Il bianco sembra essere il vero protagonista di Accrochage, la mostra collettiva attualmente in corso a Punta della Dogana, curata da Caroline Bourgeois, curatrice ufficiale delle mostre della Pinault Collection dal 2007. È infatti questo il colore che accomuna quasi tutte le settanta opere esposte in questa mostra: bianchi sono i materassi ghiacciati di Pier Paolo Calzolari, bianche sono le date di On Kawara, bianchissima l’installazione di Fernanda Gomez. La collettiva di Punta della Dogana non si concentra su un periodo o movimento artistico preciso, ma segue alcune linee guida, raccogliendo opere di carattere o sapore minimalista caratterizzate dal bianco come elemento compositivo e/o come allusione all’idea del vuoto.
La curatrice ha voluto “selezionare per lo più gruppi significativi di opere che sono la conseguenza di un gesto o di un pensiero minimale e che evocano una ricerca del vuoto o una mise en abyme di un aspetto o di un momento della storia dell’arte”. Le opere sembrano dunque incoraggiare l’osservatore “a mettere in discussione ciò che ha davanti agli occhi, invitandolo a guardare invece di vedere, e creano uno spazio in cui l’emozione e la sensibilità sono importanti quanto la percezione visiva e il pensiero”.
Nel suo complesso la mostra si articola in un percorso dalla forte carica poetica, che offre al visitatore l’occasione di interpretare ogni opera attraverso la propria sensibilità, che viene qui certamente toccata nel profondo. Particolarmente poetica è Ogni giorno è un altro giorno (1974-2014), la serie di bicchieri dipinta ripetitivamente da Peter Dreher per quarant’anni, una sorta di diario in cui l’artista ragiona sul concetto di ripetizione e annota quotidianamente la cronaca di un esercizio di meditazione.
E ancora, Diamond Column, una meravigliosa scultura in resina di poliestere realizzata da Dewain Valentine, che riflette e deforma la luce e lo spazio circostante, come a inondare la stanza di un cielo azzurro cangiante e a ritagliare “pezzi di cielo e di oceano”. La sala più ampia di Punta della Dogana è invece occupata da un’installazione ideatadal Sol LeWitt – campione del minimalismo americano – nel 1980, in cui enormi figure geometriche nere si stagliano su vaste pareti bianche.
Acchrochage è una mostra complessa e ricca di spunti in virtù dei tanti artisti esposti (di cui ben ventuno in mostra per la prima volta a Punta della Dogana) e delle varie pratiche artistiche (pittura, installazione, performance, scultura, video, fotografia), ma che si offre allo spettatore in tutta la sua nudità minimale per offrire una libertà di interpretazione quasi totale.
Per gli amanti del Novecento, sull’altra sponda del Canal Grande, è invece in corso a Palazzo Grassi la prima retrospettiva in Italia dedicata a Sigmar Polke, che ripercorre tutta la carriera dell’artista attraverso quasi novanta opere provenienti sia dalla Collezione Pinault che da collezioni europee pubbliche e private. Una mostra che, se da una parte vuole celebrare il decennale della riapertura del palazzo, vuole anche ricordare il trentesimo anniversario della partecipazione di Sigmar Polke alla Biennale di Venezia del 1986, per la quale ricevette il Leone d’Oro.
Un’occasione unica nel nostro paese per scoprire l’arte di questo maestro tedesco che a partire dagli anni Sessanta seppe rinnovare profondamente il linguaggio pittorico del secondo Novecento attraverso una incessante sperimentazione con le immagini e la capacità di ridare all’arte un potere sovversivo e destabilizzante.
INFORMAZIONI UTILI
Accrochage
Punta della Dogana, Venezia
Dal 17 aprile al 20 novembre 2016