La vita possibile, Margherita Buy e Valeria Golino insieme sul grande schermo in una storia di donne alla ricerca della bellezza della vita.
Anna (Margherita Buy) fugge col il figlio Valerio da un marito violento. Lascia Roma e si rifugia a Torino da Carla (Valeria Golino), attrice di teatro un po’ sconclusionata e amica di vecchia data. Costruirsi una nuova vita, scoprire una nuova città, incontrare nuova gente. La vita possibile si snoda attorno a un nuovo inizio, attorno alle storie di donne che lottano per trovare una loro dimensione in un mondo che sembra non vederle, o comunque non vederle nel mondo giusto.
Margherita Buy è un’attrice rassicurante, i film che la vedono protagonisti sono tendenzialmente tutti uguali, sono film privi di sorprese (buoni di solito, ma non sorprendenti). Valeria Golino invece è un’attrice più misteriosa, i suoi film spesso possono condurre in luoghi inaspettati. Questo La Vita possibile è una via di mezzo, tra il rassicurante e l’inaspettato sembra voler imboccare strade inedite, ma poi torna sempre al punto di partenza. Butta in campo un paio di personaggi secondari a tratti più interessanti di quelli principali: Larissa la prostituta stronza ma buona di cui si invaghisce il piccolo Valerio e Mathieu, l’oste ex-calciatore dal passato oscuro e drammatico. Queste storyline si ripiegano però su loro stesse e, l’una in un epilogo melodrammatico e l’altra in un’introduzione romantica, si perdono in una bolla di sapone.
De Matteo dirige in maniera disinvolta due grandi attrice alle prese con personaggi con del potenziale inespresso, carattere principale di tutto il film. Anche sul finale, quando pare finalmente esserci un guizzo inaspettato ci si deve subito ricredere. Sui titoli di coda parte This is My Life di Shirley Bassey, ma la versione italiana, più rassicurante, per l’appunto. Il testo inglese è una dichiarazione d’indipendenza, di emancipazione (This is my life, And I don’t give a damn for lost emotions, I’ve such a lot of love I’ve got to give, Let me live) -che per la storia del film sarebbe stata perfetto- quello italiano invece è una (banale) celebrazione sulla bellezza della vita in sé (Ah…la vita, Più bello della vita, Non c’è niente). La vita possibile è così, parte bene ma non decolla mai.
Vedremo…