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Biennale Roma. Aspettative e novità: da Lampronti a Sperone

Biennale Roma 2016 il Colosseo

Come andrà l’imminente e romana Biennale dell’Antiquariato in arrivo dal 29 settembre al 3 ottobre a Palazzo Venezia? E’ la domanda che, senza dirlo, comincia a circolare nel circuito delle gallerie d’arte. Circuito che ormai coincide tout court con quello delle fiere. Dopo la bella e sperimentale prima edizione di WopArt a Lugano, una fiera dedicata solo alle opere su carta dagli antichi ai contemporanei, e la fastosa Biennale des Antiquaires celebrata nel blindatissimo Gran Palais, tutti gli occhi e l’attenzione corrono a Roma. In attesa del londinese Frieze (dal 6 al 9 ottobre), il parigino Fiac (dal 20 al 23 ottobre), il Tefaf New York (dal 22 al 26 ottobre) e la torinese Artissima (dal 4 al 6 novembre). La competizione è globale e i galleristi sanno perfettamente che, insieme all’imprescindibile qualità, vince il luogo capace di attirare il maggior numero di appassionati e collezionisti in cerca di piccoli o grandi capolavori da acquistare. Cesare Lampronti, presidente dell’Associazione Biennale Internazionale di Antiquariato di Roma, mostra chiaramente di aver compreso lo scenario. Nella sua proverbiale sintesi, ha detto: «Saranno trentatré gli espositori tra italiani e stranieri di questa Biennale romana, un numero selezionato che ci permetterà di dare respiro alle opere all’interno di un allestimento fluido e avvolgente». La grande energia e novità –che qualcuno auspica possa mettere il turbo nell’aria circolante sul mercato dell’arte italiano– è l’ormai classica apertura all’arte moderna e contemporanea. A Roma esporrà nientemeno che Gian Enzo Sperone.

“L’arte non ha tempo”, racconta Ida Benucci, che presenterà accanto al barocco romano, opere di Futurballa, Manzoni e Castellani. Mentre importanti opere moderne e contemporanee saranno in mostra appunto da Sperone, oltre che da Robilant+Voena e Apolloni. Tra i nomi di lustro delle gallerie antiquarie compaiono Carlo Orsi, Alessandra Di Castro, Fabrizio Moretti e Francesca Antonacci  e Damiano Lapiccirella (questo ultimi reduci dalla Biennale parigina dove hanno venduto tra l’altro un importante dipinto al Museo d’Orsay). Sulla biennale romana in arrivo, i media specializzati citano anche “Carlo Virgilio e Stefano Grandesso che esibiranno un grande dipinto di Francesco Podesti (1800-1895), «Il giuramento degli Anconitani», mentre Alessandra Di Castro punterà sui fasti barocchi con dipinti, arredi e strumenti meccanici rari, Paolo Antonacci allestirà una mostra sui disegni di un architetto francese, Augustin Théophile Quantinet (1795-1867), Gianluca Berardi spazierà tra Otto e i primi del Novecento, Francesca Antonacci e Damiano Lapiccirella offriranno una scelta di opere dal Neoclassicismo alla prima metà del Novecento, Carlo Orsi esibirà, tra le altre opere, un dipinto attribuito al cinquecentesco Marco Bigio e un altro di mano di Gaetano Gandolfi (1734-1802)”. Senza alcun dubbio insomma la Biennale di Roma ha tutte le carte in regola sul versante della qualità. Ora non resta che aspettare per vedere se la top quality ha trovato la via giusta per esibirsi su un palcoscenico davvero internazionale. Come la magica capitale d’Italia si meriterebbe.

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