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Giuseppe Capogrossi. Il segno è tutto

«Il segno è tutto, tutto è segno: questa la scoperta di Capogrossi. Una categoria vincolante, una prigione d’oro che favorisce evasioni all’interno di se stessa.  (…) Perché il segno di Capogrossi è un po’ come il “ready-made”di Duchamp… può essere assoluto o rettificato o aiutato, e così via. Cioè il segno è il punto di partenza ma, attraverso successive manipolazioni, diventano infiniti i punti di arrivo»

(G.C. Argan, Capogrossi, Roma 1967, pag 48)

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