergio Leone
Lucy – Stella Piccioni
Jenny delle spelonche – Rossy De Palma
Mathias – Pasquale Di Filippo
Jakob – Claudio Sportelli
Jimmy – Martin Chishimba
Ede Jacopo – Crovella
Robert – Daniele Molino
Walter – Matthieu Pastore
Reverendo Kimball – Luca Criscuoli
Molly – Sara Zoia
Vixen – Lucia Marinsalta
Betty – Sandya Nagaraya
Dolly – Giulia Vecchio
Filch/Smith, carceriere – Lorenzo Demaria
con l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa