La retrospettiva di Mimmo Jodice “Attesa. 1960-2016” al Museo Madre di Napoli fino al 24 ottobre 2016
Una piccola stampa in bianco e nero di un paese della Calabria che sembra un presepe. L’immagine è strappata in due punti che lasciano penzolante il centro della stampa. Erano gli anni Sessanta e Mimmo Jodice aveva iniziato il cammino che oggi lo vede a Napoli, al museo Madre, in una retrospettiva a lui dedicata e concepita per gli spazi del museo.
Sono presenti più di cento opere tra le quali il nuovo ciclo Attesa da cui prende il titolo la retrospettiva Attesa. 1960-2016, presente al museo partenopeo fino al 24 ottobre. Mimmo Jodice in veste di Cicerone ci accompagna tra le sale allestite e illustra le ricerche fotografiche partendo dagli esordi.
«Ho letto e acquistato i libri dei grandi maestri sia dell’arte sia della fotografia. Questa sete di informazione era confluita anche nella ricerca del significato della parola fotografia. E allora – racconta l’artista -, curioso, ne lessi perfino la definizione dal vocabolario della lingua italiana. Vocabolario che dopo aver fornito dei dati tecnici – sottolinea Jodice -, conclude spiegando che la fotografia serve a documentare fedelmente la realtà».
Rivolgendo poi lo sguardo verso uno degli scatti degli esordi da lui effettuati, continua: «l’avverbio fedelmente non lo condividevo, mi stava stretto e così ho realizzato una foto che riproduceva la mia mano con una taglierina tra le dita, la realtà. Dopo averla stampata ho inserito un altro elemento reale, un taglio». E poi continua mostrando lo stesso identico effetto su una foto in mostra vicina a quella sotto osservazione. In questa ultima la mano impugna una penna e sulla stampa è scritto ad inchiostro vero “vera fotografia”. Un innesto, il reale fotografico ed un elemento esterno ma altrettanto reale, che diventa un modo per discutere quella tesi che per anni ha frenato ed imbrigliato la fotografia italiana, legata al puro senso documentario del linguaggio fotografico. Mimmo Jodice invece vede oltre, ha visto oltre, e ha voluto da quel momento in poi affermare un altro paradigma, ossia la fotografia come linguaggio creativo, espressione artistica.
Elabora le sue sperimentazioni e ricerche quando il bianco e nero non dava altra scelta: la pellicola a colori non esisteva. Ed anche quando “giubilo!” arriva il colore, Jodice lo sperimenta e poi opera la scelta stilistica, esclusiva, del bianco e nero, che lo caratterizza tuttora. Lascia una traccia di questo passaggio, una testimonianza, in alcune fotografie dove il miscuglio tra il colore e il bianco e nero della stampa è un ulteriore innesto che rivela il manifesto stesso dell’autore: «il colore non appartiene alle elaborazioni concettuali del mio fare fotografia».
Le stanze del terzo piano del Madre aprono ai mondi interiori di Mimmo Jodice. Ciò che l’autore spiega è che «tutto il mio lavoro nasce da una riflessione e dall’esigenza di dare un volto ai sentimenti, alle sensazioni. Persino le immagini del lavoro sul Mediterraneo testimoniano la ricerca di me stesso, di ciò che provo attraverso i miei scatti». Una rappresentazione che è una sfida continua, «a volte non si sa come fare – racconta Jodice-. E allora si cerca, ci si guarda attorno e da questo nasce lo scatto singolare. Come quello al guerriero da Ercolano dallo sguardo ambivalente in quanto uno degli occhi è bucato da una luce che trapassa un foro della nuca della statua».
Il tour mostra immagini realizzate in giro per il mondo dove la forma tecnica compiuta è l’altro paradigma dell’autore e l’emozione la spinta a scattare. «Una fotografia che induce bellezza, emoziona – afferma Jodice – non può prescindere dall’essere formalmente corretta».
Montreal, Napoli, Roma, Mosca, Lisbona, New York appaiono nella loro essenza, senza tempo e senza persone. Città deserte, irriconoscibili, immortalate durante l’alba che le rende trasognanti. Sospese in un limbo, in un gioco caleidoscopico che potrebbe aver fermato il loro passato, il presente o, chissà, forse il futuro ciò che saranno, come allo stesso autore piace chiosare. Immagini che danno forza ad una composizione rigorosa, ad una formalità ineccepibile «considerato che sono state scattate con la pellicola. Oggi si fa tutto con il computer».
Una mostra retrospettiva attesa da anni. E’ emozionato Mimmo Jodice e ringrazia in particolare la moglie e la figlia che lo hanno sostenuto ed incoraggiato. Un’attesa che lo ha portato al Madre e che è essa stessa l’oggetto della ricerca inaugurata al museo. «L’attesa appartiene ad ognuno di noi. Tutti attendono o hanno atteso qualcosa – conclude Jodice -. Una dimensione che da qualche tempo cerco di ritrarre ed ora è diventata progetto. Ho cercato di fare di questo tema una serie di immagini. Difficilissimo! Perché come si fa a rendere visibile l’attesa? Il risultato di quel che ho prodotto finora è in una delle stanze del Madre. Anche qui ho impregnato il mio lavoro dello stesso impegno, quello di dare alla fotografia credibilità come linguaggio dell’arte. Partire da una sensazione, un concetto che si ha nella mente e fare di questi un’immagine che deve comunicare questa sensazione, questo stato della mente. E’ una sfida difficilissima. Ci ho provato, spero di aver centrato l’obiettivo».
L’esposizione si completa con una selezione di immagini datate 1968-75, proiettate al piano terra del Madre, che, come spiega il curatore e direttore del Museo, Andrea Viliani “testimoniano l’impegno etico di Mimmo Jodice nei confronti della sua città, Napoli”.
________________________
Mimmo Jodice
attesa. 1960-2016
24.06 — 24.10.16
Museo Madre
via settembrini 79, Napoli
tel. 081 19313016
Iniziative ed attività al MADRE nel weekend inaugurale della mostra Attesa. 1960-2016 di Mimmo Jodice
Il museo Madre propone sei percorsi di visita che analizzano le principali serie fotografiche dell’artista. Sei appuntamenti nei giorni di sabato 25, domenica 26 e lunedì 27 giugno (alle ore 11:00 e ore 17:00), sei diverse possibilità di visita, ognuna focalizzata su un tema affrontato dall’artista per un appassionante viaggio nell’universo di immagini del maestro della fotografia italiana e internazionale.>>>Sabato 25 giugno
ore 11:00 Ricerche e sperimentazioni ore 17:00 Mediterraneo
>>>Domenica 26 giugno
ore 11:00 Eden ore 17:00 Attesa
>>>Lunedì 27 giugno
ore 11:00 Transiti ore 17:00 Città visibili
WEEKEND DEL CONTEMPORANEO: 24-26 giugno 2016
Nuovo appuntamento con il Weekend del Contemporaneo in Campania: da ieri, venerdì 24, fino a domenica 26 giugno 2016, Napoli e la sua Regione diventano capitali dell’arte contemporanea grazie all’impulso della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee/Museo MADRE che, in occasione dell’inaugurazione della mostra di Mimmo Jodice, Attesa. 1960-2016 a cura di Andrea Viliani, ha invitato le istituzioni e le gallerie campane del contemporaneo ad aderire a questa iniziativa segnalando le mostre in corso per creare un itinerario unico e suggestivo destinato a tutti gli appassionati d’arte